Volti della fotografia | Scritti sulle trasformazioni di un’arte contemporanea ⋅ Un libro di Roberta Valtorta

SCRITTO DA
Orith Youdovich

Roberta Valtorta, critica della fotografia, ha raccolto in un volume edito da Skira trenta saggi da lei scritti dal 1983 al 2003, un arco di tempo che ci permette, ed è questo il pregio di tale raccolta, di toccare con mano il percorso evolutivo di questa forma d’arte, nonché l’evoluzione dell’esercizio critico intrapreso dalla stessa studiosa. “Si tratta di riflessioni” scrive l’autrice “che continuamente cercano di indagare i grandi mutamenti di identità, i molti volti della fotografia contemporanea“. Sono tre quindi i grandi temi trattati: le Trasformazioni storiche e teoriche, la Complessità del paesaggio e le Questioni italiane. Il volume affronta nei primi capitoli delle tematiche relative alle avanguardie storiche e ripercorre l’avvento della fotografia fino ai giorni nostri, caratterizzati, questi ultimi, dallo sviluppo di nuove tecnologie e della digitalizzazione, un fatto che ha cambiato ovviamente le modalità dell’esercizio fotografico e la percezione della realtà.

Nella seconda sezione, intitolata “Complessità del paesaggio”, Valtorta include un interessante saggio nel quale analizza la rappresentazione del paesaggio. Dal punto di vista del gesto compiuto dal fotografo/macchina “…nessun paesaggio in fotografia è “naturale, e tutti i paesaggi sono “costruiti” cioè modellati dalla visione che la macchina a essi sovrappone.” Dal punto di vista invece della scelta del soggetto, in Europa si tende a percepire il paesaggio come soggetto storico, mentre nella tradizione americana “è la natura selvaggia e incontaminata ad affascinare e a impegnare i fotografi del secondo Ottocento…”, un concetto questo espresso da Luigi Ghirri nel 1987 definendo la fotografia europea “fotografia del tempo” e quella americana “dello spazio”.

Ma il rapporto con il paesaggio, sostiene Valtorta, è mutato. L’immagine non si limita a descriverlo o a rappresentarlo; nell’atto fotografico cresce il rapporto con il mondo esterno che non è solo interiore ma anche fisico. Più precisamente, si tratta della propria esistenza nel mondo ovvero del rafforzamento dell’identità. Da qui, il passaggio al “mondo” del corpo, inteso come “il paesaggio che ci portiamo addosso, il paesaggio che siamo noi stessi” appare “naturale”. Così Araki mescola scene urbane, corpi nudi, frammenti di vita; Beat Streuli fotografa la folla metropolitana che è “come un grande corpo, la carne della città”; Philip-Lorca di Corcia passa anche lui da scene urbane a primi piani di volti, Mikhailov alterna l’esterno e l’interno fotografando corpi in una città alla deriva. Sono significativi i paesaggi di Gursky popolati da figure anonime appena identificabili o le città abbandonate e deserte di Gabriele Basilico.

Nella stessa sezione Roberta Valtorta segnala il contributo fondamentale di autori americani all’arte fotografica. Non può mancare quello di Walker Evans e il lavoro da lui svolto per la Farm Security Administration negli anni ’30. Un’importanza analoga assume in Europa (1983-1988) un’immensa campagna fotografica promossa dal governo francese e dalla DATAR (Délégation à l’aménagement du territoire et à l’action régional) che vede la partecipazione di Gabriele Basilico mentre la Provincia di Milano organizza “L’archivio dello spazio” (1987-1997), un progetto al quale fanno parte 58 fotografi con 8000 immagini.

