Non sappiamo quanti oggi in Italia conoscano la figura di Edith Piaf, cantante francese dalla vita tragica, ma in Francia, a distanza di quarantacinque anni dalla sua scomparsa, continua ad essere una vera e propria icona. E lo conferma il successo straordinario che ottiene oltralpe La vie en rose, la pellicola di Olivier Dahan che racconta la sua vita. Ma diciamoci la verità: La vie en rose non è un film eccezionale. Anzi è una pellicola piuttosto vecchiotta che ricorda molto le biopics musicali e americane degli anni ’50. Avrebbe potuto essere un film interpretato da Judy Garland, personaggio dalla vita simile a quella della Piaf e con molti punti in comune nella loro arte. Se La vie en rose fosse stato un successo di George Cukor avremmo applaudito a scena aperta. Ma il maestro del cinema delle figure femminili è scomparso e la sua arte è diventata ormai polverosa soprattutto riproposta oggi in maniera pedissequa.
Il giovane Olivier Dahan (al suo attivo altre solo quattro pellicole e tutti dei film di genere) ci offre uno spettacolo sì professionale, sì a modo suo riuscito, ma inequivocabilmente commerciale. Comincia come se fosse un film dal gusto vittoriano, prosegue come se fosse una tragedia esistenziale, anche se le gesta della giovane Edith non hanno sempre una spiegazione psicologica, e si finisce come un film nel film in cui la realtà si mescola all’arte e allo spettacolo e in cui la vita sembra davvero una rosa meravigliosamente appassita e molto, ma molto, cinematografica.
Non sapremo mai se quello che racconta Dahan della vita di Edith Piaf sia l’assoluta verità; lui lo pretende, ma la stessa cantante alimentava le leggende intorno alla sua esistenza. Perciò per quanto possa essere documentata La vie en Rose ci propone un personaggio “bigger than life” avvolto nel mistero e nella finzione della sua stessa arte. E questo forse dispiace, cioè l’eccessiva caratterizzazione della cantante e la minuziosa descrizione dell’ambiente che la circonda in un modo asfittico e poco inventivo. Come dire, mai un carrello, e il film ne è pieno, veramente libero. Che cosa rimane allora de La vie en Rose? La straordinaria, unica ed eccezionale voce dei tanti successi come L’accordéoniste, La foule, Milord, Non, je ne regrette rien, Padam Padam, Hymne all’amour, giusto per citare alcuni. Nel film si vede una galleria di personaggi variopinta, anche se un po’ folkloristica, che comprende Jean Cocteau, Marlene Dietrich, Yves Montand, il pugile Marcel Cerdan, grande amore della sua vita, la pianista Margherite Monott, che l’ha accompagnata in molti dei suoi successi.
Marion Cottillard giganteggia nella parte di Edith Piaf solo come le grandi attrici del passato avrebbero potuto fare. Commovente quando è giovane e spaurita, infatti Piaf in argot parigino significa passerotto, fragile ma determinata quando diventa la diva francese dalla voce possente, assolutamente toccante e vera quando invecchia a causa della sua malattia ma non vuole rinunciare alla sua arte mirabile. Così anche solo per l’interpretazione della Cottillard La vie en rose vale il prezzo del biglietto.
© CultFrame 05/2007
TRAMA
La vita della straordinaria cantante francese Edith Piaf e le difficoltà che ha incontrato sin da bambina, quando fu costretta a crescere nel bordello gestito dalla nonna paterna. Scoperta dal proprietario di un night, ben presto la sua voce e le sue canzoni la resero famosa da una parte all’altra dell’oceano Atlantico. Il racconto autentico del suo incredibile e tragico destino fino alla conclusione dei suoi giorni.
CREDITI
Titolo: La vie en rose / Titolo originale: La Mome / Regia: Olivier Dahan / Sceneggiatura: Olivier Dahan / Fotografia:Tetsuo Nagata / Montaggio: Richard Marizy / Musiche: Edouard Dubois / Scenografia: Olivier Raoux / Interpreti: Marion Cotillard, Sylvie Testud, Gérard Depardieu, Jean-Paul Rouve, Pascal Greggory / Produzione: Alain Goldman / Distribuzione: Mikado / Paese: Francia, 2006 / Durata: 140 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film La vie en rose di Olivier Dahan
Filmografia di Olivier Dahan
Mikado