E’ sempre molto intessente e significativo quando un gruppo rock (che fa metal oltretutto) riesce ad ottenere successo negli USA e all’estero è in genere. E’ segno della qualità internazionale della musica e della modernità del sound.
Certo, è strano se il medesimo gruppo non ha un grande appeal in patria. E’ un po’ quello che è successo ai Lacuna Coil, band italiana capeggiata dalla cantante Cristina Scabbia.
Eravamo dunque curiosi di verificare la “politica creativa e promozionale” di questo gruppo in relazione alla produzione di videoclip. Ci siamo così imbattuti nel video di Enjoy The Silence, ulteriore singolo estratto dall’album Karmacode.
Enjoy The Silence è oltretutto un noto brano dei Depeche Mode che per l’occasione ovviamente è stato rivisitato e corretto.
L’approccio espressivo di questo video è nella fase iniziale altalenante, e a tratti valido. L’ambientazione di base è quella di un luogo anonimo nel quale è posizionata la band in assetto da concerto. Ciò implica la classica narrazione videomusicale che prevede una finta esecuzione del brano con elaborazioni fotografiche e registiche più o meno significative.
Queste inquadrature si alternano ad altre immagini (in genere inquadrature fisse) dalle connotazioni fortemente fotografiche. Spazi urbani ed extraurbani indistinti, ciminiere inquietanti, cartelli stradali, paesaggi cupi e allarmanti. Si tratta di interferenze visuali metaforiche e angosciose che forniscono al video un’impostazione visiva moderna ed estremamente accattivante.
Verso la conclusione del brano, però, prende il sopravvento una linea registico/formale caratterizzata da parossismi cromatici alquanto ineleganti.
E’ un peccato perché quello di Enjoy The Silence è un video che poteva essere stimolante sotto il profilo estetico/fotografico e invece si conclude in maniera contraddittoria e non in linea con il clima stilistico che contraddistingue i passaggi iniziali.
©CultFrame 06/2006
CREDITI
Videoclip: Enjoy The silence / Interprete: Lacuna Coil / Album: Karmacode / Etichetta: Century Media, 2006
LINK