Le idee della fotografia. La riflessione teorica dagli anni sessanta a oggi. Un libro di Claudio Marra

SCRITTO DA
Orith Youdovich

claudio_marra-idee_della_fotografiaUna mezza arte, un’arte applicata, una non-arte. Quante definizioni per etichettare la fotografia e quante resistenze nei confronti di un mezzo che minacciava di invadere il campo della tanto amata pittura. E quante critiche, da Baudelaire fino ai militanti delle avanguardie storiche, nei confronti di un’espressione che insisteva nel voler essere considerata arte, nonostante, al contrario della pittura, riflettesse il reale ed escludesse l’intervento manuale.


Per tentare di dare ordine al sofferto discorso sulla fotografia, sul suo linguaggio e sullo spazio che le spetta all’interno dell’arte, Claudio Marra espone nel volume edito da Bruno Mondatori Le idee della fotografia le opinioni di diversi critici e intellettuali. Si parte dal termine “art moyen”, coniato da Bourdieu, e dalla definizione di “medianità”, che, come suggerisce la parola stessa, dovrebbe essere elemento di mediazione tra la fotografia sociale dalle finalità pratiche, come quella familiare, pubblicitaria e giornalistica, e quella artistica che queste finalità non ha. Queste due forme espressive messe a confronto sono accomunate da un linguaggio che non si riassume nelle tecniche da manuale (uso della luce, scelta delle tonalità e dell’inquadratura), bensì nell’approccio e nei concetti stessi di memoria e di tempo, di presenza e possesso.


Ma la questione centrale, e sempre scottante, che attraversa la storia della fotografia da 160 anni a questa parte (raccontata da Marra nel precedente libro edito da Bruno Mondadori Fotografia e pittura nel Novecento”) ovvero se la fotografia sia arte, aveva una sua legittimità nell’800, mentre appare fuori luogo già dai primi anni del ventesimo secolo, anni in cui l’idea di arte subisce una modifica sostanziale, in quanto viene ridimensionato il fattore tecnico della realizzazione di un’opera in favore di quello concettuale.

Estremamente interessante è il capitolo incentrato sulla virtualità, una dimensione percettiva innovativa e recente. Insieme al concetto di “estetico”, che indica un tipo di esperienza sensoriale che prescinde dall’opera materiale, e al “medium”, che offre invece una relazione con la realtà evocata dal “mezzo”, il “virtuale”/non reale darebbe un ulteriore impulso alla legittimazione della fotografia come arte, eliminando l’argomentazione secondo la quale questa pratica “peccherebbe di duplicazione della realtà”.

Le riflessioni di teorici e studiosi (la lista completa nell’indice del libro) in parte già raccolte nel volume Pensare la fotografia, pubblicato nel 1992, e aggiornate ne Le idee della fotografia permettono dunque di percorrere con un certo metodo la tormentata e interminabile discussione intorno all’identità della fotografia.

©CultFrame 12/2001

 

 

CREDITI

Titolo: Le idee della fotografia – La riflessione teorica dagli anni sessanta a oggi / Autore: Claudio Marra / Editore: Bruno Mondadori, 2001 / 353 pagine / 19,63 euro

 

LINK

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CULTFRAME. La fotografia. Illusione o rivelazione? Un libro di Francesca Alinovi e Claudio Marra

Casa editrice Bruno Mondadori

 

INDICE DEL LIBRO

 

1 Premessa / 7 Effetto medio

23 La pratica sociale
Jean A. Keim, La fotografia e l’uomo, p. 30; Alain Jaubert, Commissariato degli archivi, p. 34; Franco Ferrarotti, Dal documento alla testimonianza. La fotografia nelle scienze sociali, p. 37; Roland Barthes, Fotogenia elettorale, p. 40; Fotografie choc, p. 42; Pierre Bourdieu, La fotografia, p. 44; Italo Calvino, Le follie del mirino, p. 49; Emilio Servadio, Psicologia e psicopatologia del fotografare, p. 52; Edoardo Giusti, Maria Claudia Proietti, Fototerapia e diario clinico, p. 55; Hrayr Terzina, La fotografia psichiatrica, p. 60; Ando Gilardi, Wanted, p. 64; Manlio Brusatin, Storia delle immagini, p. 68; diego Mormorio, Un’altra lontananza, p. 71; Angelo Schwarz, La commedia del ritratto, p. 74; Goffredo Fofi, L’anima e il volto, p. 77; Gillo Dorfles, Fotografia e pubblicità nella società contemporanea, p. 81; Marino Rivolsi, Un’alluvione di immagini, p. 83; Vilém Flusser, Per una filosofia della fotografia, p. 87; Lamberto Pienotti, Il discorso confezionato, p. 91; Gisèle Freund, Fotografia e società, p. 94; Andrea Nemiz, Che tipo di giornalismo è questo?, p. 97; Arturo Carlo Quintavalle, Il territorio della fotografia, p. 100; Pino Bertelli, Contro la fotografia, p. 103.

