Con brevi passi Héloise entra in una stanza d’altri tempi e si distende quieta sul copriletto decorato. Nuda, nasconde le mani dietro la nuca e reclina il capo per meglio incontrare lo sguardo di Jeanloup Sieff, il punto convergente di eleganza e ironia. Disarmante Héloise. Sicura della propria bellezza pulita, consapevole del suo potere di seduzione, si lascia consumare serena, capace di sostenere qualunque attenzione. Leggiamo tra i ricami una promessa: difficile rimanere delusi dagli altri incontri che faremo dopo aver abbandonato Héloise alla sua copertina.
Jeanloup si presenta subito, in un Autoportrait ricco d’humor e ammiccante, non solo al mondo dell’arte e della moda, ma anche a quello della fiaba. Davvero gratificante per coloro che amano la citazione, piacevole per chi si accosta all’immagine per quella che è: una composizione scenica teatrale, equilibrata e senza orpelli. E racconta dei suoi viaggi in auto-stop, per il semplice gusto della libertà, quello che ti fa ritrovare non si sa bene dove, tantomeno perché… per l’amore di quegli incontri improbabili, fuggevoli, chiusi tra una parentesi sul bordo della strada.
Quello stesso gusto che dice di provare ogni volta nel fotografare persone sconosciute, incontrate par hasard e protagoniste di uno scambio superficiale, ma ad ogni modo generoso.
Da qui nasce un’immagine che vivrà di vita propria, arricchita dall’immaginario di chi soffermerà a guardarla e dalla nostalgia di chi ne è stato protagonista, creandola.
Faites comme si je n’étais pas là. Una formula magica, quella più adatta per far scomparire la spontaneità e far apparire l’imbarazzo… altro che mettere à l’aise il proprio modello! Jeanloup lo sa, e ride della sua frase idiota. Prosegue il racconto.
Je me souviens… e il catalogo di personalità si fa impressionante: Michel Piccoli e Marcello Mastroianni, attori sempre e comunque, con quelle facce un po’ così, quelle espressioni un po’ così… Rudolf Noureiev, il suo slancio danzante appena prima dell’esplosione sinergica dei muscoli; Alfred Hitchcock, in un sogno che solo lui può abitare, occulto osservatore della splendida e inquieta Ina, e ancora lui, ingombrante manifesto di grattacieli Newyorkesi; Geraldine Chaplin, la classe sinuosa della sua posa bambina e serpentina; Atahualpa Yupanqui, concentrato nello stillare musica dalle corde della chitarra raccogliendole nelle rughe scavate; Claude Chabrol, nella sua più spicciola quotidianità, un pigiama, una sigaretta, gli occhiali ridicoli, la smorfia marcata; Fanny Ardant come una pensatrice alla Rodin, ma sciolta dalla tensione.
E ancora Jean-Paul Sartre, la sua fronte è investita dalla luce filosofica e il chiaroscuro si accentua, e poi Oscar Peterson con il ritratto ispirato dal colore della sua musica…
I loro volti o i loro habitat a spiegarli, e tra loro fanno capolino gli affetti familiari, la riflessione sul tempo e sulla bellezza: tratti, lo sguardo si posa su alcune tombe del cimitero di Montparnasse, poi ritorna su splendidi corpi. Su una schiena spinosa raggomitolata, sui cappelli ingombranti incapaci, comunque, di nascondere le linee di un’anatomia che non ha nulla di scientifico, su un gran nudo nero, di spalle, in controluce e fortemente scorciato a mozzare il fiato…
Tutti i suoi scatti femminili sono un inno alla frivolezza, un’arte raffinata e sublime; nei pizzi e nelle vellette, la celebrazione dell’essere donna. Un amore dichiarato, di seta, o di grano. E in un campo sua figlia si erge a regina.
Questi suoi mondi non sembrano però scontrarsi con l’artificio sotto il cui peso a volte si soccombe. Ogni posa è studiata, ogni luce decisa, ma dominata… con una spezzatura naturale, una leggerezza perfetta ed elegante, una chiacchierata complice, un battito d’ali, in atmosfere ariose e chiare.
©CultFrame 05/2005
CREDITI
Titolo: Faites comme si je n’étais pas là / Autore: Jeanloup Sieff / Editore: Editions de La Martinière, 2002 / 208 pagine / 36,00 euro / ISBN: 2732425184
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Immagini realizzate da Jeanloup Sieff