Silent Hill. Un film di Christophe Gans

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

christophe_gans-silent_hill1Può un videogame rappresentare la base di partenza per la realizzazione di un lungometraggio di finzione? Certamente, si. Ma questa non è la domanda appropriata a sostenere un’analisi articolata di Silent Hill, pirotecnico film, diretto da Christophe Gans, che ha trovato spazio nel circuito distributivo italiano.
Ed allora, quale può essere il quesito utile per stimolare un ragionamento che possa portare significativi elementi di riflessione? Preso detto: il linguaggio del videogame può essere intrecciato in modo armonioso a quello filmico? Anche in questo caso dobbiamo dire si, pur con delle puntualizzazioni. I fattori di divergenza tra “gioco in video” e cinema sono sostanzialmente due: il diverso peso che ha il racconto nell’economia dell’opera e le differenti posizioni all’interno delle strutture narrative che hanno i momenti topici del game e le scene d’azione dell’oggetto filmico.

Tali questioni non sono da sottovalutare, poiché rappresentano nella grande maggioranza dei casi i punti di vuoto, di fragilità strutturale, di tutte le pellicole che sono state ispirate da videogiochi. Il caso di Silent Hill è però particolare; infatti queste componenti sono perfettamente incastonate in un’architettura formale che risulta allo stesso tempo complessa ma non contraddittoria o claudicante.
Tutto fluisce bene, pur nell’assurdità palese della vicenda poiché il progetto è stato impostato su due versanti precisi: la spettacolarità delle immagini e l’impostazione visionaria delle sequenze, spesso condite con tocchi espressivi mutuati dall’arte contemporanea.

Silent Hill è in tal senso un lungometraggio esemplare che rappresenta una tappa importante per quel che riguarda il percorso dell’inevitabile processo di ibridazione del linguaggio cinematografico.


christophe_gans-silent_hill2A tenere in piedi questa struttura visuale/narrativa anche una potente architettura citazionistica basata in primo luogo su un sistematico saccheggio (non fastidioso, anzi divertente) di Shining di Stanley Kubrick. Ma dalle deliranti scene di Silent Hill emergono qua e là, situazioni che rimandano il pensiero dello spettatore al cinema di Roman Polanski, a quello di Orson Welles, e perfino (e non vi paia una considerazione blasfema) a quello di Michelangelo Antonioni (ci sembrano evidenti almeno due citazioni). Non ci soffermiamo su considerazioni legate ai contenuti, di gran lunga i fattori meno interessanti, rispetto alle questioni visive.

Gli effetti digitali, invece, sono impressionanti e sempre finalizzati allo sviluppo della storia; forniscono al film una carica estetica a tratti ubriacante, in certi casi inquietante.

Eccezionale la scena di chiusura (che ovviamente non vi riveliamo), scena che contribuisce con grande intelligenza a trasportare definitivamente il film nella dimensione del sogno, dell’immaginazione mentale, dell’abisso del pensiero.


©CultFrame 07/2006

 

 

TRAMA

Rose ha una famiglia apparentemente modello, composta da lei, il marito e la figlia adottiva. Quest’ultima si chiama Sharon. E’ una bambina bella e molto intelligente ma purtroppo ha dei problemi psichici gravi che la portano ad avere attacchi di sonnambulismo e a confondere la realtà con un mondo immaginario. Sharon parla sempre di Silent Hill, così quando Rose scopre che si tratta di una delle città fantasma degli USA, decide di recarsi sul posto con la figlia.
Il problema è che Silent Hill è stata abbandonata molti anni prima dalla popolazione dopo un terribile incendio che ha provocato innumerevoli morti. Da quel periodo l’unica strada verso la città è stata chiusa con un pesante cancello, mai più aperto dall’epoca della tragedia.



CREDITI

Titolo: Silent Hill / Regia: Christophe Gans / Sceneggiatura: Roger Avary / Fotografia: Dan Laustsen / Montaggio: Sebastien Prangere / Scenografia: Carol Spier / Musiche: Jeff Danna, Akira Yamaoka / Interpreti: Radha Mitchell, Sean Bean, Deborah Kara Unger, Kim Coates, Tanya Allen / Produzione: Samuel Hadida, Don Carmody / Distribuzione:Eagle Pictures / Paese: Usa, Giappone, Francia, 2006 / Durata: 125 minuti

 

LINK

Sito ufficiale del film Silent Hill di Christophe Gans

Filmografia di Christophe Gans

Eagle Pictures

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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