“Tout remettre en discussion dans tous les instants”, recita una citazione all’ingresso di Magritte et la photographie. L’esposizione sull’artista belga, nato a fine ‘800, è un inno a questo motto surrealista. Un inno in doppiopetto ed abito a tre quarti, un inno discreto, elegante, per certi versi destabilizzante e inquietante.
In Le festin des pierres, del 1942, vediamo Paul e René Magritte e Marcel Marien fingere di addentare dei mattoni. Ne La prédication, Betty e Georgette Magritte, arrampicatesi entrambe su un lampione, guardano verso la macchina fotografica. Allo stesso modo, in Sans titre, Paul Colinet e René Magritte si nascondono dietro un impermeabile, mentre Betty e Georgette Magritte fanno capolino dietro un albero. Ecco dunque, emblematici, alcuni elementi espressivi tipicamente surrealisti: il lampione, l’impermeabile ed il cappello.
In un’ opera del 1935, Louis Scutenaire e Paul Nougé, posano, la giacca ed i pantaloni rimboccati alle ginocchia, sulla spiaggia di Coxyde, in Belgio. Al posto delle loro teste, secondo un procedimento compositivo di stampo surrealista teso a rendere incongruente fattori della realtà, vi sono le loro scarpe. La fotografia s’intitola Les Plantigrades, che camminano sulla pianta dei piedi.
Cils coupés richiama alla mente il famoso occhio significante e catartico (che evoca un nuovo sguardo rivolto dentro e fuori la sfera individuale) del capolavoro di Un chien andalou di Buñuel e Dalì: Marthe Beauvoisin è fotografata a mezzobusto, frontale rispetto alla macchina fotografica, nell’atto di tagliarsi le ciglia. Con la mano sinistra regge le ciglia, mentre la destra guida le forbici. L’immagine è come un richiamo (buñueliano, appunto) a guardare oltre, a lasciar l’immaginazione, le idee, i sogni fluire liberamente ed esprimersi in modo libero, automatico. Une forte importanza è data al sogno, e di conseguenza al sonno in quanto momento di creazione. Ciò si evince da diversi ritratti di René Magritte con gli occhi chiusi, uno degli anni Trenta (“René Magritte les yeux fermés, Variante inédite de celui qui enceint l’icône du Surréalisme”) e due degli anni Cinquanta.
Altre fotografie mostrano come il pittore belga si sia servito della fotografia, oltre che per esprimere dei concetti e documentare un’epoca ed una corrente artistica (il surrealismo belga) anche come modello per alcuni suoi dipinti. Per esempio, ne L’Amour è rappresentata Georgette, sua moglie, presente in moltissime fotografie, in costume da bagno, mentre René Magritte, in pantofole, tavolozza alla mano, dipinge il suo corpo. In uno scatto successivo vediamo lo stesso autore in primo piano, ben vestito, pennello alla mano, mentre guarda davanti a sé una possibile modella. Dietro di lui, l’opera che sta dipingendo: una versione più elegante di L’amour, una versione della medesima fotografia in cui l’artista appare in un abito a tre quarti, mentre la modella (Georgette) è nuda.
Moltissime opere di Magritte e la photographie rappresentano lo stesso artista con il suo gruppo di amici surrealisti: tra queste, è emblematico uno scatto del 1934, Le rendez-vous de chasse. Si tratta di un ritratto di gruppo di diversi esponenti del surralismo belga, e rappresenta una dichiarazione di guerra ai surrealisti francesi, da cui erano spesso disprezzati.
La sezione finale dell’esposizione è dedicata a ritratti del pittore belga, in bianco e nero e a colori, tra cui la serie di Duane Michals del 1965 Une visite chez Magritte.
A questo proposito, è interessante notare come René Magritte mantenga sempre uno stile che rispecchia i soggetti dei suoi dipinti: in un ritratto del 1963, in abito scuro e cappello, guarda dritto alla macchina fotografica. Magritte costumé en Magritte, recita il titolo.
©CultFrame 04/2006
IMMAGINI
1 René Magritte. La coquette rie. Autoportrait au photomaton. Jardin des Plantes. Paris, 1928. ©ADAGP, Paris, 2004
2 René Magritte. L’amour. Le Perreux-sur-Marne, 1928. ©ADAGP, Paris, 2004
3 René Magritte. L’ombre et son ombre. Rue Esseghem. Bruxelles, 1932. ©ADAGP, Paris, 2004
INFORMAZIONI
Dal 15 marzo all’11 giugno 2006
Maison Européenne de la photographie / 5/7 rue de Fourcy, Parigi / Telefono: +33.144787500
Orario: tutti i giorni 11.00 – 20.00 / chiuso lunedì e martedì
Biglietto: Intero 6,00 euro / Ridotto 3,00 euro
Cura: Patrick Roegiers
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Maison européenne de la photographie, Parigi