Anthony Goicolea. Un libro fotografico

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

anthony_goicoleaL’elemento naturale, inteso come palcoscenico simbolico delle (dis)avventure degli adolescenti, è uno dei fattori cardine del lavoro fotografico di Anthony Goicolea pubblicato dalla casa editrice Twin Palms Publishers.
Nell’immagine di apertura la figura clonata di un giovane è collocata, come in una paradossale ultima cena, in un contesto naturalistico apparentemente immutabile. Otto ragazzini mangiano ossessivamente e in maniera grottesca del pane. Il fruitore è fatalmente portato a concentrarsi sullo sguardo allucinato di questi individui dal volto sempre uguale e sul modo scomposto del loro atto nutrizionale.
In quella di chiusura, invece, una rappresentazione in bianco e nero di un bosco, con funghi nella parte bassa dell’inquadratura e un grosso albero al centro, conclude un percorso visuale e narrativo in maniera enigmatica e misteriosa.


anthony_goicolea2

In mezzo a queste due opere una serie di scatti. Una lunga narrazione accompagna colui che sfoglia il libro in una vicenda dalle caratteristiche paradossali e oniriche. Alcuni soggetti giovani, tutti con connotati identici, sono ripresi in operazioni di diverso tipo: alcune realistiche, altre demenziali.
Gli ambienti, oltre a quelli esterni, sono più che altro agghiaccianti appartamenti borghesi o aule di un ipotetico e inquietante collegio. In questi luoghi, i cloni di Goicolea vivono un mondo compulsivo e ripetitivo, nel quale l’ambiguità e la sessualità diventano fattori fondamentali di una ricerca interiore che non si placa mai. Sembra alquanto chiaro come il fotografo e videoartista di origine cubana evochi attraverso questo gioco visuale il suo personale travaglio, lo spirito dolente di un autore che lavora sul tema dell’identità, e dunque della personalità individuale.


anthony_goicolea1La sensazione che si prova scorrendo le immagini che compongono il volume è di una “catastrofe” esistenziale filtrata attraverso una griglia stilistica molto ben calibrata che fa emergere una ricerca espressiva intensa, ricerca che, oltretutto, si ricollega ad un filone concettuale ampiamente affrontato dal cinema americano indipendente. L’accostamento che viene spontaneo è con l’universo straniato e drammatico del film di Gus van Sant Elephant. Nel caso delle immagini di Goicolea, però, la dimensione pop è più evidente, così come un legame con un kitsch estetico stemperato da una forma compositiva curata in maniera certosina.


Il racconto della sofferenza e delle problematiche psicologiche è presente comunque maggiormente in quegli scatti in cui una feroce espressività splatter viene posta al centro dell’architettura creativa. Colti in atteggiamenti animaleschi e atroci, i protagonisti delle sue raffigurazioni non sembrano comprendere la reale portata della morte e della distruzione corporea, partecipando ad un surreale banchetto in cui il loro stesso corpo è cibo ma anche materia inerte, priva di sostanza. La tragicità che traspare da queste inquadrature è quasi insostenibile, anche se la forza della stilizzazione digitale è così palese che finisce per prevalere un tratto semantico quasi rassicurante.


©CultFrame 06/2004

 

 

IMMAGINI

1 Copertina del libro fotografico di Anthony Goicolea

2, 3 Anthony Goicolea. Immagini tratte dal libro edito da Twin Palms Publishers


CREDITI

Libro: Anthony Goicolea / Editore: Twin Palms Publishers, 2003 / 160 pagine / 100 immagini / 60,00 euro / ISBN: 1931885117

 

LINK

Il sito di Anthony Goicolea

Casa editrice Twin Palms Publishers

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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