I recenti passaggi televisivi di Woody Allen sulle emittenti italiane ci hanno restituito la figura di un autore cinematografico finalmente libero da quei condizionamenti che la sua immagine pubblica gli imponeva. Abbiamo avuto l’impressione di sentire finalmente parlare Allen Konigsberg (il suo vero nome) e non Woody, regista comico e brillante, facilmente etichettato come autore attento alla psicanalisi ed esponente del cosiddetto umorismo ebraico newyorkese.
Il cineasta americano ha parlato chiaramente del suo ateismo, dell’assoluto non senso della vita, dell’assurdità di tutte le religioni, sminuendo la sua “statura di intellettuale” e definendosi uno che “sta a guardare la partita in tv bevendo una birra”.
Allen ha spiazzato tutti, così come sembra aver spiazzato il pubblico con il suo ultimo film Match Point. Non che sia il primo tentativo di fare “cinema serio” da parte dell’autore di Zelig, ma questa penultima pellicola (ne esiste un’altra girata dopo e ancora inedita) ha posto all’attenzione internazionale un regista totalmente ripulito dai manierismi sui quali aveva costruito la sua intera carriera.
Match Point è un’opera che contiene molti elementi della sua poetica, ma tali elementi sono collocati all’interno di un’architettura narrativa e stilistica estremamente composta e lineare, diversa dal solito. Poche battute, nessuna gag, dialoghi filosofici ma misurati, ambientazione londinese fredda e cupa. Match Point è un film sul dolore di vivere nella consapevolezza della presenza del nulla e dello strapotere del caso che indirizza in maniera imprevedibile l’esistenza di un individuo. Ciò che determina la sostanza di una vita, dunque non sono scelte, idee, capacità individuali ma semplicemente la fortuna e la sfortuna.
Il personaggio centrale di Match Point è tipico di una certa letteratura russa ottocentesca (non per niente Dostojevski è chiaramente citato), figura devastata da un conflitto interno, tra desiderio di scalare i gradini della società e senso di colpa, tra volontà di ottenere tutto anche con mezzi illeciti e esigenza inconscia di essere fermato e punito per le proprie malefatte. E’ dunque un soggetto al centro di una vicenda dalle connotazioni fortemente pessimistiche.
Allen non lo giudica e non stigmatizza i suoi atti orribili, lo osserva con umana partecipazione mettendo a fuoco la sua crisi profonda, il suo senso di straniamento nei confronti dei meccanismi della realtà. Quella dell’ex giocatore di tennis divenuto dirigente di una grande azienda di proprietà del suocero è una figura di una tragicità cosmica e terribile che allude alle sofferenze interiori e psicologiche di ognuno di noi. Si tratta di un personaggio che potrebbe essere definito “kubrickiano”, poiché esattamente come alcuni protagonisti di lavori di Stanley Kubrick cerca con razionalità di controllare e dirigere la propria esistenza, e quella delle persone che gli stanno intorno, e di compiere una angosciosa scalata sociale.
Se proprio dobbiamo trovare nella lunga filmografia alleniana un’opera precedente che si avvicina a Match Point, dobbiamo senza dubbio citare Crimini e misfatti, ma riteniamo che la pellicola interpretata con grande bravura da Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson sia superiore non solo per il tono del racconto ma anche per il rigore stilistico sul quale quest’opera è stata costruita.
©CultFrame 01/2006
TRAMA
Un ex giocatore professionista di tennis irlandese giunge a Londra per lavorare in un grande centro sportivo. Sul luogo di lavoro conosce il rampollo di una ricca famiglia inglese che lo accoglie come un fratello. Frequentando la casa del suo amico, Chris (questo il nome del maestro di tennis) si innamora, ricambiato, della sorella del suo amico. I due si sposeranno e Chris cambierà vita, divenendo dirigente di una delle innumerevoli società del suocero. Tutto sembra filare bene, fino a che non rispunterà fuori Nola, la ex fidanzata del fratello della moglie. Nola è una ragazza molto attraente capace di sedurre chiunque e anche Chris cadrà facilmente nella sua rete.
CREDITI
Titolo: Match Point / Regia: Woody Allen / Sceneggiatura: Woody Allen / Montaggio: Alisa Lepselter / Fotografia: Remi Adefarasin / Interpreti: Jonathan Rhys Meyers, Scarlett Johansson, Brian Cox, Emily Mortimer / Produzione: Helen Robin, Nicky Kentish Barnes / Distribuzione: Medusa Film / Paese: Gran Bretagna, 2005 / Durata: 124 minuti
LINK
CULTFRAME. Basta che funzioni. Un film di Woody Allen
CULTFRAME. Anything Else. Un film di Woody Allen
Sito ufficiale del film Match Point di Woody Allen
Sito italiano del film Match Point di Woody Allen
Filmografia di Woody Allen
Medusa