Juan Rulfo è da tutti riconosciuto come il più grande scrittore messicano del Novecento, ma recentemente si sta riscoprendo, con crescente interesse, l’eccezionalità della sua produzione parallela a quella letteraria: le sue fotografie. Nel 2001 è stato pubblicato uno splendido volume dedicato ad esse, edito ora in Italia da Jaca Book, mentre tali immagini sono state oggetto, lo scorso autunno, di un’esposizione nell’ambito del Mois de la Photo a Parigi.
Abbiamo parlato di percorsi paralleli di fotografia e scrittura, in realtà ciò va inteso solo in senso strettamente pratico, perché l’indissolubilità di queste attività, e con esse anche l’impegno nella cinematografia come soggettista, va forse ancora decifrata a fondo, ma è subito chiarissima a chi ci si voglia avvicinare. «Scrittura della luce, fotografia della parola» è l’efficace chiasmo concettuale con cui E. Rivero indica l’intreccio nella poetica rulfiana di due azioni, frutto del medesimo atto visivo e mentale. La scena è il Messico rurale degli anni Quaranta e Cinquanta, con i villaggi, l’architettura coloniale e quella precolombiana, una natura affascinante ma non certo benevola, e naturalmente il popolo, quello autentico. Rulfo descrive con le parole come con la fotocamera, mostrando ciò che vede, sicché le cose appaiono una dopo l’altra secondo una sintassi elementare, ma nitidissime. Colpisce la «meravigliosa dignità» dei volti ritratti da Rulfo, e la loro «bellezza delle forme che si rifiutano di essere dimenticate» (C. Fuentes), ma anche, in un senso più ampio, il modo di appartenere alla storia del paese e la relazione intrattenuta con l’esistenza. Sofferenza, violenza e morte sono infatti una presenza trasudante dalla storia del Messico, solo intuibili nelle immagini, più esplicite nei racconti, sia pur vaporizzate e sospese nell’atmosfera della quotidianità. Il rapporto con la morte appare così di una insolita naturalezza, e il popolo vive consapevolmente nella sfera del tempo, dove le piccole cose si consumano nell’apparente immutabilità del tutto.
Rulfo fotografo resta «distante sia da un formalismo esasperato quanto da un approccio sociale o sociologico», scrive Cassanelli nella presentazione dell’edizione italiana. Osservandone le immagini e le scelte compositive, percepiamo una dichiarazione di umiltà dello sguardo, sembra volerci dire che non può creare le forme, perché sono lì da sempre. Con tutta la umana partecipazione, Rulfo si pone difatti fuori da quella sfera del tempo, raccontando un popolo che incarna in ogni figura una storia millenaria ininterrotta, e lo si capisce dalle analogie che coglie tra i volti umani e quelli di pietra delle statue maya, tra le croci cristiane e gli idoli antichi. L’architettura stessa «si trasforma in espressione della dolorosa storia del paese» (E. Billeter); Rulfo però ne esclude sostanzialmente la metropoli, dove pure ha abitato, ma dove paradossalmente sembra, ai suoi occhi, non abitare alcun uomo. In Paso del Norte scrisse: «La gente dei paesi se ne andava alle città. Nelle città la gente si perdeva; si dissolveva tra la gente».
Oltre ai saggi che approfondiscono il significato assoluto dell’opera rulfiana, quello di Victor Jimenez, direttore della Fundaciòn Juan Rulfo, traccia un interessante inquadramento storico-culturale di quel periodo, rievocando Rivera e Orozco, Weston e Modotti. L’arte di Rulfo è figlia, in egual misura, di quei fermenti e della sua capacità unica di vedere il Messico secolare.
©CultFrame 01/2003
CREDITI
Titolo: Messico: Juan Rulfo fotografo / Testi: C. Fuentes, M. Glantz, J. A. Lozoya, E. Rivero, V. Jiménez, E. Billeter, R. Cassanelli / Editore: Jaca Book, 2002 / Collana: Varie fotografia / 224 pagine / 185 illustrazioni / 65,00 euro / ISBN: 88-16-60288-0
LINK
CULTFRAME. Il senso poetico del tempo. Intervista a Graciela Iturbide
CULTFRAME. Álvarez Bravo. Arte, vita, bibliografia, link
CULTFRAME. Mostra di Orozco Wentworth Wurm
INDICE DEL LIBRO
Presentazione di Roberto Cassanelli / Carlos Fuentes: Forme che si rifiutano di essere dimenticate / Margo Glantz: Gli occhi di Juan Rulfo / Jorge Alberto Lozoya: Juan Rulfo: vocazione al silenzio / Eduardo Rivero: Juan rulfo: scrittura della luce e fotografia della parola… / Vìctor Jiménez: Il Messico di Juan Rulfo / Erika Billeter: Juan Rulfo: immagini del ricordo / FOTOGRAFIE