Peter Fischli & David Weiss. Retrospettiva

SCRITTO DA
Claudia Colia
© Peter Fischli & David Weiss. Flowers, 1998. Colour photograph
© Peter Fischli & David Weiss. Flowers, 1998. Colour photograph

© Peter Fischli & David Weiss. Flowers, 1998. Colour photograph

Dagli esordi della loro stretta e prolungata collaborazione, Fischli e Weiss si sono dedicati alla rappresentazione e celebrazione degli aspetti banali e mondani della vita quotidiana, riuscendo sempre in modo nuovo e originale a superare le aspettative dello spettatore. La produzione dei due artisti svizzeri si realizza in un’ampia varietà di tecniche e materiali, spaziando dalla fotografia all’installazione, dalla scultura al video, dalla diapositiva alla stampa. Nel corso degli anni i lavori sono stati organizzati secondo progetti tematici, spesso presentati in un’unica mostra, per rivestire di nuovi significati e valenze tutto quello che nella civiltà dei consumi appare inutile o scontato.


Seguire il percorso artistico di Fischli e Weiss nella retrospettiva a loro dedicata negli spazi della Tate Modern significa in un certo senso avventurarsi alla scoperta di un mondo parallelo, dove è ancora possibile stupirsi delle piccole cose, provare piacere negli oggetti di tutti i giorni, fino a sorridere del mediocre e dell’irragionevole. Tre decadi di collaborazione e sperimentazione sono presentate al pubblico mantenendo l’originale concezione tematica.

Si parte da una selezione di inusuali sculture in gomma nera, spesso modellate a partire dagli oggetti originali, come radici di alberi ormai divelti, muretti di mattoni, anonimi armadi costruiti in serie. L’ambiente domestico e quello naturale sono i soliti di ogni giorno, ma il materiale scelto per rappresentarli rimanda all’alienazione della produzione industriale, rendendo estraneo ciò che è familiare.
La gomma nera è utilizzata anche per Kanalarbeiter (Sewer Workers), una piccola scultura del 1987 raffigurante due operai addetti allo svuotamento di un tombino. Un’opera che sembra celebrare con singolare ironia la ricerca stessa di Fischli e Weiss per tutto ciò che è dimenticato, usato, scartato.
Oggetti domestici e beni di consumo finiscono per far parte di un insolito mondo, dove tutto, dalle salsicce ai cuscini a piccole sculture in creta, prende vita in una forma tale che, pur essendo finzione e gioco, riesce comunque a convincere. Spesso i materiali vengono utilizzati in maniera assolutamente diversa dalla loro destinazione d’uso, diventando protagonisti di surreali reazioni a catena.


© Peter Fischli & David Weiss. The Right Way, 1983. 16mm film, 55 min

© Peter Fischli & David Weiss. The Right Way, 1983. 16mm film, 55 min

La mostra londinese è animata da numerose serie fotografiche, frutto sia di progetti protrattisi nel tempo, sia di una ricerca sulle potenzialità stesse del mezzo.

Se in Quiet Afternoon (Equilibres) gli artisti documentano il precario equilibrio di effimere sculture fatte di bottiglie, utensili da cucina, sedie e verdure, in Airport la routine banale e meccanica di un luogo di arrivi e partenze perde tutti i connotati dell’ansia, della fretta, della ciclicità e del rumore, per sostituirsi ad immagini di assoluta calma, un tempo sospeso su cui scorre la luce.

Per Fischli e Weiss la ricerca della bellezza è una costante che si applica a dei motivi già noti dell’arte e della natura, ma anche a quello che di solito non fa testo, come autostrade, zone residenziali suburbane e aeroporti.
Spesso l’azione o il soggetto immortalato fissano per sempre l’eterno dialogo tra gli opposti, l’attimo in cui tutto può mutare, la sottile linea di separazione tra il quotidiano e il sublime. Così, grazie alla doppia esposizione, fiori e funghi assumono forme irreali e colori brillanti; al di là dello scatto amatoriale o della ripetizione cronologica, il mondo visibile ci meraviglia ancora.


I due artisti svizzeri colgono di sorpresa lo spettatore sottoponendolo ad infinite domande, frutto di speculazioni metafisiche e problematiche inutili, secondo piani concettuali che slittano dal filosofico al ridicolo. Infine è lo spazio espositivo stesso ad essere reso altro, illusivo, in trasformazione. Sculture di poliuretano, indistinte dalle forme originali, appaiono disseminate in installazioni tridimensionali, dove il caos fittizio dello studio di un artista si tramuta nel dramma di un’arte massificata e irreale, un palcoscenico sui cui gli oggetti possono solo essere contemplati.


© CultFrame 11/2006

 

INFORMAZIONI

Peter Fischli & David Weiss. Retrospettiva

Dall’11 ottobre 2006 al 14 gennario 2007

Tate Modern / Bankside, Londra / Telefono: 207887888

Domenica – giovedì 10.00 – 18.00 / venerdì e sabato 10.00 – 22.00

Biglietto: £7

Cura: Vicente Todolí, Bice Curiger

 

SUL WEB

Tate Modern, Londra

 

Condividi
Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009