Shah–In–Shah. Un libro di Ryszard Kapuscinski

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

ryszard_kapuscinki-shahUn soldato che tiene un uomo legato ad una catena; un ufficiale persiano con accanto un fucile automatico; Stalin, Roosevelt e Churchill seduti in un’ampia veranda.

Ed ancora: lo scià di Persia immortalato insieme a Soraya, la sua sposa; il monumento di un uomo a cavallo; un strada di Teheran con alcune persone ferme ad una fermata dell’autobus.

Fotografie, immagini che evocano storie, avvenimenti politici, situazioni ambientali e sociali. Schegge di vita che stimolano il ricordo, la riflessione, l’approfondimento. Scie esistenziali che raccontano un’evoluzione, un ribaltamento che ha stravolto e cambiato la struttura di uno Stato.


Ryszard Kapuscinski, giornalista polacco corrispondente dell’agenzia Pap, fu presente nel 1980 quando il regime dello scià di Persia Reza Pahlavi crollò per lasciare spazio ad un governo a guida islamica.
Il giornalista rievoca nel suo libro intitolato Shah–In–Shah (Feltrinelli) gli accadimenti cercando di organizzare in un discorso logico e lineare tramite appunti, note personali ed anche fotografie, queste ultime utilizzate come punto di partenza fondamentale per l’elaborazione di analisi e ragionamenti relativi ad alcuni aspetti umani e ai risvolti politici.

In tal senso dunque, Kapuscinski affida alla rappresentazione della realtà effettuata attraverso il filtro di un dispositivo ottico il compito di tirar fuori dalla grande massa di informazioni che invase il mondo all’epoca della presa del potere di Khomeini il senso di un processo socio-politico che cambiò gli equilibri dell’intera regione.


Il racconto precede per brevi paragrafi, fortemente “fotografici”, flash improvvisi che aprono squarci di verità e inducono il lettore a memorizzare gli eventi quasi automaticamente. Queste continue, e per certi versi scioccanti, aperture diaframmatiche sulla storia procedono comunque in modo armonioso e si rincorrono in maniera paradossalmente ordinata e chiara, fornendo al fruitore un percorso limpido in grado di evidenziare con una messa a fuoco perfetta e tagliente il tragitto che portò al successo della rivoluzione khomeinista.

©CultFrame 10/2001

CREDITI

Shah–In–Shah / Autore: Ryszard Kapuscinski / Editore: Feltrinelli / Collana: I Narratori / Anno: 1a pubblicazione 1982. 2a edizione Feltrinelli 2001 / 188 pagine / 12,91 euro

 

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Casa editrice Feltrinelli

 

INDICE DEL LIBRO

Fogli, facce, campi in fiore / Dagherrotipi / La fiamma morta / Postfazione

 

 

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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