Indiani. Un libro di Edward S. Curtis

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

edward_curtis-indianiL’iconografia tipica del cinema americano commerciale e la distorta (e insana) mitologia della civilizzazione imposta dall’uomo bianco, hanno generato nella produzione hollywoodiana innumerevoli film in cui l’indiano nativo americano era dipinto sotto una luce falsa ed errata che tendeva ad evidenziare presunte inverosimili attitudini violente e primitive. Si trattava in realtà del tentativo da parte della ricca società americana di dare forma e struttura, accettabile moralmente, ad un violento processo di colonizzazione di cui hanno fatto le spese proprio gli autoctoni del continente nord americano.

Eppure già nel 1914, Edward S. Curtis con il suo lungometraggio In the Land of the Headhunters cercò di stroncare sul nascere questa incresciosa tendenza alla raffigurazione in chiave negativa degli indiani. Quello girato da Curtis era un film di finzione di impostazione etnologica, con qualche tocco creativo dello stesso autore che in seguito fu accusato di non aver svolto il lavoro in maniera rigidamente filologica.

Ma a parte quest’opera cinematografica, Curtis è noto per essere stato il cantore visuale degli indiani d’America, rappresentati in un’ampia collezione fotografica di notevole importanza.

Una piccola ma interessante selezione è stata pubblicata dalla casa editrice Taschen, nella collana Icons.


edward_curtis-indiani1Ritratti frontali con sguardo in macchina, profili ieratici, sorrisi infantili appena accennati, scene di vita quotidiana, uomini mascherati, occhi neri come il carbone. Curtis passa dal volto di questi individui al contesto ambientale in cui vivono, denotando un’attenzione scientifica per la documentazione visiva di un popolo strettamente collegato alla natura e ai grandi spazi. Dai visi di questi uomini e di queste donne emerge una forza umana impressionante. Ogni ruga, ogni segno sembrano come scolpiti dal/nel tempo. L’equilibrio dei lineamenti, la fierezza dello sguardo, l’antica profondità espressiva di queste figure trasformano immagini fotografiche in icone di un mondo, ormai quasi totalmente scomparso, portatore di un patrimonio di tradizioni e usi di grandissima importanza.


Il volume Taschen dedicato all’opera di questo fotografo riporta circa centoquaranta immagini di grande impatto visivo e storico e si conclude con una biografia, forse un po’ schematica, ma estremamente utile per tutti gli appassionati di fotografia.


©CultFrame 06/2002

 

 

IMMAGINI

1 Copertina del libro Indiani di Edward S. Curtis

2 Edward S. Curtis. Ragazza Qahatika, 1907

 

CREDITI

Titolo: INDIANI / Immagini: Edward S. Curtis / Editore: Taschen, 2001 / 190 pagine / Prezzo: 6,65 euro

 

LINK

CULTFRAME. L’Indien d’Amérique du Nord. Mostra di Edward S. Curtis

Edward S. Curtis – Il sito

Immagini realizzate da Edward S. Curtis

Casa editrice Taschen

 

INDICE DEL LIBRO

Portfolio / Edward Sheriff Curtis
HANS CHRISTIAN ADAM / Edward S. Curtis e gli indiani dell’America del Nord
Biografia / Didascalie del portfolio / Crediti fotografici

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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