I legami profondi tra il cinema di Alfred Hitchcock e le arti figurative sono al centro di una straordinaria mostra allestita presso il Centro Pompidou di Parigi.
L’esposizione, che si concluderà il 24 settembre, prende in esame le relazioni estetico-stilistiche che sono rintracciabili tra l’autore di North by Northwest (Intrigo internazionale-1959) e pittori come Man Ray, George Braque, Max Ernst, Paul Klee, Alfred Kubin, Leon Spillaert, René Magritte, Salvador Dalì, Edward Munch e Auguste Rodin.
E l’arte fotografica? Anche in questo caso i contatti sono numerosi. Oltre a Julia Margaret Cameron entrano in gioco maestri della fotografia come Alfred Stieglitz, Andrè Kertesz, Alain Fleischer, Bill Brandt, Cindy Sherman, Cecil Beaton.
Una caviglia fasciata da un calza scura, una scarpa con il tacco alto, un occhio che emerge da un polpaccio femminile: tutto il senso è racchiuso nel dettaglio di un corpo, in questa foto di Stieglitz del 1919 (Dorothy True) è anticipata la poetica hitchcockiana intorno alla sensualità della donna, particolare rintracciabile chiaramente in vari film da The Lady Vanishes (La signora scompare-1938) a Marnie (1964).
Nel 1968 André Kertesz scattava la fotografia denominata Tokio: alcuni uomini in fila, ripresi dall’alto, si riparano con degli ombrelli dalla pioggia. Come non far riemergere dai propri ricordi in questo occasione le sequenze girate sotto la pioggia nel 1940 da Hitchcock per Foreign Correspondent (Il prigioniero di Amsterdam).
Nell’opera di Richard Fleischer Exhibition dans le nord de la France, la raffigurazione di un amplesso, organizzata nello stile tipico della fotografia pornografica, viene proiettata sul muro di un’abitazione accanto ad una finestra illuminata. La sensazione, in questo caso, di avere a che fare con una creazione che si ispira in maniera palese a La Finestra sul cortile (1954). In Image fixe de film n.81, Cindy Sherman propone la scena di una donna in sottoveste che si guarda allo specchio in una sala da bagno. La porta è socchiusa e sembra che qualcuno stia guardando di nascosto. Il lavoro di Cindy Sherman fa tornare alla mente in maniera precisa il modo in cui Hitchcock ha “fotografato” Kim Novak in Vertigo.
Ebbene, in questi due ultimi casi appare provata l’influenza che ha avuto Hitchcock su due artisti contemporanei, i quali hanno agito successivamente al maestro inglese. Le opere fotografiche appena citate sono rispettivamente del 1992 e del 1979, e ciò conferma come la forza espressiva del cinema di Hitchcock sia riuscita ad andare ben al di là dei confini della settima arte per diventare fattore di ispirazione anche di importanti fotografi, riconosciuti artefici dell’evoluzione dell’arte d’avanguardia del XX secolo.
Un esempio veramente eclatante di vicinanza tra Hitchcock e la fotografia è fornito inoltre da un esperimento di Magritte. In Edward James devant “au seuil de la libertè”, il pittore belga elabora una composizione visiva (fotografica) in cui un individuo ripreso di spalle, quasi una mezza figura, guarda la realtà come se fosse affacciato ad una finestra. La scena che si pone davanti ai suoi (e di conseguenza di fronte ai nostri occhi) è divisa in due sezioni: da una parte un cielo con nuvole, dall’altra un palazzo con finestre simmetriche.
Un’immagine concepita da Magritte nel 1937 che anticipa dunque di diciassette anni le visioni di James Stewart in Rear Window.
Il testo integrale dell’articolo dedicato alla mostra “Hitchcock et l’art” sarà pubblicato sul n.22 della rivista CineCritica.
Per gentile concessione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici italiani-SNCCI.
CultFrame 07/2001
IMMAGINI
1 Kim Novak nel film Vertigo, 1958
2 Piedi di Catherine Lacy in The Lady Vanishes, 1938
3 L’assassinio in Foreign Correspondent, 1940
INFORMAZIONI MOSTRA
Hitchcock et l’art
Dal 6 giugno al 24 settembre 2001
Centre Pompidou / Place Georges-Pompidou, Parigi / Telefono: 0144781233
Tutti i giorni 11.00 – 21.00 / chiuso martedì
Biglietto: Intero 4,57 euro / Ridotto 3,05 euro
Catalogo: Mazzotta/Centre Pompidou
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Filmografia di Alfred Hitchcock