Apocalypse Now – Redux. L’uso evocativo della fotografia nel cinema

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

aspocalypse_now1Raramente dei film rimangono attuali anche dopo più di venti dalla loro realizzazione. Questo è però il caso di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola (Palma d’Oro a Cannes-1979) che, sia per motivazioni di carattere contenutistico, sia per questioni stilistiche, risulta ancora oggi straordinariamente moderno.
La versione distribuita in quest’ultimo periodo, definita “Redux”, presenta due grandi scene totalmente assenti nel montaggio dell’epoca, scene peraltro assolutamente significative, e alcuni cambiamenti relativi al finale.

Abbiamo dunque potuto rivedere, dopo un’attenta operazione di restauro e di “ri-montaggio” filologico (sceneggiatura alla mano), quello che senza dubbio può essere considerato uno dei capolavori del cinema del dopoguerra.


Apocalypse Now è un lungometraggio di notevole importanza anche perché riflette nella sua struttura formale e nei suoi risvolti estetici le tendenze dell’arte contemporanea degli anni sessanta-settanta. Ci si trova quindi a che fare non solo con un ottimo prodotto cinematografico ma anche con un vero e proprio oggetto artistico, concepito in base ad alcune tendenze concettuali decisamente decifrabili.


Anche la fotografia è entrata a far parte di questa ampia architettura espressiva ideata da Coppola. Ed è entrata in maniera così significativa che ha finito per assumere un ruolo fondamentale nell’economia poetica dell’intera pellicola.


La fotografia, infatti, come elemento concreto (cartaceo) e strumento di raffigurazione simbolica della realtà irrompe nella vicenda quando il capitano Willard (Martin Sheen) giunge nella base americana in Vietnam dove deve partecipare ad una riunione con agenti della CIA ed alti ufficiali. In questa sequenza cruciale, il personaggio centrale, il colonnello Kurtz (Marlon Brando) viene messo in scena principalmente attraverso alcune riproduzioni fotografiche che vengono mostrate proprio a quello che diventerà il suo “carnefice”. L’immagine ha, in questo caso, una chiara funzione evocativa. Rimanda ad un individuo di cui conosciamo le fattezze e la voce (si sente in una registrazione delirante) ma che ci sfugge dal punto di vista psicologico. Ed è nello svelamento del senso di questo punto oscuro che i ritratti del colonnello Kurtz aiutano lo spettatore a comprendere il lato misterioso e angoscioso del protagonista.


aspocalypse_now2L’immagine attiva un processo di analisi più efficace delle parole e dei suoni. Durante il suo viaggio nel cuore del Vietnam verso il nascondiglio di Kurtz, Willard si ritrova ad esaminare più volte il volto del colonnello; inizia a capire la terribile e agghiacciante profondità del suo pensiero guardando a lungo quelle fotografie, scatti che lo mettono in contatto con la sfera interiore impazzita della sua “vittima” già molto tempo prima del loro incontro.

Quando Willard arriverà nel covo dell’ex colonnello dell’esercito americano ci sarà ad accoglierlo, oltre ad una massa di guerriglieri-sudditi, un fotoreporter statunitense che ha deciso di rimanere con Kurtz. Occhi spiritati, movimenti agitati, discorsi visionari, con innumerevoli macchine fotografiche appese al collo, questo personaggio, interpretato magistralmente da Denis Hopper, incarna chiaramente la metafora vivente dello “sguardo impazzito” del mondo occidentale e capitalistico che, in una sorta di scomposta fuga dalla realtà, ha delegato la rappresentazione del mondo a puri meccanismi ottici (gli obiettivi fotografici) mentre i propri occhi sono intenti alla creazione di un panorama esistenziale folle e mostruoso.

Come si evince da questa nostra parziale analisi, Apocalypse Now-Redux è dunque film estremamente complesso che affonda le sue radici non solo nell’arte contemporanea, ma anche nella filosofia, nella psicologia e nella sociologia delle comunicazioni e dei massmedia.


©CultFrame 12/2001

 

 

CREDITI

Apocalypse Now-Redux / Regia: Francis Ford Coppola / Sceneggiatura: John Milius, Francis Ford Coppola, Michael Herre dal romanzo Heart of Darkness di Joseph Conrad / Fotografia: Vittorio Storaro / Montaggio: Richard Murks, Walter Much / Effetti speciali: Larry Cavanaugh, Jerry Endler, Rudy Liszczak /  nterpreti: Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Denis Hopper / Produzuzione: Omni Zoetrope / Distribuzione: Buena Vista / Paese: USA, 1979; 2001 (Redux) / Durata: 203 minuti

 

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Filmografia di Francis Ford Coppola

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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