L’ora di punta. Un film di Vincenzo Marra

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

vincenzo_marra-ora_di_punta1Ciò che si è sviluppato intorno al film di Vincenzo Marra presentato in concorso alla 64. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è a nostro avviso inquietante, soprattutto a livello culturale. Si è parlato molto della conferenza stampa del Lido, durante la quale il regista napoletano è stato attaccato in modo decisamente imbarazzante da chi evidentemente intende la critica cinematografica come una specie di duello rusticano tra chi fa i film e che li “giudica” (in realtà li si dovrebbe studiare, i film). Scorrendo le recensioni apparse on line ci siamo accorti come il tiro al piccione nei confronti del cinema italiano sia niente altro che la concretizzazione pubblica di un atteggiamento gratuito, modaiolo, falsamente moderno, molto provinciale. I fischi a Marra tanto sbandierati? Per correttezza bisogna dire come alla fine della proiezione daily in Sala Perla (al Lido di Venezia) non ci siano stati (chi scrive era presente): si evince che si sono sfogati i critici periodicals dentro il PalaLido. Dunque, non tutti hanno partecipato al presunto attacco generale al film del regista partenopeo.
Ma ciò che ci sembra più preoccupante, in questo caso, è la disdicevole propensione di alcuni critici (non tutti per fortuna) ad attaccare fortemente cineasti non potenti, salvo avere un comportamento timoroso e ossequioso con chi invece potente lo è. Ci interesserebbe sinceramente sviluppare un discorso interno alla critica in relazione al lungometraggio di Marra, nel tentativo di convincere coloro i quali si scatenano scompostamente contro un film, che fare critica è qualcosa di più articolato e complesso di un fischio, un buuu sguaiato, una battuta ad effetto, una domanda banalmente provocatoria.


vincenzo_marra-ora_di_punta2Tale lunga premessa era per noi assolutamente necessaria, per il rispetto che un cineasta come Vincenzo Marra merita (autore ad esempio di un film straordinario come Tornando a casa che si aggiudicò qualche anno fa il premio per la migliore opera nell’ambito della Settimana Internazionale della Critica). Ciò ovviamente non ci distoglierà dal dire con chiarezza e pacatezza che L’ora di punta non è il suo lavoro più riuscito. Eppure, è un’opera che mantiene inalterata la cifra poetica e stilistica dell’autore.
Marra non vuole emozionare lo spettatore (non l’ha mai voluto fare). Semmai lo vuole far riflettere. Le sue scelte espressive procedono secondo coordinate che trovano in una ferrea freddezza stilistica la loro forza. I personaggi di Marra introiettano sofferenza e desideri e proprio per questo appaiono drammaticamente soli, avvolti nel dolore. Ciò vale anche per il protagonista de L’ora di punta che avanza nel suo percorso angosciosamente squallido con un’imperturbabilità algida e luciferina. Marra ha semplicemente filmato lo squallore del nostro mondo, lo squallore di quelli che diventano ricchi in modo illecito e volgare, magari con l’appoggio della politica corrotta. In tal senso, ha fotografato l’Italia del terzo millennio con una certa triste oggettività, anche visuale.


Ciò che abbiamo trovato insoddisfacente ne L’ora di punta è per prima cosa la partecipazione di Fanny Ardant, una grande attrice che sembra abbia smarrito il carisma scenico di un tempo e che negli ultimi tempi ha interpretato film non proprio adatti alle sue corde. In secondo luogo, forse, un eccesso di rigidità nella direzione degli attori, fin troppo ridotti a tragici manichini della realtà. Poi, qualche inquadratura ripetitiva diurna di Roma turistica. Infine, una tendenza da parte di Marra a dare spazio a determinati vuoti narrativi che se centellinati giudiziosamente avrebbero trovato invece una loro giusta collocazione nel complesso dell’opera.

Nonostante ciò, ribadiamo che L’ora di punta è un lungometraggio assolutamente dignitoso e che Marra, nonostante le posizioni individuali di chi scrive di cinema, merita a nostro avviso rispetto come chiunque faccia il suo lavoro con dignità e buona fede.


©CultFrame 09/2007

 

 

TRAMA

Filippo Costa è un giovane ufficiale della Guardia di Finanza che crede di poter emergere facendo al meglio il suo lavoro. Lentamente l’uomo si convince invece che se vuole emergere dall’anonimato deve gettarsi in attività poco chiare. Così decide di lasciare la Guardia di Finanza, mantenendo però contatti con suoi ex colleghi corrotti. Si lancia sotto la protezione di una ricca donna più grande di lui, di cui diverrà amante, in operazioni finanziarie pericolose.
Per Costa a un certo punto le cose si metteranno molto male. L’ex finanziere farà così il passo decisivo dentro il mondo della criminalità.


CREDITI

Titolo: L’ora di punta / Regia: Vincenzo Marra / Sceneggiatura: Vincenzo Marra / Fotografia: Luca Bigazzi / Montaggio: Luca Benedetti / Scenografia: Beatrice Scarpato / Interpreti: Michele Guastella, Fanny ardano, Giulia Bevilacqua / Produzione: Tilde Corsi, Gianni Romoli / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: Italia, 2007 / Durata: 95 minuti

 

LINK

Sito ufficiale del film L’ora di punta di Vincenzo Marra

Filmografia di Vincenzo Marra

01 Distribution

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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