Un Paese, tre artisti. Mostra su Luzzara per il centenario di Za

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

cesare_zavattiniNel 1949 il grande fotografo Strand e lo sceneggiatore e scrittore Cesare Zavattini si incontrarono a Perugia nell’ambito di un congresso internazionale di cineasti, al quale partecipava anche Pudovkin. In quell’occasione nacque un’amicizia che esattamente sei anni dopo avrebbe portato alla realizzazione di un volume che sarebbe rimasto nella storia dell’arte fotografica: Un Paese.

Le opere visive di Strand erano accompagnate da testi di Zavattini, in una sorta di approfondimento poetico-sociale dell’Italia contadina del dopoguerra. Due decenni dopo, nel 1976, Zavattini, orfano di Strand, ritornò nello stesso luogo, il paese di Luzzara, con un altro maestro della fotografia Gianni Berengo Gardin, portando a termine per la casa editrice Einaudi, un libro intitolato: Un paese vent’anni dopo.
Dunque, appare più che ovvio che nell’ambito delle manifestazioni dedicate al centenario della nascita di Cesare Zavattini queste due opere concettuali, prima che artistiche, fossero riproposte in maniera adeguata al loro valore e al loro significato. Si è pensato, così, di allestire una mostra che mettesse in relazione idealmente i due lavori (Zavattini-Strand/Zavattini-Berengo Gardin) in un percorso in grado di fornire al visitatore il senso della continuità espressiva e contenutistica dell’avventura zavattiniana.


Il corpo dell’esposizione è composto da 120 immagini: 104 scatti di Berengo Gardin, 11 ritratti di Strand e 5 fotografie fornite dal figlio di Zavattini che riprendono la fase di preparazione di alcune inquadrature di Strand.
Nelle opere di Strand si avverte una forza espressiva solidissima. Le inquadrature semplici e ben equilibrate raffigurano la natura primordiale di una società ancora strettamente legata alla terra. I ritratti, sempre frontali e spesso caratterizzati dallo sguardo in macchina, raccontano esistenze difficili, povertà e sofferenze ma anche l’equilibrio di una vita attaccata ai ritmi dello scorrere millenario del mondo. Certo, il vero capolavoro di Strand è rappresentato da un’altra opera: il gruppo (cinque uomini e una donna) disposto come in una “coreografia statica” davanti l’uscio di casa. I piedi nudi, le mani in tasca, gli sguardi seri incastonati in visi aperti e puliti, Strand seppe cogliere l’essenza di una popolazione piena di dignità e forse di speranza.


Abbastanza differente fu l’approccio di Berengo Gardin. Si avverte, infatti, nelle sue opere tutta l’evoluzione che l’arte fotografica ha avuto nell’arco di tempo che va dal 55 al 75. Se il legame con Strand è assicurato dai ritratti ancora vivi degli individui immortalati dall’artista americano due decenni prima, il tocco di Berengo Gardin si avverte in una certa tendenza ad una fotografia documentaristica leggermente analitica e meno emozionante.

Il fotografo ligure inoltre entra nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro e cerca di fornire anche un quadro urbanistico di Luzzara con scatti dall’alto. A differenza di Strand più concentrato sui volti e sulla sfera interiore degli individui, Gianni Berengo Gardin si esprime inoltre attraverso il ritratto ambientato, scelta che evidenzia certe particolari connotazioni della situazione ambientale e sociale del luogo.


In occasione di questa celebrazione l’editore Federico Motta ha curato la riedizione del volume di Berengo Gardin, ripresentando meritoriamente sul mercato dell’editoria fotografica uno dei libri più importanti del settore, ormai difficile da reperire.

Questa operazione espositiva dunque, ospitata presso la Biblioteca Comunale di Luzzara, è basata un progetto estremamente interessante poiché intreccia due stili visuali in un unico discorso non solo collegando le immagini ma anche usufruendo dello spirito autenticamente popolare e vivo di un personaggio come Cesare Zavattini che non dimenticò mai le sue radici e il suo posto.


©CultFrame 09/2002

IMMAGINE

Cesare Zavattini

INFORMAZIONI

Un Paese, tre artisti

Dal 21 settembre 2002 al 5 gennaio 2003

Bibilioteca Comunale Cesare Zavattini

Via Filippini 29, Luzzara

Telefono 0522977667

Orario venerdì 15.00-23.00, sabato e domenica 10.00-23.00, martedì, giovedì e venerdì mattina su appuntamento (chiuso lunedì)

Volume Federico Motta Editore, Formato 30×26,5, 144 pagine, 158 fotografie bicromie, ISBN 8871793374

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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