Le deuxième souffle. Un film di Alain Corneau. Cinema – Festa Internazionale di Roma. II Edizione

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

alain_corneau-le_deuxieme_souffleSarà anche un remake, sarà pure un film che esalta in maniera fredda certe atmosfere tipiche del cinema francese degli anni cinquanta-sessanta, ma il modo in cui è stato accolto Le deuxieme souffle alla Festa del Cinema di Roma è un po’ superficiale, poiché in molti hanno evidenziato i difetti “gravi” della pellicola e nessuno ha parlato dell’unico vero problema di tutta l’operazione: Monica Bellucci. L’attrice italiana ha abilmente costruito la sua carriera, e, dobbiamo dirlo, porta avanti il suo personaggio con una classe non indifferente e un’intelligenza non comune (nell’ambiente della settima arte). Ma il cinema non è solo immagine, non è solo divismo, può e deve essere anche sostanza artistica.

L’interprete de Le deuxieme souffle è invece, nel film di Alain Corneau, una sorta di sublime (rigido) elemento estetico (e lo diciamo in senso nobile) che ha l’esclusivo compito di evocare l’immagine delle dive degli anni sessanta (stile Brigitte Bardot). Monica Bellucci esegue il suo compito con grande professionalità, ma la sua recitazione è ancora troppo di base per poter pensare a lei come a una grande interprete della cinematografia mondiale. Di fronte all’attrice umbra un ottimo, come sempre, Daniel Auteuil giganteggia letteralmente proponendo un personaggio di notevole spessore che va oltre lo stereotipo del gangster solitario e invecchiato. Ma tutto il cast è di alto livello, a cominciare da Michel Blanc che delinea con poche inquadrature a disposizione un commissario di Polizia disilluso e lucido, il quale riconosce al suo rivale gangster una dignità che suoi colleghi non hanno.


Alain Corneau è regista capace, in grado di organizzare un dispositivo espressivo complesso e pieno di idee interessanti. Ha dipinto il mondo dei gangster parigini e marsigliesi degli anni sessanta come una realtà parallela, nella quale la densità psicologica degli individui è all’altezza della loro malvagità.

Il regista francese ha costruito così un’opera solida, carica linguisticamente ma anche un po’ troppo enfatica. Questo eccesso espressivo ha poi trovato terreno fertile in una durata non indifferente che provoca, purtroppo, una sorta di abbassamento della tensione nel racconto. Alla fine, la conclusione eroica e tragica del personaggio principale viene caricata di troppi ovvi significati che finiscono per intaccare il rigore stilistico dell’intero lavoro.


©CultFrame 10/2007

 

 

TRAMA

Gu è un importante gangster condannato all’ergastolo. Riesce incredibilmente a fuggire di prigione e a raggiungere la donna che ama. Quest’ultima si chiama Manouche e gestisce insieme ad Alban un locale di classe a Parigi. I due però hanno molti nemici e inoltre Gu ha disperato bisogno di soldi per portare in Italia la sua compagna e cambiare definitivamente vita. Il gangster parteciperà così ad un ultimo colpo che però è molto rischioso.

 

CREDITI

Film: Le deuxième soufflé / Regia: Alain Corneau / Sceneggiatura: Alain Corneau / Fotografia: Yves Angelo / Montaggio: Marie-Josèphe Yoyotte / Musiche: Bruno Coulais / Interpreti: Daniel Auteuil, Monica Bellucci, Michel Blanc, Jacques Dutron / Paese: Francia, 2007 / Durata: 155 minuti

 

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Filmografia di Alain Corneau

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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