Strategies – Fotografia degli anni Novanta

SCRITTO DA
Orith Youdovich

sharon_lockhart“Se fosse possibile vorrei non avere alcuno strumento tra me e il momento di fotografare”. Con queste parole Nan Goldin spiega le sue scelte stilistiche e la sua personale concezione della fotografia. Mezzo meccanico messo idealmente da parte, l’artista americana restituisce il suo universo in una sorta di album di famiglia. Travestiti e transessuali, amici intimi e parenti sono i protagonisti, insieme a lei, di immagini in cui sono tutti consapevoli attori. Le sue fotografie come “Joey on my roof”, “Joey and Anders on Oranienstrasse”, “Joey and Anders in bed” e “Joey laughing”, scattate agli inizi degli anni novanta a New York e Berlino, fanno parte della collezione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte.

E’ dal 1995 che la Fondazione si impegna a far emergere le tendenze dell’arte contemporanea stimolando la ricerca e la conservazione di lavori nel campo delle arti visive. Per avvicinare il pubblico al clima artistico degli anni novanta la Fondazione ha organizzato Strategies, una mostra ora allestita al Museo d’Arte Moderna di Bolzano, in cui sono riunite le sperimentazioni di trentaquattro fotografi contemporanei e che vuole evidenziare i molteplici approcci adottati da artisti attualmente attivi in Italia e all’estero.

La rappresentazione della sessualità frammentata è al centro dell’attività di Cindy Sherman. Protesi, manichini, seni di plastica e organi sessuali finti, sono elementi utilizzati da Sherman per costruire le sue ben note atmosfere in cui l’identità non ha confini precisi. Artefice della messa in scena, Cindy Sherman è allo stesso tempo interprete delle sue creazioni, in cui appare come unica protagonista.

Realtà e irrealtà, oggettività e soggettività, riproduzione e costruzione, immagine e scrittura, serie fotografiche e sequenze, identità e spazio, queste sembrano essere le tematiche principali della fotografia contemporanea ben introdotte dalla mostra arricchita dalla presenza del canadese Jeff Wall, il quale ritocca le sue opere e le monta su lightbox, da Larry Clark e Wolfgang Tillmans, le cui idee richiamano alla mente quelle di Nan Goldin, dagli scatti effettuati ai modelli costruiti da James Casebere e Thomas Demand e dai lavori delle video artiste Shirin Neshat e Georgina Starr.

Di tutt’altra matrice è l’opera di Thomas Ruff, il quale riprende i suoi anonimi soggetti senza nessun coinvolgimento emotivo, eliminando qualsiasi traccia della loro peculiarità. Il suo è uno sguardo oggettivo, esterno e distante che esclude ogni intervento personale. Sconvolgere l’idea della femminilità e della seduzione è invece l’intenzione di Vanessa Beecroft che nelle sue performance lavora sulla rappresentazione ripetitiva di corpi femminili spogliati dalla loro individualità. Luisa Lambri, vincitrice del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia, è presente con i suoi interni, luoghi privi di identità e di storia mentre Alessandra Tesi si concentra su oggetti, basati su forme e colori che dilatano la nostra esperienza visiva e sensoriale.

 

Accompagna la mostra un bel libro pubblicato da Edition Oehrli con cento immagini e con testi di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Filippo Maggia, e dei curatori Peter Weiemair, Beate Ermacora e Andreas Hapkemeyer.

 

(Altri artisti presenti nella mostra: Luca Andreoni, Antonio Fortugno, Nobuyoshi Araki, Olivo Barbieri, Julie Becker, Paolo Bernabini, Sarah Ciraci, Saul Fletcher, Noritoshi Hirakawa, Francesco Jodice, Barbara Kruger, Zoe Leonard, Sharon Lockhart, Esko Mannikko, Hellen van Meene, Ryuji Miyamoto, Tracey Moffatt, Sakiko Nomura, Catherine Opie, Collier Schorr, Hannah Starkey.)

©CultFrame 07/2001

 

IMMAGINE

Sharon Lockhart. Untitled, 1997. Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte

 

INFORMAZIONI

Strategies – Fotografia degli anni Novanta

Dal 23 giugno al 2 settembre 2001

Museo d’Arte Moderna

Via Sernesi 1, Bolzano

Telefono 0471975656

Orario tutti i giorni 10.00-18.00 / giovedì 10.00.20.00 (chiuso lunedì)

Catalogo Edition Oehrli

 

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Orith Youdovich

Orith Youdovich, fotografa, ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia concettuale e da allora dirige il proprio sguardo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge attività di ricerca artistica sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in mostre personali e collettive e ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. E' co-autrice del volume "Il vento e il melograno - Fotografia Israeliana Contemporanea", del saggio "Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni" (Postcart, 2012). Curatrice e giornalista, ha curato mostre di fotografia e dal 2009 al 2018 è stata Direttore responsabile della testata giornalistica Punto di Svista – Arti Visive in Italia.

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