Mimmo Jodice. Retrospettiva 1965-2000

SCRITTO DA
Rosa Maria Puglisi

mimmo_jodice-napoliUna porta aperta è un invito ad entrare; e non è certo casuale che la foto scelta per riassumere l’opera di Mimmo Jodice nella Retrospettiva 1965-2000, che la GAM di Torino gli dedica, sia quella di una porta aperta.
Ma c’è ben di più in quest’immagine. Il vano della porta de La tomba del soldato romano a Petra, che si apre sul buio pesto dell’incognito, ci offre tutta l’evidenza fascinatoria di un enigma: “è un’attrazione-repulsione”, rivela Jodice, “che gioca quasi sempre nel mio lavoro: il dualismo tra realtà vera e realtà documentata”.

Nel corso di questi anni nascono, dunque, i suoi ritratti e i nudi, nei quali compie una sorta di studio formale dei ritmi figurativi cubisti; i Chimigrammi e gli Strappi, che pongono l’accento sullo specifico tecnico del linguaggio fotografico; ed alcune immagini emblematiche, nelle quali il “con-fondersi” di realtà e riproduzione fotografica sfocia in vere e proprie opere concettuali, come Taglio e Vera Fotografia.
Del tutto contemporanea è la sua documentazione di una Napoli malata di miseria in un genere di reportage puntuale, ma in nessun modo bressoniano: al “momento decisivo”, Jodice sostituisce un momento “permanente”, senza tempo nella sua metafisica immobilità, denso d’angosce e presagi.

La mostra inizia col ripercorrere le ricerche linguistico-formali, che egli intraprende fra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta; frutto queste, come per Ugo Mulas (e parallelamente alle Verifiche), di un’assidua frequentazione degli artisti della Neoavanguardia, nonché della profonda adesione alle loro istanze concettuali.

L’apparente dicotomia di queste due produzioni iniziali, quella “documentaria” e quella “creativa”, troverà poi, a partire dal 1980, – come la mostra ben documenta – il suo epilogo in una “rilettura” fotografica personale del mondo, definitivamente sciolto dalla contingenza del presente (e svuotato dalla presenza umana), e in continuo dialogo con la visione propria dell’autore. “..Alla fine tutto ciò che incontriamo è un paesaggio interiore…l’obbiettivo della macchina fotografica dovrebbe ‘guardare fuori’.. ed invece finisce col ‘guardare dentro’ e proiettare nel mondo una dimensione atemporale”: la dimensione della memoria personale (in “Vedute di Napoli”) e storica (in “Mediterraneo”), con le certezze del passato che salvano dall’inquietudine per il futuro.

Oltre trent’anni di fotografie, in questa esposizione, ci accompagnano lungo il percorso artistico di un grande fotografo alla scoperta del mistero di ciò che è dietro l’Immagine.

 

©CultFrame 07/2001

 

IMMAGINE

Mimmo Jodice. A Napoli negli anni settanta

INFORMAZIONI

Mimmo Jodice Retrospettiva 1965-2000

Dal 19 maggio al 9 settembre 2001

GAM

Via Magenta 31, Torino

Orario tutti i giorni 9.00-19.00 (chiuso lunedì)

Catalogo GAM, 256 pagine, 165 fotografie, testi Paul Virilio, Roberta Valtorta

 

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