Scrivere una storia della fotografia è un lavoro estremamente impegnativo, una sorta di lucido e articolato percorso che deve prendere in considerazione più di centocinquanta anni, dai primi vagiti di questa forma di espressione fino alle tendenze contemporanee più innovative e tecnologiche. E’ dunque per chi scrive un’impresa, anche fisica, oltre che intellettuale.
Ebbene, vengono fuori di solito due versioni direttamente corrispondenti agli approcci culturali utilizzati dagli autori: la grande opera storia voluminosa e accademica, e quindi molto noiosa ancorché teoricamente significativa, o il racconto più leggero e decisamente parziale che semplifica e sorvola su numerosi punti.
Ebbene, del secondo caso fa certamente parte il libro di Ian Jeffrey intitolato Fotografia (Skira – Rizzoli).
In dieci capitoli, più un’introduzione, il professore inglese di Storia dell’Arte cerca di fornire al lettore dei punti fermi, di concentrarsi su passaggi, eventi ed autori che in modi diversi e in periodi differenti hanno segnato la storia delle fotografia. Si va da Fox Talbot ad August Sander, da Paul Strand a Walker Evans, fino ad un ultimo approfondimento intitolato Dal soggettivismo all’autonegazione nell’arte fotografica degli anni settanta (la prima edizione del libro è del 1981).
Jeffrey si sofferma soprattutto sul versante della fotografia intesa come “arte” della documentazione e su una sezione storica che riguarda in particolar modo la prima metà del Novecento.
Dunque, ad un’analisi razionale questo testo storico-critico risulta avere sia pregi che difetti. Elenchiamoli in ordine. I pregi riguardano la chiarezza della scrittura, la scorrevolezza della prosa, lo studio, contestualizzato storicamente e socialmente, del lavoro di alcuni grandi autori, la capacità da parte di Jeffrey di costruire un affresco dell’evoluzione del linguaggio fotografico e, infine, l’ingente e ben selezionato apparato iconografico.
I difetti sono sostanzialmente collegati alla non completezza del tessuto critico e ad una certa forzatura relativa all’accorpamento, troppo semplicistico, di argomenti e artisti.
Ciò nonostante, Fotografia è un testo che ogni appassionato o studioso dovrebbe possedere nella sua libreria, poiché sinteticamente tocca diversi punti cruciali dell’evoluzione di questa forma d’arte. Appare, in sostanza, assolutamente utile come libro di consultazione e ripasso superficiale.
Molto buona la bibliografia essenziale che troverete in chiusura.
©CultFrame 06/2004
CREDITI
Titolo: Fotografia / Autore: Ian Jeffrey / Editore: Skira – Rizzoli, 2003 / 264 pagine / 18,00 euro / ISBN: 88-7423-080-X
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INDICE DEL LIBRO
Introduzione / 1. L’osservazione della natura / 2. Le istantanee / 3. La fotografia come documentazione / 4. Piccoli mondi / 5. La verità al di là dell’apparenza / 6. Guardando al futuro / 7. Società in Europa e natura in America / 8. La società americana / 9. Il fattore umano / 10. Autoaffermazione, autonegazione / Bibliografia essenziale / Sintesi cronologica / Indice dei nomi