Nel 1968 fu pubblicata la prima edizione di “Art and Photography”, saggio scritto da Aaron Scharf, nel quale veniva analizzato il rapporto tra fotografia e pittura. “Art and Photography” è anche il volume recentemente edito da Phaidon, il cui autore, David Campany, ha volutamente ripreso il titolo del famoso studio di Scharf, per sottolineare la necessità di rinnovare la ricerca sul rapporto tra la fotografia e le altre espressioni artistiche. Ciò, evidentemente, comporta una riflessione sul dialogo tra la fotografia e le forme d’arte contemporanea quali il cinema, il teatro, la performance, la letteratura e la scultura. Campany, Professore di Storia e teoria della fotografia al Survey Institute of Art and Design di Farnham (Inghilterra), esamina il ruolo che occupa la fotografia all’interno del mondo artistico dagli anni sessanta in poi, facendo inevitabilmente riferimento agli esordi segnati da Nadar e da Atget, fino all’approccio delle avanguardie degli anni ’20 e alle più recenti critiche sociali e politiche di Robert Frank, nonché alla fotografia d’arte di Minor White, alla Subjective Photography di Otto Steinert e alla Pop Art.
Suddivise in otto sezioni, le centinaia di opere ottimamente riprodotte sono accompagnate da ulteriori annotazioni e approfondimenti. In “Memories and Archives” è rappresentativo il lavoro di Gerhard Richter, che dal 1962 realizza il progetto Atlas (una raccolta di ritagli di giornali e di fotografie anonime) con l’intento di rintracciare la connessione tra memoria individuale e memoria storica. Storia, memoria e identità, fortemente scosse dopo la seconda guerra mondiale, sono invece evocate nei ritratti recuperati da Christian Boltanski in vari archivi storici. Tra le immagini incluse in questa sezione anche le fototessere di Andy Warhol e gli oggetti personali fotografati da Sol Lewitt.
Sulle orme di Man Ray e della sua celebre immagine del 1920 della polvere accumulata su un vetro nello studio di Marcel Duchamp, Bruce Nauman ha rappresentato la fugacità della forma, fotografando per un mese la trasformazione di un mucchio di farina posato sul pavimento del suo studio. Queste opere sono riprodotte nel capitolo “Traces of Traces” accanto a Jumps che Vito Acconci ha scattato mentre effettuava dei salti in un bosco. Una stanza di una donna messa intenzionalmente a soqquadro da Jeff Wall provoca una riflessione sull’illusionismo fotografico e la rappresentazione pittorica, mentre l’Irlandese Willie Doherty, con Factory, sceglie di documentare il conflitto dell’Irlanda del Nord puntando l’obiettivo sulle “ferite” ravvisabili nelle atmosfere sospese dei paesaggi, delle strade e degli edifici.
In “The Studio Image”, Campany si sofferma sullo spazio fisico ma anche mentale nel quale l’artista crea, elabora, esprime la propria identità e mette in atto la sua arte con set e performance, così come hanno fatto Francesca Woodman, Robert Mapplethorpe, Urs Luthi, James Casebere e Vik Muniz.
In “Urban and the Everyday”, invece, l’autore osserva come la trasformazione della struttura urbanistica delle metropoli occidentali e il conseguente adattamento della vita quotidiana alla modernità abbia modificato anche l’approccio verso la Street Photography. Paesaggi urbani “fotogenici” celano una complessa vita sociale e politica come è riscontrabile nei lavori di Joel Meyerowitz, Thomas Ruff, Gabriel Orozco, Lorna Simpson, Gillian Wearing, Beat Streuli e Boris Mikhailov.
A conclusione del volume, sono raccolte le analisi avanzate da critici e scrittori che hanno contribuito alla comprensione del rapporto tra fotografia e arte, tra cui Marcel Proust, Roland Barthes, Jean Baudrillard, André Malraux e Barbara Kruger. Brevi biografie dei 143 artisti e dei 25 critici e un’ampia bibliografia chiudono “Art and Photography”, un volume estremamente piacevole da consultare ma anche uno strumento di studio, per ora pubblicato solo in inglese.
E’ imminente invece l’uscita, presso la casa editrice Phaidon, di una ricca selezione di titoli in italiano, ad iniziare dalla più completa collezione di fotografie di Nan Goldin, intitolata “Giardino del Diavolo”, dalla documentazione, finora inedita, della Rivoluzione Culturale cinese con foto e testo di Li Zhensheng e da una raccolta di ritratti realizzati dal fotoreporter Steve McCurry.
©CultFrame 10/2003
IMMAGINI
1 Copertina del libro Art and Photography di David Campany
2 ©Stephen Shore. Merced River. Yosemite National Park, 1979. C-type print mounted on aluminium. 91.5×115.5cm
3 ©William Eggleston. Memphis, c. 1975. Dye transfer print. 46.5x57cm. Courtesy of Cheim & Read Gallery, NY
CREDITI
Titolo: Art and Photography / Autore: David Campany / Editore: Phaidon, 2003 / 304 pagine / 265 fotografie / 75,00 euro / ISBN: 0-7148-4286-9
LINK
CULTFRAME. Mostra di Orozco, Wentworth, Wurm
INDICE DEL LIBRO
PREFACE David Campany / SURVEY David Campany
WORKS / Memories and Archives / Objective Objects / Traces of Traces / The Urban and the / Everyday / The Studio Image / The Arts of Reproduction / ‘Just’ Looking / The Cultures of Nature
DOCUMENTS / Memories and Archives / Objective Objects / Traces of Traces / The Urban and the Everyday / The Studio Image / The Arts of Reproduction / ‘Just’ Looking / The Cultures of Nature
Artists’ Biographies / Authors’ Biographies / Bibliography / Index / Acknowledgements