Lo sguardo di un fotografo, la sua capacità di raccontare un intero mondo in uno scatto, l’esigenza di astrarsi per rappresentare la vita, la sua e quella degli altri; il desiderio di comunicare l’orrore e la sofferenza, la povertà e il degrado, e soprattutto la condizione sociale che porta allo scontro tra poveri e diseredati.
Nel film di Fernando Meirelles City of God è la fotografia a salvare un giovane destinato ad una vita violenta e alla guerra tra bande, a collocarlo in un’altra dimensione esistenziale in cui il destino segnato viene completamente ribaltato lungo un percorso di riscatto che avverrà proprio grazie all’espressione fotografica.
City of God è tratto da un libro di successo scritto da Paulo Lins ed è ispirato alla figura realmente esistente di Wilson Rodriguez, fotoreporter di uno dei maggiori quotidiani di Rio de Janeiro, nato e cresciuto nella favela denominata la Città di Dio.
Un intrico di vicoli fatiscenti, strade sterrate, fogne a cielo aperto, baracche e casupole poverissime. Nessuna struttura pubblica, nessun presidio di Polizia, nessuna attività culturale, City of God è un universo a parte, un autentico ghetto dove regna un feroce clan che controlla ogni cosa ed ogni movimento, e in primo luogo il fiorente e tragico traffico di droga. Buscapè/Wilson Rodrigues è un giovane estraneo a tutto ciò; è timido, insegue delicatamente l’amore di una donna, e vuole a tutti i costi diventare un fotografo professionista. E ci riuscirà partendo dal gradino più basso, cioè iniziando a lavorare come fattorino dentro un grande quotidiano. Solo casualmente gli capiterà di riprendere con la sua macchina un furibondo scontro tra cosche rivali che provocherà molti morti. Sarà il servizio che gli cambierà la vita, per sempre.
L’autore del film ha costruito un racconto cinematografico che prende chiaramente vita dallo stile di Quentin Tarantino. In questo caso, però, lo spettatore non si confronta con l’iperrealismo fumettisco dal tono impassibile e quasi classico di opere come Pulp Fiction o Le Iene ma con un realismo magico e pirotecnico in cui il linguaggio audiovisivo è estremizzato fino all’inverosimile. City of God è in tal senso un lungometraggio decisamente moderno, figlio dell’estetica del videoclip e della pubblicità.
Una fotografia seppiata, tendente ad una cinematografia di stampo più tradizionale, si intreccia così ad un ritmo forsennato e ad una scansione narrativa volutamente sconnessa e nervosa oltre che ed ad una recitazione parossistica.
Ne è uscito fuori un film convulso e vorticoso, ma anche imprevedibilmente poetico e denso di riflessioni non solo socio-politiche ma anche psicologiche. Nessuno è sottoposto a giudizio moralistico, l’obiettivo cinematografico si limita ad esporre una realtà passandola attraverso il filtro della creatività e della manipolazione visuale. E proprio in questa abile scelta è possibile rintracciare l’elemento migliore di questa operazione filmica che non ha mancato di suscitare qualche discussione di carattere culturale.
© CultFrame 05/2003
CREDITI
City of God / Titolo originale: Cidade de Deus / Regia: Fernando Meirelles / Sceneggiatura: Braulio Mantovani / Fotografia: César Charlone / Montaggio: Daniel Rezende / Musiche: Ed Cortês, Antonio Pinto / Interpreti: Alexandre Rodrigues, Seu Jorge, Matheus Nachtergaele / Produzone: Andrea Barata Ribeiro, Mauricio Andrade Ramos / Distribuzione: Mikado / Paese: Brasile, 2002 / Durata: 135 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film City of God (Cidade de Deus)
Filmografia di Fernando Meirelles