Billy Wilder parlando dei critici cinematografici diceva che si tratta di gente che va al cinema, si tiene la pancia dal ridere e poi quando esce dice: “volgare”. Allora non comportatevi come “quei” critici quando andate a vedere Borat, il film di Larry Charles (ma lui è solo un perfetto esecutore) dietro il quale si nasconde il dissacrante Sacha Baron Cohen, l’Ali G televisivo. Perché Borat è sì un film divertente ma anche un lungometraggio profondamente volgare come solo le vere e grandi commedie riescono ad esserlo. Personaggio sovversivo, irriverente, ed oltraggioso Baron Cohen è un misto tra un veramente cattivo Mr Bean e l’Idiota (anche se il suo Borat è un antisemita da baraccone e perciò più pericoloso) creato da Jerry Lewis, di cui il protagonista ricicla certi tic e modi di fare.
Borat Sagdiyev è un reporter kazako, e gli abitanti di Kazakinstan si sono incazzati per davvero, in viaggio negli Stati Uniti d’America per girare un documentario che riprende le usanze e i costumi del nuovo mondo, per poi riportare la preziosa e fedele testimonianza nel suo paese. Abbiamo detto antisemita, ma Borat è anche misogino e razzista, si muove nel suo viaggio coast to coast seminando il panico e scardinando di volta in volta le certezze e le ipocrisie di una cultura carica di pregiudizi e oscenità. Borat è la cattiva coscienza e l’incerto futuro di una società globale che ormai ha perso la bussola, una società contraddittoria, incapace di fare i conti con se stessa e soprattutto straordinariamente stupida mentre tenta di spacciare una sottocultura pop e kitsch come il nostro bagaglio per il secondo millennio.
Borat è “l’occhio caldo del cielo” che passa tutti i nostri vizi (virtù non ne abbiamo più) attraverso la lente di ingrandimento come un entomologo che si è fatto d’acido. Borat è la voce dell’innocenza, personaggio assolutamente inconsapevole, piuttosto che ignorante, che si lava con l’acqua del water, dice (e porta) cacca a tavola, offende il pubblico di un rodeo texano cantando un inno kazako completamente di fantasia sopra l’inno statunitense, mette in burla i predicatori americani, inscena il lato surreale dell’antisemitismo, anche americano, e segue i consigli televisivi innamorandosi perdutamente della Pamela Anderson di Baywatch e si dispera, per lui è come un personaggio de Il Grande fratello, quando lei fa sesso in quel famoso film con il suo marito dell’epoca Tommy Lee.
Ovviamente le scene comiche non si contano e la loro efficacia porta Borat lontano dall’essere solo un film politicamente scorretto e basta. Anche se la parte migliore è quella iniziale, molto più spiazzante e divertente. Nella seconda c’è una lotta tra i due protagonisti nudi, Borat e il suo produttore televisivo, che non scherza affatto, ma la pellicola perde un po’ in efficienza verso la fine. Queste sono in fondo finezze inutili (ricordatevi sempre di “quei” critici). Per una pellicola che usa il cinema come pretesto, non si tratta di un grande racconto morale anche se avrebbe potuto esserlo, per rispecchiare tutto quello che incontra casualmente nella sua strada facendoci riflettere sul nostro squallore mentre continuiamo (forse senza volerlo) a ridere.
©CultFrame 03/2007
TRAMA
Falso film sul giornalista Borat Sagdiyev, celebre giornalista del Kazakhstan, inviato negli Stati Uniti per realizzare un documentario sull’american way of life. Durante la sua permanenza negli States, Borat conosce, attraverso lo schermo televisivo, la sex-symbol Pamela Anderson di cui si innamora perdutamente. A quel punto la sua professionalità e l’interesse per il proprio lavoro verranno decisamente trascurati…
CREDITI
Titolo: Borat – Studio Culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan / Titolo originale: Borat: cultural learnings of America for make benefit glorious nation of Kazakhstan / Regia: Larry Charles / Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Antony Hines, Peter Baynham, Dan Mazer / Fotografia: Anthony Hardwick, Luke Geissbuhler / Montaggio: Peter Teschner, James Thomas / Musiche: Erran Baron Cohen / Interpreti: Sacha Baron Cohen, Ken Davitian, Luennell, Pamela Anderson / Produzione: Sacha Baron Cohen, Jay Roach / Distribuzione: 20th Century Fox / Paese: GB, 2006 / Durata: 84 minuti
LINK
CULTFRAME. Religiolus. Un film di Larry Charles
Sito ufficiale del film Borat di Larry Charles