Silvio Soldini è un narratore dei nostri tempi, il “fotografo” del disagio di un’intera società. Compie questo difficile percorso da molti anni analizzando le vite di individui che rispecchiano le storie personali di tutti noi. Lo sguardo di Soldini è lucido, tagliente, implacabile ma non cinico, tanto meno moralistico. I suoi film parlano della nostra sofferenza, del pericolo che giorno per giorno devono affrontare tutte le persone che pensano di aver raggiunto stabilità economica, professionale e familiare. Sono (siamo) quelli che pensano che tutto andrà sempre bene e che nulla potrà portare cambiamenti negativi.
Così, dopo le commedie amarognole e surreali degli ultimi anni (Pane e tulipani, Agata e la tempesta; mentre Brucio nel vento è altra cosa), il cineasta milanese torna alle atmosfere di un film come L’aria serena dell’ovest, che nel 1990 lo rivelò alla critica.
Giorni e nuvole è un lavoro tragico, non tanto per gli esiti finali della vicenda, quanto piuttosto per il raggiungimento da parte dei personaggi principali della consapevolezza della vacuità degli equilibri esistenziali.
La famiglia agiata genovese al centro della storia si disgrega umanamente per colpe che nessuno ha. Sono tutti travolti da un sistema rigido (anche se ci dicono che ora è più flessibile) e anche quelli che sembrano cattivi appaiono come vittime di un mondo in cui trionfa l’aridità (nelle relazioni interpersonali). Se l’imprenditore che perde tutto e la moglie casalinga coraggiosa che si rimbocca le maniche sembrano degli stereotipi già collaudati, l’intero racconto esplora con assoluta sensibilità la solitudine degli esseri umani in una realtà che si basa solo sul successo, i soldi e la retorica (anche un po’ reazionaria) della posizione sociale.
Elsa e Michele in fin dei conti hanno una forza interiore straordinaria: più emotiva quella che emerge dalle reazioni apparentemente infantili del marito, più razionale e logica quella che viene fuori dalla determinazione della moglie.
È una storia normale quella di Giorni e nuvole, che potrebbe riguardare ognuno di noi. Ci si trova in mezzo ai guai, poveri, e non si capisce come mai si sia potuto arrivare fino all’abisso.
Soldini è cineasta estremamente intelligente e costruisce un film che corre sul filo del realismo. L’autore lascia però spazio alla speranza che si fa strada solamente lì dove esistono i sentimenti. Palcoscenico di questa vicenda è Genova, città portuale convulsa e bellissima, stretta nevroticamente tra la montagna e il mare. Michele impara dai suoi ex operai a cercare una prospettiva nella nebbia del non lavoro e della depressione, mentre Elsa è solida e temeraria, forse come tutte le donne. I due combattono una battaglia per la loro dignità.
L’autore dirige in maniera eccelsa Antonio Albanese e Margherita Buy, entrambi chiamati a ricoprire ruoli difficili. Gli esiti sono ottimi, tanto che possiamo senz’altro affermare che quelle di Giorni e nuvole sono le migliori interpretazioni cinematografiche dei due attori. La regia di Soldini è perfettamente calibrata al tono della vicenda: la macchina da presa è al servizio dell’intreccio e delle psicologie dei personaggi, tutti dotati di evidente sensibilità.
L’ultima inquadratura arriva al termine di un percorso terribilmente doloroso e “normale”. Si apre un varco nel buio siderale che avvolge i due protagonisti. Il tunnel è lungo ma alla fine, forse, c’è il senso di tutto: condividere l’esistenza affrontando “insieme” l’odiosa fatica di vivere.
©CultFrame 10/2007
TRAMA
Genova. Elsa e Michele sono apparentemente felici. Vivono in una bella casa, hanno una piccola barca, sono circondati da amici. Un giorno però Elsa scopre che Michele ha perso il lavoro da due mesi. Quest’ultimo non aveva avuto il coraggio di dire nulla, nella speranza che tutto sarebbe tornato a posto nel giro di poco tempo. La questione però si farà molto seria. I due non possono più reggere uno stile di vita agiato e devono trasferirsi in periferia. Michele non trova lavoro, mentre Elsa si rimbocca le maniche e va a lavorare in un call center. La loro unione è però alla deriva, fino a quando toccheranno il fondo.
CREDITI
Film: Giorni e nuvole / Regia: Silvio Soldini / Sceneggiatura: Doriana Leondeff, Francesco Piccolo, Federica Pontremoli, Silvio Soldini / Fotografia: Ramiro Civita / Montaggio: Carlotta Cristiani / Scenografia: Paola Bizzarri / Musica: Giovanni Venosta / Interpreti: Margherita Buy, Antonio Albanese, Giuseppe Battiston / Produzione: Lumière & Co, Amka Films, RTSI Televisione Svizzera / Distribuzione: Warner Bros. Pictures / Paese: Italia, Svizzera, 2007 / Durata: 115 minuti
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