Cofanetto Amos Gitai

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Il cinema israeliano, nonostante le difficoltà economiche, è in una fase di espansione sia sotto il profilo produttivo sia sotto quello espressivo. Nomi come quelli di Eytan Fox, Dover Kosashvili, Amos Kollek e Menachem Golan sono rappresentanti di diverse generazioni (anche molto distanti tra loro) che testimoniano la vitalità di una cinematografia piccola ma densa di creatività.

Quando in giro per il mondo si parla di cinema israeliano, il nome che viene subito in mente è però quello di Amos Gitai. Cineasta non particolarmente amato in patria e attivo per un certo periodo in Francia, Gitai è l’emblema dell’intellettuale che si è dedicato al cinema non per vocazione specifica ma per scelta linguistica e razionale. La sua formazione di architetto deriva dall’ambiente colto e raffinato nel quale i suoi genitori l’hanno fatto vivere. Il suo approccio non accademico (e neanche da “cinéphile”) è ravvisabile nella struttura visuale delle sue opere, sempre impostata sulla questione del rapporto tra spazio visibile e corpo. I movimenti di macchina di Gitai sono noti a tutti gli studiosi così come la sua tendenza a narrare attraverso piani-sequenza decisamente elaborati. Il ritmo dei suoi film è disteso e cerebrale, e non sono pochi i casi in cui il regista predilige i tempi morti e la sospensione metaforica dell’azione.


Al regista israeliano è stata dedicata recentemente una retrospettiva al Museo del Cinema di Torino, mentre per quel che riguarda il settore dei dvd, RaroVideo ha immesso nel mercato un importante cofanetto contenete ben quattro dvd.

Al centro di quest’operazione di digitalizzazione dell’opera di Amos Gitai, sono i primi tre lungometraggi di finzione firmati dall’autore di Kadosh: Esther (1985), Berlin Jerusalem (1989) e Golem – L’esprit de l’exil (1991). Proprio grazie a queste pellicole è possibile comprendere la cifra stilistica di un autore che si è sempre dedicato ad una sorta di analisi poetica del pensiero ebraico. Ma anche le problematiche sociali e politiche del medio oriente e di Israele hanno rappresentato per Gitai terreno di riflessione approfondita.
Il quarto dvd è tutto incentrato su interviste e conversazioni che il regista di Kippur ha tenuto con esperti italiani come Stefano Curti, Marco Melani ed Enrico Ghezzi.


Ad accompagnare i dvd un agile libretto all’interno del quale si trovano anche un saggio di Alberto Farassino e un interessante capitolo basato su dichiarazioni dirette dell’autore.


©CultFrame 11/2006

 

 

CREDITI

Cofanetto: Amos Gitai / Film: Esther, Berlin Jerusalem, Golem – L’esprit de l’exil / Regia: Amos Gitai / Dvd: 4 / Extra: interviste a cura di Stefano Curti, Marci Melani, Enrico Ghezzi / Libro: a cura di Enrico Ghezzi, Alessandro Riccini Ricci (bilingue) / Etichetta: RaroVideo

 

LINK

Il sito di Amos Gitai

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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