Timothy Greenfield-Sanders. Un libro a cura di Demetrio Paparoni

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

timothy_greenfield_sanders-howard_hodgkinIl volto di un essere umano, il suo sguardo, la sua espressione, i suoi occhi. Le rughe che solcano il viso di un uomo, le linee delle labbra di una donna, i capelli di una ragazza, la barba di un anziano.
Il ritratto, sia pittorico che fotografico, è una porta aperta nello spaziotempo, un’immagine risucchiata in un buco nero, un’icona che nasconde sensazioni, stati d’animo, vicende, anni di vita e di passioni.
Attraverso un’inquadratura, un primo piano o una mezza figura, si può raccontare la vita di un essere vivente ed allo stesso tempo entrare profondamente nella sua psicologia e divulgarla al mondo.
In tal senso Timothy Greenfield-Sanders più che un fotografo è uno straordinario narratore delle vicende umane, un artista in grado di rappresentare un vortice di emozioni in un solo scatto, di far emergere la sfera interiore delle persone con delicatezza e abilità.

La sua cifra stilistica è allo stesso tempo semplicissima e complessa, perché dietro l’elaborazione di ritratti di personaggi più o meno famosi si cela quella che possiamo definire una sorta di impostazione filosofica, base di partenza concettuale che guida il suo occhio e la sua macchina fotografica.
Il suo universo espressivo, caratterizzato da un testa coda poetico che inizia con Nadar e si conclude con Warhol, subisce anche le evidenti influenze di alcuni grandi maestri della pittura. Da Caravaggio a Rembrandt la storia delle arti figurative attraversa le sue opere in maniera assolutamente decifrabile.
La sua dunque è una fotografia colta, esteticamente elaborata, densa di riferimenti ma anche molto personale.

tomothy_greefield_sander-christy_turlingtonUna mostra ha recentemente celebrato il suo talento a Napoli, ma per chiunque non abbia la possibilità di recarsi nella città partenopea è possibile consultare il libro pubblicato da Alberico Cetti Serbelloni Editore, curato dal critico Demetrio Paparoni.

Intitolato semplicemente Timothy Greenfield-Sanders, questo volume prestigioso e raffinato rappresenta un’iniziativa editoriale di grande valore che propone attraverso trecentocinquanta ritratti tutto il lavoro iconografico effettuato dal fotografo di Miami.

Moltissimi i personaggi che hanno posato davanti alla sua macchina fotografica con atteggiamento quasi sempre di grande serenità. Greenfield-Sanders ha il dono di saper cogliere l’essenza di un individuo e di saperlo bloccare in un istante in modo magico ed inimitabile.

Negli scatti in bianco e nero la luce assume un ruolo di primaria importanza, una luce che fa risaltare il carattere delle persone ritratte e che Greenfield-Sanders ha imparato ad usare grazie a consigli di Orson Welles, mentre nei lavori a colori gli elementi cromatici non si manifestano mai come fattori estetici autonomi ma anzi contribuiscono alla formazione di quel mosaico espressivo generato dalle scelte stilistiche dell’autore.


Questa monumentale monografia è senza dubbio uno dei libri fotografici migliori degli ultimi anni. Le stampe delle immagini sono perfette, la cura dell’impaginazione impeccabile, l’eleganza della rilegatura rara.
Le fotografie sono accompagnate da alcuni testi critici estremamente interessanti, da diverse interviste a Timothy Greenfield-Sanders e da una cronologia fotografica che racconta la biografia del fotografo americano.

©CultFrame 07/2001

 

 

IMMAGINI

1 Timothy Greenfield-Sanders. Howard Hodgkin. Artist, 1990
2 Timonty Greenfield-Sanders. Christy Turlington. Fashion model, 1998


CREDITI

Timothy Greenfield-Sanders / A cura di Demetrio Paparoni / Editore: Alberico Cetti Serbelloni, 2001 / Formato: 24x32cm / 240 pagine / Stampa a 5 colori / italiano, inglese / 67.14 euro

 

INDICE DEL LIBRO

SOMMARIO / CONTENTS
Ministro dell’occhio / Minister of the Eye / Francesco Clemente
L’icone della storia / History’s Icon / Demetrio Paparoni
Portraits
Antologia / Anthology
Apparati / Appendix

Condividi
Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009