107 I problemi del linguaggio
Boris Ejchenbaum, I problemi dello stile cinematografico, p. 115; Jurij Tynjanov, Le basi del cinema, p. 116; Attilio Colombo, Il linguaggio della fotografia, p. 118; René Lindekens, Semiotica della fotografia, p. 122; Roland Barthes, Il messaggio fotografico, p. 125; Retorica dell’immagine, p. 129; Umberto Eco, s.t., p. 131; Sugli specchi, p. 132; Michele Giordano, Fotografia e storia, p. 134; Claudio Marra, L’asse Rose/Duchamp, p. 139; Carlo Gentili, Fotografia, analogia, irrealtà, p. 146; Viviana Gravano, L’immagine fotografica, p. 150; Eugenio Piccini, Retorica della fotografia, p. 154; Omar Calabrese, La fotografia come testo e come discorso, p. 158; Gianfranco Bettetini, Il segno dell’informatica, p. 163; Liborio Termine, La scrittura fotografica, p. 167; Christian Metz, La significazione nel cinema, p. 171; Rino Mele, Tropici di carta, p. 173; Philippe Dubois, L’atto fotografico, p. 175; Max Black, Come rappresentano le immagini, p. 177.

183 I rapporti con le arti visive
Heinrich Schwarz, Arte e fotografica, p. 192; Peter Galassi, Prima della fotografia, p. 196; Michael G. Jacob, il dagherrotipo a colori, p. 200; Pierre Francastel, Lo spazio figurativo dal Rinascimento al Cubismo, p. 204; Mario Costa, Della fotografia senza soggetto, p. 205; Filiberto Menna, La linea analitica dell’arte moderna, p. 210; Marina Miraglia, La fotografia pittorica, p. 212, Arturo Carlo Quintavalle, Messa a fuoco, p. 215; Piero Racanicchi, E’ nata una nuova arte (ma ha già 150 anni), p. 218; Valentina De Angelis, Arte e linguaggio nell’era elettronica, p. 222; Rudolf Arnheim, Sulla natura della fotografia, p. 225; Intuizione e intelletto, p. 229; Cesare Brandi, Le due vie, p. 233; Dino Formaggio, La funzionalità progettuale diffusa e le arti artigianali, p. 237; Umberto Eco, Di foto fatte sui muri, p. 240; Gillo Dorfles, Appunti per un’estetica della fotografia, p. 244; Gaddo Morpurgo, L’architettura fra le immagini di se stessa, p. 248; Carlo Bertelli, La fotografia come critica visiva dell’architettura, p. 251; Marisa Galbiati, Fotografia e cultura architettonica: un difficile dialogo, p. 255; Daniela Palazzoli, Descrizione di una battaglia: l’immagine, p. 257; Filiberto Menna, Arte e Fotografia, p. 261; Rosalind Krauss, Marcel Duchamp o il campo immaginario, p. 266.

271 L’estetico, il mediale, il virtuale
André Bazin, Ontologia dell’immagine fotografica, p. 281; Siegfried Kracauer, Film: ritorno alla realtà fisica, p. 285; Prima delle cose ultime, p. 289; Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, p. 293; Guido Piovene, Il valore dell’attimo, p. 297; Paul Valéry, Centenario della fotografia, p. 299; Edoardo Sanguineti, Ma com’è fotogenica la realtà… anche troppo, p. 302; Giulio Bollati, Note su fotografia e storia, p. 305; Susan Sontag, Sulla fotografia, p. 308; Roland Barthes, La camera chiara, p. 312; Wim Wenders, Una volta, p. 316; Philippe Dubois, L’atto fotografico, p. 320; Francesca Alinovi, La fotografia: l’illusione della realtà, p. 322; Claudio Marra, Fotografia e cultura della simulazione, p. 326; Viviana Gravano, Crossing, p. 338; Massimo Cacciari, Il “fotografico” e il problema della rappresentazione, p. 340.

345 Bibliografia / 349 Indice dei nomi

 

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Orith Youdovich

Orith Youdovich, fotografa, ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia concettuale e da allora dirige il proprio sguardo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge attività di ricerca artistica sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in mostre personali e collettive e ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. E' co-autrice del volume "Il vento e il melograno - Fotografia Israeliana Contemporanea", del saggio "Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni" (Postcart, 2012). Curatrice e giornalista, ha curato mostre di fotografia e dal 2009 al 2018 è stata Direttore responsabile della testata giornalistica Punto di Svista – Arti Visive in Italia.

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