Flash Rubati. Un libro di Matilde Hochkofler

SCRITTO DA
Orith Youdovich

matilde_hochkofler-flash_rubatiSeconda metà dell’ottocento. Possedere il proprio ritratto firmato Nadar è uno status symbol. Di fronte all’obiettivo del grande maestro della luce sfilano scrittori, poeti, pittori e nobili. Al fascino della fotografia non si sottrae nemmeno Marcel Proust, proprio lui che verso la fotografia mantiene un comportamento ambiguo. La considera una forma d’arte priva di sentimento, ma raccoglie in album i ritratti degli amici. Sostiene che la parola è la vera espressione, ma ammette l’immediatezza e il contatto diretto della fotografia con l’inconscio.


E’ il primo “colpo di flash” di Matilde Hochkofler nel suo libro Flash rubati, edito da Bulzoni. Inizia così un viaggio nel mondo delle immagini; immagini che nascondono, svelano, esplorano orizzonti lontani, altre realtà. Hochkofler insegue l’evoluzione di un mezzo come quello fotografico capace di raccontare stanze, parchi, paesaggi, le molteplici visioni del mare, l’universo femminile. La fotografia panoramica “prende possesso” del territorio, raggiunge la guerra in Crimea e le calamità naturali in tempi di pace e, ostacolata da limiti tecnici, si avvicina lentamente al mistero del mare.


Il pasticcere piemontese Federico Peliti, fotografo dilettante, in India immortala templi, costumi, vegetazione, gente illustre e venditori di té, mendicanti e muratori. Il romanziere, giornalista e critico Emile Zola cattura piazze, monumenti, carri e biciclette in movimento, popolane affaticate e facchini indaffarati, ma punta l’obiettivo anche sulla propria realtà privata.


L’espressione fotografica trova la sua autonomia nella sperimentazione: la visione diagonale di Rodchenko, le sovrapposizioni e i montaggi di Florence Henri, la forza manipolatrice di Man Ray e quella poetica di Kertész. Le riprese di quest’ultimo dall’alto e quelle dal basso di Dorotea Lange che esplora il mondo dei più deboli e degli emarginati. E Paul Strand che inaugura la fotografia moderna, la straight photography, e il suo coinvolgimento nel documentarismo d’avanguardia. Fulcro della creatività l’effervescente Parigi, dove affluiscono Steichen, fondatore del Photo Secession, Brassai, esploratore del buio, Kertész e le sue distorsioni, Lartigue e il movimento.


Con abilità ed efficacia, Matilde Hochkofler guida il lettore attraverso le mostre da lei visitate e recensite negli ultimi anni, creando un percorso accattivante all’interno dell’arte fotografica. Non tralascia gli italiani riuniti in “Luoghi”: da Berengo Gardin, patito del bianco e nero, che descrive attraverso le immagini la Venezia che “ha in testa, negli occhi e nel cuore”, a Mimmo Jodice che restituisce allo sguardo i resti del passato, da Gabriele Basilico, il ritrattista dei luoghi, fino ad Antonio Biasiucci, che affonda il suo obiettivo nella materia.


Il viaggio, promette Matilde Hochkofler, continua.


©CultFrame 09/2000

 

 

CREDITI

Flash rubati / Autore: Matilde Hochkofler / Editore: Bulzoni Editore (Sopralluoghi), 2000 / 158 pagine

 

 

LINK

Casa editrice Bulzoni

 

 

INDICE DEL LIBRO

 

LA FOTOGRAFIA E IL CAMBIAMENTO

PASSAGGI
Proust e l’immagine / Foto a bordo / L’obiettivo al fronte / Passaggio in India / Verità velata / Zola fotografo / Make-up sui pellerossa / Nel ventre dell’attualità

SGUARDI
Man Ray e la fotografia all’inverso / André Kertész / Paris Brassaï / Paul Strand in Italia / Il Perù di Martin Chambi / Dorothea Lange con furore / Horst / Bill Brandt / Henri Cartier-Bresson, la forma dell’immagine / Robert Doisneau, il compatriota della vita / Robert Capa / La New York di Weegee / William Klein / Dalla parte di Mishima / Sguardi d’autore / Bruce Chatwin / Mary Ellen Mark / Joyce Tenneson / David Hockney

LUOGHI
Gianni Berengo Gardin / Mimmo Jodice / Gabriele Basilico, l’esperienza dei luoghi / Antonio Biasiucci / Sguardi e parole / Neorealismo mediterraneo

PERCORSI
Il deposito dei sogni / La cassaforte dei ricordi / Percorsi incrociati / In Principio è la luce / Modernità a rischio

 

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Orith Youdovich

Orith Youdovich, fotografa, ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia concettuale e da allora dirige il proprio sguardo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge attività di ricerca artistica sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in mostre personali e collettive e ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. E' co-autrice del volume "Il vento e il melograno - Fotografia Israeliana Contemporanea", del saggio "Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni" (Postcart, 2012). Curatrice e giornalista, ha curato mostre di fotografia e dal 2009 al 2018 è stata Direttore responsabile della testata giornalistica Punto di Svista – Arti Visive in Italia.

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