Verso il sud. Un film di Laurent Cantet

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

laurent_cantet-verso_il_sud1Una delle inquadrature emblematiche di Verso il sud, ultima fatica registica di Laurent Cantet, è così composta: una spiaggia assolata e bianca su cui è disteso un ragazzo haitiano dormiente, il mare azzurro e conturbante, sullo sfondo delle palme verdissime. Una donna bianca e occidentale si avvicina lentamente verso questo corpo adagiato per terra. Lo guarda, lo desidera, sogna di possederlo. La porzione di realtà catturata è molto ampia ma la profondità di campo permette di catturare ogni dettaglio dell’immagine, di far emergere il senso profondo di questo istante cogliendo il senso dell’intero film.
In questo “quadro”, esteticamente bello, in verità è racchiuso in forma essenziale e sintetica il contenuto di un’intera opera, pellicola che già durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha suscitato un dibattito acceso.

La donna è una turista del sesso, una “signora” non più giovanissima che si reca ad Haiti (siamo negli anni settanta) per passare una lunga vacanza estiva costellata da innumerevoli incontri occasionali con giovani poverissimi del luogo che si prostituiscono sulle spiagge.

L’azione colonialista di questo soggetto femminile è ancora più tragica poiché quasi incosciente. Questa donna, inseguendo il sogno del piacere e cercando di negare l’insoddisfazione della propria esistenza, agisce in modo scorretto, cioè con il sostegno tracotante dei soldi e del potere economico, nei confronti di un figlio del popolo, Legba (interpretato da Ménothy Cesar), la cui unica ricchezza è il suo corpo statuario.
Nella rappresentazione di questo rapporto asimmetrico, si trova la forza contenutistica di Verso il sud. Paradossalmente però, non è la “collezionista colonialista occidentale” a detenere il potere, bensì è la potenza arcaica e mitica della fisicità del ragazzo nero a “piegare” la psicologia dell’ingenua “cacciatrice”. Senza la soddisfazione che solo quel corpo e quegli occhi possono dargli, nulla ha senso nella vita di questa disperata donna.


laurent_cantet-verso_il_sud2Laurent Cantet ha uno sguardo lucido, spietato, tagliente. Le sue opere precedenti (Risorse umane e A tempo pieno) ci avevano già consegnato un cineasta di notevole spessore, in grado di analizzare a fondo le storture del sistema capitalistico, la tristezza di un mondo in cui contano solo i soldi e il possesso, mentre gli esseri umani sono solo ingranaggi di un sistema governato da una classe dominante. Cantet ha portato fino alle estreme conseguenze questa sua poetica, raccontando una vicenda che non rappresenta solo una pratica del passato recente ma che si presenta oggi come un’attività colonialistica (lo ripetiamo) ancora in pieno svolgimento.

Le tre protagoniste di Verso il sud sono persone sofferenti, che la solitudine ha spinto in un baratro esistenziale. Non riescono a comprendere come il loro comportamento abbia di fatto una valenza negativa, ripugnante, di carattere politico. Il loro spirito nefasto è amplificato da Cantet, il quale raffigura una sorta di contesa tra donne bianche che non vogliono cedere alle altre i favori del loro amante haitiano. Questa è una chiara metafora dello sfruttamento dell’Occidente ricco nei confronti del sud del mondo, uno sfruttamento che continua ancora oggi, tutti i giorni, sotto gli occhi del mondo intero, silente.
Il film di Cantet è implacabile, privo di inutili tendenze estetizzanti. La bellezza delle immagini è funzionale allo sviluppo contenutistico della vicenda mentre gran parte del senso dell’opera è affidato alla recitazione delle tre notevoli protagoniste: Charlotte Rampling, Karen Young, Louise Portal.


©CultFrame 06/2006

 

 

TRAMA

Tre americane cinquantenni si recano anno dopo anno ad Haiti per delle lunghe vacanze estive. Vanno lì da sole, poiché la loro attività principale è quella di accompagnarsi ad amanti giovanissimi e belli che usano per incontri sessuali. Al centro di questo menage è Legba, un ragazzo dal fisico statuario che si concede con la leggerezza del figlio del popolo. La sua povertà rappresenta una enorme ricchezza umana che le tre donne non capiscono. Alla fine le tensioni si faranno sempre più ingombranti mentre il loro sogno malato di felicità morirà insieme al loro desiderio fisico.

CREDITI

Titolo: Verso il sud / Titolo originale: Vers le sud / Regia: Laurent Cantet / Sceneggiatura: Laurent Cantet, Robin Campillo / Fotografia: Pierre Milon / Montaggio: Robin Campillo / Scenografia: Frankie Diago / Interpreti: Charlotte Rampling, Karen Young, Louise Portal, Ménothy Cesar / Produzione: Caroline Benjo, Carlotte Scotta, Simon Arnal, David Reckziegel, John Hamilton / Distribuzione: Mikado / Paese: Francia, 2005 / Durata: 104 minuti

 

LINK

Filmografia di Laurent Cantet

Mikado

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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