Film esemplare e caustico, Cacciatore di teste. Costa-Gavras si conferma uno dei registi più lucidi e graffianti attualmente in attività. L’autore di Amen è un autentico maestro del cinema contemporaneo, dotato di uno sguardo analitico praticamente unico e in grado di veicolare contenuti significativi attraverso un uso del linguaggio audiovisivo alla portata di tutti. In tal senso, il cinema di Costa-Gavras è autenticamente democratico e popolare, e lo è ancora di più proprio perché affronta con coraggio tematiche scomode e problematiche che hanno sempre un risvolto politico e sociale.
Ne il Cacciatore di teste, il regista si è concentrato sulla deriva atroce che il mondo del lavoro sta ormai prendendo negli ultimi tempi. Questa deriva ha permesso che gli individui fossero considerati semplicemente delle “risorse umane” da utilizzare a piacimento e da buttare via in caso di ristrutturazione e delocalizzazione delle aziende. La chiamano, oggi, questa pratica con un meraviglioso eufemismo: “flessibilità”.
Così, se fino a qualche anno fa vittime di questo comportamento erano esclusivamente i ceti proletari, la classe operaia, oggi sono coinvolti anche i cosiddetti “colletti bianchi”, i funzionari, le fasce medio-alte impiegatizie.
Costa-Gavras racconta le vicissitudini di un ingegnere chimico della carta che dopo il licenziamento si ritrova nella disoccupazione.
Secondo l’autore il sistema sociale non prevede ammortizzatori in grado di attenuare gli effetti di questa situazioni. Gli individui sono abbandonati al loro destino e fatalmente cadono in un vortice delirante incentrato sul classico “mors tua vita mea”. Non rimane così al personaggio centrale che eliminare fisicamente i suoi potenziali concorrenti, altri ingegneri chimici disoccupati che cercano come un lui un posto di lavoro.
E’ una parabola amara, tragica, senza speranza che si conclude con un finale aperto, finale che fa intendere che la vicenda avrà una conclusione paradossale e che i metodi utilizzati dal protagonista fatalmente si ritorceranno contro di lui.
Cacciatore di teste è un lavoro basato su un’impostazione narrativa tendente alla commedia sarcastica e bizzarra. Il ritmo è ben cadenzato e la lenta progressiva discesa negli inferi di Bruno, il chimico cartario, è sviluppata in modo per certi versi anche divertente.
Si sorride guardando il film di Costa-Gavras, ma in realtà si fa ciò per non piangere, per esorcizzare il fantasma dell’ingiustizia sociale molto ben delineato dal regista del film, fantasma che aleggia, nella vita reale, sopra tutti noi.
©CultFrame 02/2006
TRAMA
Bruno è un ingegnere chimico che lavora nel ramo della carta. La sua è una vita soddisfacente: una bella casa, una moglie apparentemente devota, due figli adolescenti e intelligenti, un lavoro gratificante e ben retribuito. Un giorno arriva però la cattiva notizia: la sua azienda ha deciso di procedere alla ristrutturazione e alla delocalizzazione delle attività produttive. Risultato: Bruno è un esubero. Ne consegue un cospicuo assegno di chiusura rapporto e successivo licenziamento. Da questo momento in poi per l’ingegnere chimico si aprirà il baratro della disoccupazione che lo porterà velocemente a cadere in un abisso psicotico, tragico e senza soluzione. Sarà l’inizio della fine, l’inizio di un vero e proprio incubo esistenziale
CREDITI
Titolo: Cacciatore di teste / Titolo originale: Le couperet / Regia: Costa-Gavras / Sceneggiatura: Costa-Gavras, Jean-Claude Grumberg / Fotografia: Patrick Blossier / Montaggio: Yannick Kergoat / Musiche: Armand Amar / Interpreti: José Garcia, Karin Viard, Olivier Gourmet, Ulrich Tukur, Yvon Back / Produzione: K.G. Productions / Distribuzione: Fandango / Paese: Belgio, Francia, Spagna, 2005 / Durata: 122 minuti
LINK
CULTFRAME. Verso l’Eden. Un film di Costa-Gavras
Filmografia di Costa-Gavras
Fandango