La terza parte del libro è tutta dedicata alla fotografia italiana. In un articolo del 1994 intitolato “La fotografia italiana fra classicità e spinte innovative” Roberta Valtorta si sofferma sulla vivacità creativa e lo spirito di ricerca di grandi artisti come Ghirri, Basilico, Guidi, Jodice, Gioli, Mulas, i quali hanno saputo fondere elementi legati alle radici della propria cultura e l’energia innovativa e propulsiva appartenente invece allo scenario internazionale. Gli anni ’80, sottolinea Valtorta, sono caratterizzati dal rafforzamento dei linguaggi sperimentati in anni precedenti da artisti come Ugo Mulas, Vaccari, Vimercati, Cresci, Tagliaferro, Patelli. Quindi Ghirri e il suo rapporto con la Pop Art e l’Arte Concettuale, Mimmo Jodice e il Vedutismo e la Metafisica, Basilico e lo stile documentario di Walker Evans e della fotografia contemporanea (statunitense ed europea) di paesaggio, Guido Guidi e il dialogo istaurato con una certa fotografia americana e infine Paolo Gioli e gli esperimenti tecnico-linguistici in continuo scambio con la storia dell’arte.

Ma una sorta di “preoccupazione” emerge nel saggio “Poetica e poesia. Una lettura della fotografia italiana contemporanea” nel quale la saggista punta il dito sulla “frammentarietà della fotografia italiana” che dipenderebbe della frammentarietà della cultura italiana in senso più ampio ma anche dell’assenza di un sistematico insegnamento della fotografia nel nostro paese e dello scarso peso delle istituzioni (siamo nel 1993). L’autrice segnala però, ed è importante sottolinearlo qui, il convegno promosso nel 1979 dalla Regione Emilia Romagna per ospitare un dibattito sulla fotografia come anche l’attenzione rivolta in quel periodo verso la storia della fotografia all’interno del DAMS di Bologna.

La stimolante raccolta di articoli scritti da Roberta Valtorta con un linguaggio chiaro e scorrevole, è corredata da immagini ed è supportata da una bibliografia e da un ricco indice di nomi.

© CultFrame 10/2005

INDICE DEL LIBRO

Prefazione

Parte prima. Trasformazioni storiche e teoriche
La nuova visione / Verso una filosofia della fotografia / Letture fra Europa e America / Fotografia, finzione totale / Fotografia: salvataggio di segni / I linguaggi della ricerca / fotografica in Europa tra le due guerre / Fotografia e inconscio tecnologico / Figure umane e figure non umane / I poteri, le incertezze / Il retro delle immagini. Caso e controllo in fotografia / Finzione più finzione / Il problema è adeguarsi / C’era una volta / Opposti esistenziali

Parte seconda. Complessità del paesaggio
Viaggio in Italia / Un’armonia impossibile / Paysages Photographies / La fotografia dei luoghi come fotografia / E infine Milano / Il corpo come interfaccia del paesaggio / Le merci, gli affetti / Paesaggio naturale e paesaggio costruito in fotografia

Parte terza. Questioni italiane
Fotografia: lo sguardo e la storia / Linee di sviluppo della fotografia italiana. Riflessioni e spunti / “Il Mondo” e la fotografia: un’esperienza italiana / Poetica e poesia. Una lettura della fotografia italiana contemporanea / Per un’estetica della fotografia / La fotografia italiana fra classicità e spinte innovative / Viaggio organizzati. Appunti per una ricostruzione della cultura fotografica contemporanea lungo la Via Emilia / Il contributo delle donne alla fotografia in Italia

Parte quarta. Apparati
Fonti / Indice dei nomi

CREDITI
Titolo: Volti della fotografia – Scritti sulle trasformazioni di un’arte contemporanea / Autore: Valtorta Roberta / Editore: Skira, 2005 / Collana: Skira Paperbacks / 304 pagine / 38 fotografie / 24,00 euro / ISBN: 8884919044

SUL WEB
Casa editrice Skira

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Orith Youdovich

Orith Youdovich, fotografa, ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia concettuale e da allora dirige il proprio sguardo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge attività di ricerca artistica sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in mostre personali e collettive e ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. E' co-autrice del volume "Il vento e il melograno - Fotografia Israeliana Contemporanea", del saggio "Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni" (Postcart, 2012). Curatrice e giornalista, ha curato mostre di fotografia e dal 2009 al 2018 è stata Direttore responsabile della testata giornalistica Punto di Svista – Arti Visive in Italia.

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