Sam Taylor Wood è una giovane artista londinese. La sua ricerca è situata in un campo d’azione ideale che prevede un passaggio senza soluzione di continuità dalla fotografia al video. Le sue immagini riguardano l’essere umano, le sue relazioni con gli altri e la sua condizione di vita psicologica. La solitudine e l’incomunicabilità sembrano essere al centro della sua poetica, la frustrazione esistenziale e il dolore interiore, altri elementi contenutistici che contribuiscono ad arricchire la sua sfera espressiva e il suo mondo espressivo.
La prima mostra francese di Sam Taylor Wood, allestita a Parigi presso Le Centre National de la Photographie, risulta illuminante rispetto alle tematiche che compongono il suo universo creativo. In una grande sala, una video installazione propone su pareti contrapposte i primi piani di alcuni personaggi che vengono ripresi nella paradossale fissità di un’attesa. Volti anonimi, individui chiusi nel silenzio che navigano all’interno dei propri pensieri senza manifestare esteriormente, se non con brevi movimenti pieni di tensione, la loro angoscia esistenziale.
Vicino a questa inquietante stanza, in altri ambienti, pieni di luce, sono invece sistemati alcuni lavori fotografici. Gigantesche stampe a colori che spesso rappresentano, anche in modo realistico, situazioni di vita apparentemente normali. Un litigio tra un uomo e una donna, una persona seduta su una sedia che guarda fuori da una finestra, una ragazza su un divano, degli uomini che discutono intorno a un tavolo. Visioni panoramiche che catturano una realtà molto ampia e che costringono il fruitore a dilatare il proprio sguardo per cogliere frammenti di vita, gesti, movimenti bloccati. In genere, una grande inquadratura centrale incorniciata, deborda in altre immagini più piccole e sottostanti, immagini che riportano alla luce un particolare, o fanno emergere un altro punto di vista, oppure, semplicemente vengono utilizzate come appendici visive della fotografia principale.
Questo formato che si avvicina, e forse va oltre, la concezione cinematografica dell’inquadratura blocca nello spazio con precisione il disagio e l’ansia, in sostanza il dolore di vivere. Le relazioni tra gli esseri umani sono spesso conflittuali e sfociano nella rappresentazione di un erotismo un po’ barocco ed estremo, nel tentativo di rendere statico un effetto dinamico e nella descrizione di una solitudine pesante ed enigmatica.
Una atmosfera, quella delle opere di Sam Taylor Wood, che fa tornare in mente il cinema di Michelangelo Antonioni e che contribuisce a rendere i suoi lavori veri e propri approfondimenti, e ingrandimenti paradossali, dell’alienazione che caratterizza la società contemporanea.
©CultFrame 07/2001
IMMAGINE
Sam Taylor-Wood. Soliloquy II, 1998. ©Jay Jopling/White Cube, London
INFORMAZIONI
Sam Taylor-Wood – Photographies et films
Dal 30 maggio al 27 agosto 2001
Centre national de la photographie
11, rue Berryer, Parigi
Telefono +33.153761232
Orario tutti i giorni 12.00-19.00 (chiuso martedì)