Clip City. Music Videos and Architecture. Una mostra a Rotterdam

SCRITTO DA
Orith Youdovich

jonathan_glazer-jamiroquaiIl noto skyline di New York, tristemente sfigurato l’11 settembre 2001, è una delle scenografie più frequenti nei videoclip. La metropoli americana, con le sue strade, i suoi grattacieli, i parchi, le periferie, i sotterranei, accompagna spesso lo scorrimento di note e ritmi musicali. Ma anche altre città, come Londra e Parigi, fortemente riconoscibili per stile e atmosfere, vengono utilizzate come ambientazioni sceniche da registi affascinati dalle realtà urbane.

La videogenica New York fa da sfondo in Devils’ Haircut di Beck (1996), diretto da Mark Romanek, e in Love is Strong di David Fincher (1994), nel quale i Rolling Stones attraversano le strade di Chinatown, Central Park e Times Square, fornendo della città un’immagine di libertà e dinamismo.


Architettura e videoclip è il tema centrale della manifestazione Clip City organizzata dal Netherlands Architecture Institute (NAI), un ente culturale la cui sede, progettata da Jo Coenen, è situata nella zona dei musei nel centro di Rotterdam. Il NAI, il quale possiede una delle più vaste collezioni del mondo attinente all’architettura (in 15 chilometri di scaffali sono raccolti disegni, schizzi, modellini, fotografie, libri e riviste) ha voluto affiancare Clip City all’International Film Festival di Rotterdam (già concluso), e più precisamente alla sezione “Exploding Cinema” interamente dedicata ai filmati musicali.


dawn_shadforth-kylie_minogueCosì, dopo la notizia dell’acquisizione da parte di musei di videoclip, anche il NAI apre i suoi battenti a questa nuova espressione artistica, nata per lanciare brani musicali e pubblicizzare le uscite degli album. Terreno di sperimentazione e di ricerca nell’ambito del quale si incrociano diversi mondi creativi, il videoclip accoglie per l’appunto architettura, design di interni e spazi urbani, elementi di decoro delle sempre più accattivanti immagini estetiche in movimento.


Se le tipologie architettoniche non sono reperibili “in natura” e se le visioni superano la realtà, le strutture immaginarie sono realizzate digitalmente, come in Scream, prodotto dai costi proibitivi creato da Mark Romanek, in cui Michael e Janet Jackon si muovono all’interno di una navetta spaziale “costruita” ad hoc e fin nei minimi dettagli. Jamiroquai invece, in Virtual Insanity di Jonathan Glazer, balla in un cubo bianco dal pavimento ruotante, arredato con mobili e oggetti in balia di un continuo cambio di prospettive.


Tra gli altri lavori, in visione fino al 14 aprile, spiccano I Can’t Get You Out Of My Head interpretato da Kylie Minogue e girato da Dawn Shadforth, Don’t Panic dei Coldplay, diretto da Tim Hope e infine Adore di I:Cube realizzato da Seb Drhey & Benoit Millet.


©CultFrame 02/2002

 

 

IMMAGINI

1 Dal video Virtual Insanity. Interprete Jamiroquai. Regista Jonathan Glazer
2 Dal video I Can’t Get You Out Of My Head. Interprete Kylie Minogue. Regista Dawn Shadforth


INFORMAZIONI

Dal 26 gennaio 2001 al 14 aprile 2002

NAI / Museumpark 25, Rotterdam (Olanda) / Telefono: +31.0104401200

Orario: martedì – sabato 10.00 – 17.00 / domenica 11.00 – 17.00

Biglietto: intero 5,00 euro / ridotto 3,00 euro

 

LINK

NAI – Netherlands Architecture Institute, Rotterdam

 

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Orith Youdovich

Orith Youdovich, fotografa, ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia concettuale e da allora dirige il proprio sguardo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge attività di ricerca artistica sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in mostre personali e collettive e ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. E' co-autrice del volume "Il vento e il melograno - Fotografia Israeliana Contemporanea", del saggio "Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni" (Postcart, 2012). Curatrice e giornalista, ha curato mostre di fotografia e dal 2009 al 2018 è stata Direttore responsabile della testata giornalistica Punto di Svista – Arti Visive in Italia.

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