La fotografia è l’evoluzione contemporanea della pittura, un suo prolungamento moderno basato sugli stessi concetti teorici? Oppure possiede elementi di novità? Quali sono i rapporti tra la fotografia e i movimenti artistici del Novecento?
Prendendo spunto dall’espressione “Combattimento per un’immagine”, coniata da Carluccio e Palazzoli in occasione della mostra da loro allestita a Torino nel 1973, Claudio Marra sostiene che tra fotografia e pittura non ci sarebbe “lotta per l’immagine”, avendo queste due discipline creative identità differenti, se non addirittura contrastanti.
È questa una delle analisi centrali del libro scritto proprio da Marra (pubblicato da Bruno Mondadori), intitolato Fotografia e pittura nel Novecento, libro che si addentra in un territorio estremamente interessante nell’ambito del quale la dialettica tra le espressioni visuali appare fondamentale. Rispetto alla pittura, il mezzo fotografico “pecca” di scarsa manualità e il mondo, per altro rappresentato su un supporto bidimensionale (come la pittura), risulta troppo reale. Proprio questi sono i fattori che finiscono per creare confusione in coloro i quali considerano la fotografia una forma d’arte (questione spesso messa in discussione) e che contribuiscono a rendere difficili i rapporti con la pittura.
Un esempio eclatante di questa querelle si può rintracciare nell’ambito del futurismo. Si verificò, infatti, uno scontro acceso fra i membri del movimento e i fratelli Bragaglia, i quali comunque riuscirono a fornire una rappresentazione del movimento (dinamico). Questo contrasto “ideologico” fa comprendere come all’epoca fu esercitata una forte pressione nei confronti dei promotori di questo mezzo (la fotografia), pressione che scaturì proprio da quegli artisti che sulla modernizzazione tecnologica avevano edificato un’intera teoria.
A volte, sostiene Marra, il senso del confronto tra l’arte fotografica ed un’altra forma espressiva non va strettamente ricercata nell’immagine riprodotta, quanto piuttosto nel tipo di approccio che il fotografo ha nei confronti del mondo rappresentato. Per rafforzare questa sua idea, Marra porta come esempi le opere di Von Gloeden in rapporto alla metafisica, i fotomontaggi di Hanna Hoech e John Heartfield all’interno del Dadaismo, le foto “documentaristiche” di Atget e le immagini fotografiche nell’ambito della Pop Art.
Marra, nel suo accurato e complesso saggio, effettua considerazioni innovative, facendo uso di varie metodologie e interagendo con la storiografia tradizionale e la critica di settore. Ripercorre così gli anni del Novecento, attraversando i vari movimenti artistici, dalle avanguardie storiche della prima metà del secolo agli sviluppi più recenti.
Un’indagine meticolosa sui comportamenti artistici di grandi protagonisti della fotografia come Man Ray, Diane Arbus, Mapplethorpe, Von Gloeden, Warhol e Nan Goldin.
© CultFrame 11/2005
INDICE DEL LIBRO
Introduzione
Tra modernità e contemporaneità: l’identità ambigua della fotografia / Lo sbarramento del Futurismo: quadro o extra-quadro? / L’esperienza del Fotodinamismo e/o il Fotodinamismo come esperienza / Falsa progressione: il secondo Futurismo e il manifesto di Tato / Dadaisticità intrinseca della fotografia / Il Dadaismo come fotografia / Impossibilità di una fotografia metafisica? / I due “grandi metafisici” / Arcipelago surrealistica / La fotografia come Surrealismo / La grande lobby neo-pittoricista e la ricostruzione neoplastica della fotografia / Revisione dell’Informale: contro le “foto fatte sui muri” / Informalità del reportage / La fotograficità implicita della Pop Art / Popular photography / L’arte come fotografia: ricerche degli anni settanta / Corpo, narrazioni, concettualità / Gli anni ottanta e la poetica del “mescolamento” / Anni novanta: ritorno al futuro
Riferimenti bibliografici / Indice dei nomi
CREDITI
Titolo: Fotografia e pittura nel Novecento – Una storia “senza combattimento” / Autore: Claudio Marra / Editore: Bruno Mondadori, 2000 / 272 pagine / Fotografie: 90 b/n / 20,00 euro / ISBN: 8842493686
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