Solo l’allestimento e l’organizzazione logistica della personale di Claudio Abate 20 anni in atelier, apertasi a Roma il 7 dicembre 2001, giustificherebbero una visita da parte degli appassionati. Le immagini del fotografo romano sono infatti presentate in quattro ateliers situati lungo quello che a Roma viene definito il Muro Torto, un enorme muraglione che circonda la prestigiosa sede dell’Accademia di Francia: Villa Medici.
Ma saremmo veramente ingiusti se ci limitassimo ad evidenziare esclusivamente l’aspetto strutturale dell’esposizione. C’è infatti molto altro: le stampe in bianco e nero che documentano l’attività di un fotografo che è sempre stato schivo ed appartato.
Abate inizia a cimentarsi nella fotografia fin da giovanissimo per poi diventare nel 1961 assistente di Eric Lessing per Life Magazine. Il suo momento di maggior fulgore creativo riguarda il periodo che va dal 1962 a l 1977, quando si dedica principalmente a documentare visivamente le avanguardie artistiche di quegli anni. E sono proprio di quell’epoca tutte le opere che fanno parte della mostra romana.
Quello di Claudio Abate è un abilissimo e riuscito tentativo di rappresentare attraverso il dispositivo ottico l’universo poetico di alcuni artisti e l’atto del fare arte in sé. Non si limita solo però ad un semplice e banale esercizio di raffigurazione oggettiva. Impone, infatti, il suo sguardo con forza e utilizza il proprio stile compiendo un’operazione non di sovrapposizione ma di compenetrazione espressiva.
Cogliendo nel momento dell’azione cruciale, del gesto, della performance personaggi come Jannis Kounellis, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Pino Pascali, intende costruire un canale di comunicazione diretto tra la creazione artistica, la sua sublimazione e rielaborazione fotografica e l’occhio del fruitore.
Uno dei quattro studi del Muro Torto è stato completamente dedicato ad una parte specifica della ricerca di Claudio Abate. Tra il 1971 e il 1972 ha realizzato, infatti, una serie di immagini su un supporto particolare: la tela fotosensibile.
Il soggetto da ritrarre veniva posizionato accanto alla tela in una situazione di oscurità, quindi lo stesso soggetto veniva investito da un fascio di luce per circa mezzo secondo. Il risultato di questi esperimenti ha dato esiti decisamente interessanti. Corpi fantasmatici interrompono e squarciano l’angosciosa impenetrabilità del buio. Si tratta di artisti che in un chiaro gioco di simbologie portano la luce della conoscenza e della poesia in un mondo in cui la realtà sembra essere niente altro che un indecifrabile buco nero.
Da segnalare, infine, l’elegante catalogo, pubblicato da Volume, nel quale le fotografie che compongono il percorso della mostra appaiono riprodotte con assoluta fedeltà rispetto alle stampe originali.
©CultFrame 12/2001
IMMAGINI
1 Claudio Abate. Kounellis, 1975. Mostra di Perugia
2 Claudio Abate. Vettor Pisani, 1974. Non amo la natura
INFORMAZIONI
Dal 7 dicembre 2001 all’11 gennario 2002
Accademia di Francia / Villa Medici / Viale Trinità dei Monti 1, Roma / Telefono: 066761320
Orario: Visite guidate lunedì, mercoledì, giovedì 14.30 / venerdì – domenica 12.00, 14.30, 16.00
Biglietto: intero 12.000 lire (6 euro) / ridotto 8.000 lire (4 euro)
Informazioni: Futuro 0677591443
Catalogo: Volume
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