29 settembre 1947. Le Nazioni Unite approvano definitivamente la creazione di due Stati in Palestina: uno ebraico ed un altro arabo. Subito dopo iniziano le azioni “militari” palestinesi, con incursioni che provocheranno decine di morti.
14 maggio 1948. David Ben Gurion, presso il Museo di Tel Aviv, legge la Dichiarazione di Indipendenza dello Stato di Israele, evento che farà scoppiare la prima guerra arabo-israeliana già di fatto iniziata mesi prima.
Proprio a partire da questi fondamentali episodi si è sviluppato un conflitto che dura ormai da oltre cinquant’anni, conflitto che negli ultimi tempi è diventato particolarmente tragico ed ha generato una barriera di incomprensioni e violenti contrasti.
Non è questo lo spazio per addentrasi in considerazioni di carattere geopolitico. Così, l’unico fattore sul quale sentiamo di poterci esprimere è il desiderio di stimolare il dialogo, il confronto democratico, lo sviluppo della ricerca della pace nel rispetto dei diritti di tutti, israeliani e palestinesi.
E il cinema, forma di comunicazione popolare e linguaggio fruibile da chiunque, può rappresentare un terreno di incontro, uno spazio di riflessione nel quale affrontare, con equilibrio e lucidità, problemi spinosi che il mondo politico, di entrambe le parti, non riesce a risolvere. Ci hanno provato, in tal senso, l’israeliano, di Haifa, Eyal Sivan e il palestinese, di Nazareth, Michel Khleifi, autori di un cinema alternativo e libero, i quali condividono la comune esigenza di indicare, seppur solo tramite il linguaggio audiovisivo, una strada per la pacificazione di un lembo di Medio Oriente nel quale tutti e due sono nati, e dal quale sono andati via diversi anni fa.
Il film da loro co-diretto Route 181, pubblicato in un cofanetto di quattro dvd e un opuscolo da Bollati Boringhieri, è un esempio alto di collaborazione e convivenza tra due intellettuali dalla forte personalità che hanno costruito su questo progetto filmico, anche la loro personale amicizia.
Il documentario, lungo 270 minuti, è niente altro che un viaggio effettuato seguendo idealmente la frontiera ormai inesistente stabilita dall’ONU nel 1947. Con la macchina a mano e la camera-car, i due registi hanno attraversato villaggi che sulla carta non esistono più, fermandosi a parlare con la gente, senza aver mai preparato prima un piano di interviste prestabilito. Il loro spirito è quello dell’incontro casuale e della naturale predisposizione all’ascolto, alla ricerca di un sentimento popolare profondo che faccia riemergere la storie dei luoghi nei quali man mano si trovano a passare. Emergono così facce, vicende, racconti, ricordi, sensazioni di cui non spesso di sente parlare.
Certo, ad onor del vero, si avverte nell’impostazione scelta dal duo Sivan-Khleifi un’eccessiva e culturalmente aggressiva tendenza a privilegiare le indubbie ragioni del popolo palestinese e a sottovalutare quelle, altrettanto significative ed oggettive, di quello israeliano. Nonostante ciò, è doveroso affermare, come Route 181 sia un documento audiovisivo di grande spessore non solo contenutistico, ma anche strettamente cinematografico. Si tratta di uno sguardo aperto su una realtà che il mondo occidentale vede solo attraverso il taglio parziale fornito dai telegiornali e che dunque molti non riescono a comprendere pienamente.
Quella di Eyal Sivan e Michel Khleifi è una sorta di soggettiva che nasce dalla fusione di due modi di vedere, una rappresentazione della realtà non doppia ma sincretica; potrebbe essere definita una “bi-visione” che annulla il concetto opposto e distruttivo di “di-visione”. I due cineasti sono dunque dei “poeti-utopisti” per quel che riguarda la loro visione socio-politica, ma anche dei “poeti-utopisti” che hanno saputo dare concretezza alle loro convinzioni intellettuali costruendo un rapporto interpersonale che è comunque, nel suo piccolo, una grande conquista, un chiaro esempio di convivenza pacifica.
© CultFrame 07/2004
CREDITI
Titolo: Route 181 – Frammenti di un viaggio in Palestina-Israele / Registi: Eyal Sivan, Michel Khleifi / Montaggio: Eyal Sivan, Michel Khleifi / Immagine: Philippe Bellaiche / Suono: Richard Verthe / Coproduzione: Francia, Belgio, Germania, 2003 / Durata: 270 minuti / Formato: video 16:9 / Pubblicato da Bollati Boringhieri
SUL WEB
Filmografia di Eyal Sivan
Filmografia di Michel Khleifi