Una mostra del fotografo russo Alexey Titarenko occupa due sale al primo piano del Musée Reattu, quelle che si affacciano sull’ampio Rodano, e la sua visita segue quelle, al pian terreno, ad Al-Ani e all’esposizione dei capolavori di Edward Weston dalle collezioni del museo. Il suo titolo è I quattro movimenti di San-Pietroburgo, pare tratto da un’opera musicale, ed evoca subito un’atmosfera particolare che si immagina pervasa dalle sue note.
Quando inizia la visita, la quadruplice serie di fotografie in bianco e nero, che Titarenko ha scattato lungo le strade della sua città, svela proprio uno sviluppo sinfonico: Dal mattino alla sera, in inverno, La città delle ombre, Le notti bianche, Il tempo incompiuto sono sequenze distinte eppure legate. Le fotografie, lo diciamo subito, sono di grande bellezza. La raffinatezza e il fascino sottile delle stampe, lasciano affiorare con lentezza la complessità che esse presentano sotto il profilo tecnico. Le superfici presentano spesso lievi variazioni cromatico-tonali, anche nella stessa immagine, modificando l’impatto percettivo di una gamma di grigi vasta e delicata. Titarenko fa poi un ampio uso delle pose lunghe, agendo probabilmente anche davanti all’obbiettivo.
Quel che emerge da questo attento insieme di studio e di improvvisazione è un lavoro nel quale protagonista assoluto è il Tempo, le cui diverse dimensioni sono intrecciate in molteplici metafore. C’è il tempo storico del Novecento russo, il movimento di masse che rimanda al cinema di Sergej Ejzenštejn, ma anche i segni della contemporaneità e le immobili architetture di San-Pietroburgo, città sempre ai confini, politici e geografici, dell’Europa. C’è il tempo della vita delle persone, ora presenze concrete, e subito dopo fantasmi, come quelle ritratte un secolo prima da Eugène Atget a Parigi. C’è il tempo letterario delle pagine di Dostoevskij, e quello impalpabile dei momenti che separano il sogno dalla realtà. E poi, c’è il tempo della fotografia. Alcune stampe paiono vecchi collodi mal conservati, altre hanno i grigi del clorobromuro. Il formicolio dei passanti ricorda talvolta quelle prime fotografie urbane che sembra abbiano ispirato gli Impressionisti. La capacità della fotografia di testimoniare la propria epoca si sposa a quella di farne poesia.
© CultFrame 07/2002
IMMAGINI
1 e 2 Alexey Titarenko. St. Petersburg, 1993
INFORMAZIONI
Dal 6 luglio all’8 settembre 2002
Musée Réattu / Grand Prieuré de Malte / Arles, Francia
Orario: 10.00 – 19.00
Biglietto: 5 euro
LINK
Il sito di Alexey Titarenko
Rencontres internationales d’Arles