Abituati come siamo in genere, fin dai primi anni di scuola, a leggere libri che ci raccontano la Storia come una sequela d’eventi cruciali e di date da memorizzare, può accaderci di percepire il passato come qualcosa di totalmente astratto. Tale sensazione, in parte svanisce di fronte ai documenti pittorici di un’epoca, del tutto dinnanzi a quelli fotografici.
Questo accade visitando la mostra ospitata a Roma nelle ampie, cupe, sale di Palazzo Venezia, Persone. Ritratti di gruppo da Van Dick a De Chirico, che con le sue testimonianze visive ci restituisce la concreta evidenza della condizione umana nel tempo.
La volontà dichiarata dai curatori, almeno nel titolo della mostra, è quella d’indagare un genere artistico, quello appunto del ritratto di gruppo. Filo conduttore di quest’esposizione, forse troppo ricca e varia, sembra tuttavia essere soprattutto il concetto stesso di “gruppo”, il più delle volte anzi di “gruppo dominante”, così come ce lo hanno trasmesso molte opere di grandi maestri, nonché di cosiddetti “artisti minori”.
L’allestimento è diviso in sette sezioni di volta in volta arricchite da testimonianze di carattere fotografico, e traccia un excursus all’interno di una “storia sociale” fatta d’avvicendamenti al potere di gruppi differenti (la chiesa, l’aristocrazia, la borghesia); oppure dall’emergere alla coscienza di una qualche comunanza nel distinguersi dagli altri (per classe, religione, razza o cultura); infine dal costituirsi di un’identità collettiva uniformante, che talora sfocia in manifestazioni d’intolleranza verso chi da essa devia. A tal proposito, “Il gruppo contro l’individuo” è l’allarmante titolo dell’ultima sezione.
Nei testi visivi presentati leggiamo, dunque, i segni dei mutamenti di costume avvenuti nel corso degli ultimi cinquecento anni, per scoprire in fondo “quali identità del passato persistano nel mondo di oggi e quali nuove si stiano affacciando, chiedendo il loro momento di riconoscimento”.
Interessante al di là degli argomenti trattati, e sovente della ridondanza delle immagini, è l’occasione che ci è data di constatare – già a partire dagli spunti iconografici penetrati prepotentemente attraverso la pittura in fotografia (a convalidarne le “pretese artistiche”) – da una parte le similitudini, dall’altra le peculiarità di due linguaggi visivi, che veicolano uno stesso messaggio, che poco ha a che vedere, come si potrebbe ingenuamente pensare, con la somiglianza fisica alle persone ritratte.
Del resto, si narra che Michelangelo, criticato per la scarsa somiglianza dei suoi ritratti medicei alla Sagrestia Nuova di S. Lorenzo, rispondesse: “Cosa importerà tra un migliaio d’anni com’erano veramente questi uomini?”, lasciando intendere con ciò che il tempo cancella la memoria dell’uomo reale, e sta all’artista trasformarne le sembianze in un exemplum, in un “tipo” la cui fisionomia riveli non tanto l’apparenza dell’individuo quanto le sue virtù, o piuttosto -diremmo oggi – il suo ruolo sociale.
©CultFrame 01/2004
IMMAGINI
1 Walker Evans. Sharecropper Bud Fields and his family at home. 1935 or 1936. Hale County, Alabama. Library of Congress, Washington, USA
2 Carlo Carrà. Partita di calcio, 1934. Olio su tela. Galleria Comunale d’Arte Moderna, Roma
INFORMAZIONI
Persone. Ritratti di gruppo da Van Dyck e De Chirico
Dal 31 ottobre 2003 al 15 febbraio 2004
Palazzo Venezia / Via Del Plebiscito 118, Roma
Martedì – domenica 10.00 – 19.00 / chiuso lunedì
Biglietto: intero 9,00 euro / ridotto 7,00 euro
Catalogo: Silvana Editoriale