Un negozio di dischi di una metropoli occidentale. Un ragazzo cerca tranquillamente tra gli scaffali un cd che gli interessa particolarmente. Questa azione è compiuta con apparente serenità, quasi con un senso di distacco che però viene improvvisamente sostituito da un innalzamento imprevedibile e parossistico della tensione. Alzando casualmente lo sguardo, attraverso la vetrina che affaccia sulla strada, il giovane appassionato di musica vede un altro ragazzo che è praticamente il suo fratello gemello. Questa visione scioccante, quasi assurda e onirica, lo costringe a uscire fuori e a mettersi all’inseguimento della sua copia umana. Giunto in un garage (esattamente nel garage dove aveva parcheggiato la sua vettura), il protagonista vede salire il suo sosia su una macchina attigua alla sua.
La tensione si vaporizza, il thriller si sgonfia, tutto ritorna nella normalità. Almeno la macchina è diversa, è salva.
Quello che vi abbiamo appena raccontato è il plot della nuova campagna commerciale della BMW serie 1. Si tratta di un vero e proprio corto, girato secondo i metodi narrativi del linguaggio cinematografico. E infatti proprio a un genere filmico questo spot fa chiaro riferimento: il thriller psicologico.
La regia, affidata a Giuseppe Capotondi, riesce abilmente, attreveso sequenze ben calibrate, a edificare una architettura del racconto che si evolve secondo il classico sviluppo progressivo della tensione, fino ad arrivare alla risoluzione conclusiva che evoca quello che in cinema è il cosiddetto lieto fine.
Il tema psicanalitico del doppio entra dunque anche nell’immaginario pubblicitario, immaginario che però non si spinge verso territori espressivi e comunicativi destabilizzanti, ovviamente. Così facendo, infatti, non otterrebbe il risultato voluto. Alla fine, dunque, c’è un ritorno brusco, quanto consolatorio, alla realtà, alla consapevolezza individuale, alla diversità, a quella differenza che dà stabilità e certezze.
Così, sarà proprio una macchina, in tutto il suo splendore, a far ritornare il personaggio principale di questo spot nella dimensione sicura dell’Io, di un Io che affonda le sue radici nel concetto di possesso esclusivo e gratificante di un bene superfluo.
©CultFrame 02/2006
CREDITI
Spot: BMW serie 1 / Claim: One like no one / Agenzia: D’Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO / Produzione: Mercurio Cinematografica / Direttore creativo: Gianpietro Vigorelli / Regia: Giuseppe Capotondi / Musica: Ferdinando Arnò