Peter Beard. Portfolio n. 26 di Spezial Fotografie

SCRITTO DA
Filippo M. Caroti

peter_beard-spezialRapide lame di sangue rappreso o di inchiostro azzurro come un mare tropicale fanno da cornice alle selvagge foto di Peter Beard, un americano atipico. Figlio di una ricca famiglia di New York, decise presto che il suo futuro non sarebbe stato quello di primario in qualche importante ospedale. Galeotto fu l’incontro con la scrittrice danese Karen Blixen: i suoi racconti lo invogliarono a partire per il Kenya a soli 17 anni, facendo dell’Africa la sua seconda casa.

In Beard prevalse lo spirito artistico e ribelle e con le sue fotografie, nei numerosi viaggi africani, descrisse l’impressione che quel mondo esotico faceva su un giovane ricco americano con l’istinto dell’avventuriero. Di una generazione più giovane di Hemingway, seppe come lui dare dignità alla lotta tra uomo ed animale, seppe mostrare la precarietà della vita nella savana, ma anche il fascino della fauna selvatica o quello di popolazioni per lo più conosciute ancora solo attraverso i racconti del suo famoso connazionale. Anche Beard venne irrimediabilmente catturato dalla bellezza di esili donne d’ebano, dai nasi sottili e dalla pelle lucida, modelle perfette create dalla natura. Una di esse, Iman, con le sue sensuali foto sotto al braccio, arrivò sconosciuta in America e divenne una delle modelle più ricercate del panorama fashion degli anni ’80 e ’90. E anche quando Beard si dedicò al mondo della moda, una volta divenuto famoso, riuscì sempre a mescolare il suo gusto stravagante e tribale alle necessità del committente.

Spezial Fotografie n.26, a cura della rivista tedesca Stern, dà spazio in questo portfolio monografico all’eclettico fotografo di New York, ed è un’occasione importante per il pubblico italiano, dal momento che nel Belpaese scarseggiano le pubblicazioni su questo artista che all’estero invece è molto quotato. L’arte di Beard però non è riconducibile solo ad una semplice fotografia. A questo proposito egli afferma: “Chiunque dica di essere un fotografo e con ciò voglia intendere qualcosa di speciale è un idiota. La fotografia non è nulla di speciale: basta guardare attraverso una scatola e premere un bottone.”
E difatti le sue opere sono qualcosa di molto più complesso. Sono immagini di difficile lettura, che nascondono al loro interno altre immagini, richiami, memorie della vita e degli incontri dell’artista. Sono per lo più collages, a volte irriverenti, a volte drammatici, a volte indecifrabili, talora kitsch. Essi raccontano la storia di Beard, il suo fascino, mescolano l’odore pungente della savana, la crudeltà delle sue leggi, la crudeltà dell’uomo, alla bellezza femminile e alle sue forme: nelle sue foto non è raro vedere una modella nuda abbracciata ad una zanna di elefante o adagiata sulle nude ossa di un animale con la selvaggia natura africana a fare da sfondo.


Ma sono per lo più gli scatti agli animali che rendono con passione questo suo mal d’Africa. Un caleidoscopio di elefanti allo stato brado, rinoceronti in fuga, leoni pronti all’assalto, docili giraffe, file di carcasse di coccodrilli appena cacciati e pronti per essere scuoiati. Il tutto immerso in accese e drammatiche chiazze di sangue animale che lo stesso Beard spalma sulle stampe e sui collages, mischiato ad inchiostro colorato, a disegni un po’ naïf che richiamano fascini tribali, a brandelli di pelle di serpente od ossicini di uccello: egli è solito ripetere un verso di Goethe, “Blut ist ein ganz besondrer Saft” (Il sangue è un fluido molto speciale).

Un frastuono visivo ed iconografico che stordisce lo spettatore, che lo trascina di forza dentro un mondo esotico e lontano, crudo e caotico, dove a regnare è la legge della natura. Egli ha saputo conciliare il selvatico con il pop, mescolando coraggiosamente Africa e pin-up, Andy Warhol e galeotti, il tutto seguendo il suo istinto visivo che l’ha portato a creare un immaginario violento, bello, affascinante, misterioso, dal quale trasuda una forza primitiva che è indice dello scontro fra moderna civiltà effimera e crudele natura primigenia. Le sue stampe sono opere d’arte uniche, imperdibili, così come i suoi diari, pagine e pagine di pensieri e memorie scritti a mano, chiazzate di siero e pigmenti, violentate dagli eventi climatici, bruciate dal fuoco, adornate di disegni di serpenti o di uccelli o di leoni, moderni codici miniati in cui è racchiusa la vita e la memoria di un avventuriero dell’arte.


©CultFrame 09/2003

 

 

CREDITI

Titolo: Peter Beard / Edizione: Spezial Fotografie / Portfolio: no. 26 / Editore: Stern Portfolio, 2002 / ISBN:3570193179

 

LINK

Il sito di Peter Beard

Immagini tratte dal libro Peter Beard – 50 Years of Portraits

Immagini realizzate da Peter Beard

 

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