Gli unici veri innocenti in questo film che chiude la trilogia dedicata alle classe sociali della Danimarca, iniziata nel 2000 con La panchina e proseguita con lo splendido e pluripremiato L’eredità, sono il regista e il suo sceneggiatore. Tutti i personaggi, compresi noi, il pubblico, che voyeuristicamente ci prestiamo al gioco “innocente” del regista Per Fly , abbiamo qualcosa da nascondere. Loro le colpe che vivono attraverso la loro storia, noi la vergogna di essere esattamente come loro. Gli innocenti, distribuito con un anno e mezzo di ritardo rispetto all’uscita in patria dalla coraggiosa Teodora film, ci propone una storia dai dubbi contemporanei: un uomo scopre che quando le sue idee tanto sbandierate in maniera teorica toccano la realtà perde tutto quello che ha compresa la sua dignità da essere umano.
Per Fly usa i mezzi toni, quasi blandi, e un ritmo piuttosto sostenuto per questa tragedia del quotidiano, per raccontare come la coscienza degli intellettuali sia labile e quanto sia facile per questo cattivo maestro, che è il suo protagonista, non solo mentire ma stravolgere la verità, finendo così per sconvolgere “a cascata” le vite e le sicurezze, per quanto esili, di tutti gli altri. “Siamo incapaci di dire bugie solo perché non abbiamo mai detto la verità” sembra dirci il regista e con un lento crescendo angoscioso snocciola l’anima del suo personaggio principale, interpretato da un bravissimo Jesper Christensen, facendogli credere che potrebbe arrivare fino al sole, e in un sogno veramente ci riesce, solo per fargli bruciare “icarianamente” le ali, provocando la sua discesa nella più terribile delle solitudini. Solitudine che avvolge come un manto tutta la nostra società che si nasconde dietro i (falsi) sentimenti e l’incapacità di vivere fantasticamente in un mondo in cui l’unica fantasia possibile è quella di scappare da tutto e da tutti.
Per Fly con Gli innocenti firma un dramma che mescola Sartre e Camus, tragedia e commedia brechtiana, spietata analisi di costumi e tenerezza dello sguardo verso un mondo che è già scoppiato e di cui qualcuno prima o poi tenterà di raccogliere i pezzi ferendosi le dita. Aiutato da un gruppo di attori a dir poco straordinari, tra cui un attrice senza tempo come Pernilla August, Fly firma un film in cui l’attualità è una conseguenza degli errori del passato e in cui un tema come il terrorismo diventa pretesto per descrivere con sofferenza e lucidità il dramma silenzioso in cui versa la middle-class europea, e perché no mondiale.
E noi stiamo a guardare senza muovere un dito chiusi nel nostro mondo mediatico mentre il regista sardonicamente attribuisce al suo (melo)dramma dei colpevoli e dei sensi di colpa moderni un titolo ironicamente menzognero. Ma tanto non c’e’ via di scampo.
©CultFrame 04/2007
TRAMA
Carsten è un docente universitario di scienze sociali, sposato con Nina e padre di un figlio, Carsten ha una relazione con una sua ex-studentessa, Pil, attivista della sinistra extraparlamentare, nella cui passione e impegno vede la continuazione delle sue idee. Una notte Pil partecipa a un’azione di boicottaggio contro una fabbrica di materiale bellico, ma nella fuga rimane ucciso un poliziotto. Pil e i due complici vengono arrestati, e Carsten decide di lasciare la moglie e i figli per stare più vicino alla ragazza. Quando lei gli rivela di essere la responsabile della morte del poliziotto, Carsten la convince a dichiararsi non colpevole come gli altri due. Ma in breve tempo le certezze svaniscono, i sensi di colpa diventano assillanti…
CREDITI
Titolo: Gli innocenti / Titolo originale: Drabet / Regia: Per Fly / Sceneggiatura: Per Fly, Dorte Høeg / Fotografia: Harald Gunnar Paalgard / Montaggio: Morten Giese / Musiche: Halftan E / Interpreti: Jesper Christensen, Pernilla August, Charlotte Fich, Beate Bille, Vibeke Hastrup, Julie Ølgaard / Produzione: Zentropa Entertainments / Distribuzione: Teodora, 2006 / Paese: Danimarca / Durata: 103 minuti
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Sito ufficiale del film Gli innocenti di Per Fly