È stato definito il film scandalo della 59° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Alcuni ne hanno parlato come un volgare prodotto pornografico, altri come un’opera traumatizzante, ma esteticamente irrilevante.
Stiamo parlando di Ken Park, lungometraggio presentato nell’ambito del Festival del Lido nella sezione Controcorrente, che ha segnato il ritorno dietro la macchina da presa (in co-regia con il noto direttore della fotografia Ed Lachman) del grande fotografo americano Larry Clark.
Nato a Tulsa (Oklaoma) nel 1943, Clark è stato sempre un artista estremamente attento alla rappresentazione della provincia americana. Il suo sguardo, limpido e diretto, cattura da decenni la realtà esterna evitando autocensure e cercando di far emergere quelli che la borghesia considera invisibili, se non addirittura da non vedere: prostitute, tossicodipendenti, emarginati di ogni genere.
Il suo volume intitolato Tulsa (1971) è in ogni caso considerato uno dei lavori più importanti della fotografia contemporanea americana, mentre i suoi film Kids (1995) e Bully (2001), due tra i lungometraggi più alternativi e trasgressivi del cinema statunitense. Il suo interesse per il mondo dei giovani ha trovato in Ken Park, il suo massimo sviluppo dal punto di vista poetico e stilistico. Ragazzi costretti a confrontarsi con un adulti “malati”, insensibili e devastati psicologicamente trovano in una sessualità giocosa e pura una forma di comunicazione sconosciuta ai loro genitori, legati ad un feticismo di natura pseudo-religiosa e tendenzialmente incestuosi.
Clark, come suo solito, non pone limiti alla sua ricerca espressiva e figurativa. Scene di masturbazione maschile e femminile, orge, giochi erotici, nonché un suicidio e un atroce omicidio, vengono proposti allo spettatore nella loro dimensione fenomenologica, senza nessuna morbosità o intenzione superficialmente voyeuristica. Le inquadrature sono essenziali e descrittive, non cercano il dettaglio (come nel porno) ma non escludono nulla della fisicità degli atti sessuali. Semplicemente raccontano una realtà che l’occhio imborghesito e bigotto del cinema commerciale nega costantemente.
All’accusa di aver realizzato una banale pellicola hard, Clark risponde: “Punterò sulla qualità del film. Credo sia un film onesto”. Ma oltre che onesto, Ken Park è un lavoro rigoroso e profondo, costruito su una lucidità intellettuale molto alta, su un acuto spirito di osservazione della crudeltà della società e sull’esigenza di separare il mondo potenzialmente felice dell’adolescenza da quello corrotto e autodistruttivo dei grandi.
© CultFrame 09/2002
CREDITI
Ken Park / Regia: Larry Clark e Ed Lachman / Sceneggiatura: Harmony Korine / Fotografia: Ed Lachman e Larry Clark / Montaggio: Andrew Hafitz / Interpreti:James Ransone, Tiffany Limos, Stephen Jasso, James Bullard / Formato: 35mm, colore / Paese: USA, Paesi Bassi, Francia, 2002 / Durata: 96 minuti
SUL WEB
Filmografia di Larry Clark