Lo sguardo di un uomo distrutto dal dolore, la sua atroce sofferenza, l’elaborazione del lutto, l’impossibilità di sostenere psicologicamente la perdita di una figlia. Gli occhi di Jimmy sono allo stesso tempo iniettati di sangue e terribilmente delusi dall’esistenza. In quest’individuo, devastato dalla tragedia che ha vissuto, si incarna lo spirito di un popolo, di un intero paese all’interno del quale, in un intreccio implacabile e mostruoso, si fondono e confondono atteggiamenti da far west e senso dell’onore, giustizia sommaria e perbenismo, ricchezza e povertà, religione e anarchia, onestà e disonestà, valori alti e violenza trucida, bene e male.
Questa complessa e contraddittoria rete di contenuti rappresenta la struttura portante di Mystic River, strepitoso film di Clint Eastwood, ormai di fatto uno dei maggiori cineasti americani in attività.
Grazie al magnifico tocco registico del grande interprete di alcuni mitici lungometraggi di Sergio Leone, personaggi come quelli di Jimmy, Dave, Sean assurgono a veri e propri simboli, drammatiche icone di un mondo nato dal fango e dall’applicazione quasi mistica del concetti di bene individualistico e collettivo. In fin dei conti, analizzando con attenzione Mystic River, si può rintracciare quel filo sottile che lo collega idealmente a Gangs of New York (regia di Martin Scorsese), quest’ultimo affresco della nascita di una metropoli, cresciuta palazzo dopo palazzo, strada dopo strada sul sangue e sulla sopraffazione dell’uomo sull’uomo.
Ma Clint Eastwood non si accontenta di registrare cinicamente la natura del suo paese; le sue inquadrature non possiedono un tono distaccato, documentaristico; sono invece autentiche elaborazioni socio-filosofiche, strumenti regalati allo spettatore nel tentativo di agevolare la comprensione della natura del racconto. Non si tratta di immagini virtuosistiche o funamboliche. Tutt’altro. Ogni frame di questo film è scioccante pur nella sua assoluta semplicità, ogni sequenza è solidissima e toccante. Eastwood ha utilizzato uno stile rigoroso, severo, perfettamente equilibrato, utile allo sviluppo della narrazione e non narcisistico. Mystic River è una lezione di cinema, un lungometraggio da studiare nelle accademie e nelle università, poiché dimostra come la poesia non debba necessariamente passare attraverso lo stereotipo dell’invenzione visionaria ed estrema.
Proprio per questa sua caratteristica formale, l’ultimo film di Eastwood può essere definito un capolavoro, la prova delle capacità espressive di un autore non sempre così ispirato ma in grado di sfornare autentiche perle come Gli Spietati e Un mondo perfetto. Ma la bravura di questo maestro del cinema internazionale è consistita anche nell’aver saputo gestire e valorizzare l’indiscutibile talento dei tre protagonisti. Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon hanno disegnato dei personaggi splendidi, intensi, fortissimi, tutto senza eccessi e autocompiacimenti. La loro è una recitazione misurata e potente, allo stesso tempo, una recitazione concentrata non sull’effetto dell’azione attoriale ma sulla sostanza e sulla profondità del messaggio di cui sono portatori.
©CultFrame 10/2003
TRAMA
Jimmy, Dave e Sean sono tre ragazzini di undici anni che si ritrovano spesso per strada a giocare a hockey. Un giorno Dave sarà rapito da due pedofili che lo violenteranno. Dopo molti anni i tre ex fanciulli non si frequentano più come prima. Jimmy è un ex malavitoso che gestisce un negozio, Sean è un poliziotto, Dave conduce una vita anonima e triste. Tutto sembra procedere come sempre fino a che, un giorno, la figlia diciannovenne di Jimmy verrà orribilmente trucidata…
CREDITI
Titolo: Mystic River / Regia: Clint Eastwood / Sceneggiatura: Brian Helgeland (dal romanzo di Dennis Lehane) / Fotografia: Tom Stern / Montaggio: Joel Cox / Scenografia: Henry Bumstead / Musica: Clint Eastwood, Lennie Niehaus / Interpreti: Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne / Produzione: Clint Eastwood, Judie Hoyt, Robert Lorenza / Distribuzione: Warner Bros / Paese: USA, 2003 / Durata: 137 minuti
LINK
CULTFRAME. Gran Torino. Un film di Clint Eastwood
CULTFRAME. Changeling. Un film di Clint Eastwood