Una giovane donna distesa per terra. I capelli neri sparsi, le braccia allargate, le gambe tese e leggermente divaricate. La sua schiena delicata e sottile è poggiata sul tessuto di una camicia bianca che lascia scoperto il suo busto. I seni minuscoli, il fisico asciutto. Immagine enigmatica, carica di valenze simboliche. La ragazza sembra morta ma potrebbe anche essersi abbandonata ad un sonno profondo o anche, semplicemente, giacere tranquilla dopo un amplesso. E’ una splendida fotografia del maestro dell’erotismo giapponese, Nobuyoshi Araki, artista celebrato in tutto il mondo, il cui lavoro, al centro di imponenti personali nei maggiori istituti museali internazionali, nasce da una vivace bulimia creativa e da un attaccamento profondo alla vita.
Questo scatto è parte integrante di una mostra allestita presso la Living Gallery TA MATETE di Roma del Gruppo ART’E’. L’esposizione, denominata Strategie del corpo è incentrata su un percorso multiforme che intende evidenziare come l’oggetto-corpo sia stato nel Novecento al centro di un complesso discorso teorico connesso al concetto di rappresentazione della fisicità. Il percorso comprende trentacinque diverse composizioni di numerosi autori: da Filippo De Pisis a Renato Guttuso, da Gustav Klimt a Osvaldo Licini, fino a Pablo Picasso e alla più che nota Merda d’artista di Piero Manzoni.
Nell’ambito di questa sofisticata griglia espositiva, l’arte fotografica ha trovato una collocazione centrale. Oltre al già citato maestro nipponico, sono presenti nudi femminili realizzati nel 1900 da Vincenzo Galdi, Francesco Paolo Michetti e Guglielmo Plüschow. Due opere dal sapore neoclassico e leggermente kitsch, ripropongono invece l’universo poetico di Wilhelm von Gloeden, nobile tedesco che all’inizio del secolo scorso si stabilì in Sicilia e grazie ad un trasgressivo (per l’epoca) senso espressivo si dedicò a celebrare la statuaria e primordiale fisicità dei giovani isolani.
Due lavori di Jan Saudek, altro maestro riconosciuto dell’erotismo fotografico, ci riportano invece in un mondo carico di effetti cromatici e basato su una tendenza ad agire in un campo creativo caratterizzato da una forte dilatazione espressiva e da una concezione fantasiosa ed onirica dell’immagine femminile.
Infine, la stampa fotografica che forse per delicatezza estetica si accosta maggiormente all’opera di Araki con la quale abbiamo aperto. Stiamo parlando di Mexique di Bernard Plossu.
La fotografia in questione esalta un’idea stilistica concentrata su un doppio livello: da una parte una chiara attenzione verso la composizione dell’inquadratura, dall’altra l’esigenza di affrontare il tema dell’eros suggerendo al fruitore delle sensazioni interiori. L’equilibrio formale è notevole e millimetricamente organizzato. Alcune linee parallele ed altre diagonali creano uno schema visuale ordinato e composto che viene arricchito a livello figurativo dal volto addormentato del soggetto maschile (nell’angolo in basso a destra) e dalle sinuose e morbide gambe femminili abbandonate su un divano…dopo l’amore. Ma forse si tratta solo di un sogno, di una fantasia.
©CultFrame 03/2004
IMMAGINI
1 Jan Saudek. Senza titolo, 1990
2 Bernard Plossu. Mexique, 1965 ca
3 Vincenzo Galdi. Nudo femminile, 1900 ca.
INFORMAZIONI
Strategie del corpo. Il concetto di fisicità nel Novecento, da Picasso a Piero Manzoni
Dal 26 febbraio al 25 aprile 2004
Living Gallery TA MATETE / Via della Pilotta 16, Roma / Telefono: 066791107
Martedì – domenica 11.00 – 21.00 (chiuso lunedì) / Ingresso libero
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