Angèle Etoundi Essamba. Fotografie 1998-2001. Una mostra a Roma

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

angele_essamba-etounda1Un’iride nera come il carbone emerge da un occhio bianco come il latte. Lo sguardo è fiero, arcano e sensuale. L’espressione carnale ma non languida, inquietante e quindi attraente. Le labbra, grandi e turgide, si “aprono” al mondo come due specchi capaci di raccontare un universo in cui erotismo e dignità sono le due facce della stessa medaglia.
Guardiamo i loro tratti contemporaneamente delicati e marcati, e li troviamo così meravigliosamente insostenibili, così veri e densi di sensibilità.
I ritratti fotografici di Angèle Etoundi Essamba ci restituiscono con forza la figura della donna africana, una donna rappresentata come esempio sublime della soavità muliebre ma anche come simbolo di un’identità che grazie anche ad una fisicità sconvolgente afferma la propria personalità. Il merito dell’artista camerunese è dunque quello di presentare il femminile esaltando le sue caratteristiche reali, costringendo però il fruitore a compiere un’analisi profonda che lo induca a confrontarsi con l’enigma dell’essere donna, con tutto il bagaglio di simboli arcaici e mitologici che ciò comporta.

EA 895La mostra, allestita presso la galleria 2RC di Roma, propone un lavoro denominato Noirs, in cui l’autrice africana avvicina decisamente il suo obiettivo al volto costruendo delle composizioni basate su un bianco e nero scultoreo e arditamente contrastato e su una grana delle stampa pastosa e delicatamente ruvida in grado di tirare fuori emozioni dalle forme delle linee e dall’apparente tridimensionalità degli scatti.
Un viso dietro una rete bianca, un altro semplicemente velato grazie ad un effetto visivo, la potenza esplosiva della muscolatura, la rotonda delicatezza di una pancia che contiene in sé il frutto dell’amore. Ciò che contraddistingue queste elaborazioni è il desiderio da parte dell’artista di ripercorrere con sincerità il mistero del labirinto femminile senza perdersi in voli concettuali ma evidenziando il valore assoluto della bellezza, intesa non come patina superficiale, non come glamour plastificato, ma come risultato visivo (visibile) di una sostanza interiore fatta di sentimenti, dolcezza, energia e poesia interiore, elementi questi in genere estranei alla mentalità maschile che invece albergano naturalmente nei corpi e soprattutto negli animi e nelle menti delle donne.

©CultFrame 04/2002


IMMAGINI

1 Angèle Etoundi Essamba. Noirs 61, 2001
2 Angèle Etoundi Essamba. Noirs 29, 2000

INFORMAZIONI
Dal 4 aprile al 10 maggio 2002
Galleria 2RC / Via delle Mantellate 15/A, Roma  / Telefono: 06.6868878
Orario: lunedì – venerdì  15.00 – 19.00 / sabato per appuntamento / Ingresso libero

LINK
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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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