Indagare nelle pieghe della società; proporre uno sguardo diverso e lucido sul reale, a volte selettivo, altre volte estremamente articolato; confrontarsi con il dolore; rappresentare la vita nel suo svolgersi; bloccare in un istante situazioni che inducono il fruitore alla riflessione.
L’occhio aperto, dialogante, espressivo e potente di Leonard Freed è come un telescopio puntato sull’universo degli esseri viventi, una lente d’ingrandimento che isola porzioni di realtà, un mezzo che suggerisce l’interpretazione del visibile ma non stabilisce criteri moralistici per catalogare l’esistente.
Il fotografo americano, nato a New York in una famiglia di ebrei russi, può essere considerato uno dei grandi maestri del fotoreportage, tuttora in attività.
Venticinque celebri scatti, che coprono decenni di attività, sono ora esposti a Roma presso la galleria Acta International. Una mostra, questa allestita da Diego Mormorio e Giovanna Pennacchi, che presenta, grazie ad una selezione sintetica e razionale, il lavoro di un artista che ha avuto sempre la forza di rapportarsi all’oggetto della sua ricerca in maniera estremamente coraggiosa e diretta.
Due neri, una donna e un bambino, che giocano con un idrante nel quartiere di Harlem (1963), alcuni uomini che incrociano i loro percorsi a Wall Street (1956), dei giovani che si abbracciano a Berlino Ovest (1965), pescatori in Sicilia (1975), un militare israeliano in preghiera davanti a un carro armato, i campi dei rifugiati palestinesi (1967), un uomo bloccato fisicamente dalla polizia (1979). Freed ha portato in giro per il pianeta l’obiettivo della sua macchina fotografica cercando di comprendere gli accadimenti che si verificavano davanti a lui attraverso l’effettuazione di immagini in grado di restituire il reale in tutte le sue sfumature e le sue ambiguità. Non c’è un intento giudicante nelle sue fotografie e, probabilmente, neanche un filtro ideologico che condiziona il suo lavoro. Si avverte invece l’esigenza di avvicinarsi al mondo, di svelare a se stesso e agli altri la labirintica complessità della società e di descrivere come il male non sia lontano da noi ma, anzi, sia sempre costantemente davanti ai nostri occhi. Basterebbe aprirli, gli occhi, per poter vedere questo male e, forse, per poterlo combattere.
Eppure, nonostante questo sguardo così intenso, Leonard Freed riesce a conservare una specie di sano distacco intellettuale e a creare inquadrature dotate di un incredibile equilibrio e di una perfetta organizzazione formale che, proprio perché stilisticamente ineccepibili, diventano strumento di comunicazione assolutamente efficace.
©CultFrame 10/2001
IMMAGINE
Leonard Freed. Wall Street, New York, 1956
INFORMAZIONI
Dal 12 ottobre al 10 novembre 2001
Acta International / Via Panisperna 83, Roma / Telefono 06.4742005
Orario: tutti i giorni 15.30 – 19.30 /chiuso domenica e lunedì
LINK
CULTFRAME. La forza delle emozioni, la bellezza delle imperfezioni. Intervista a Leonard Freed
Immagini realizzate da Leonard Freed