L’infinito istante | Saggio sulla fotografia ⋅ Un libro di Geoff Dyer

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Nel panorama italiano editoriale non è frequente imbattersi in un volume di critica fotografica degno di nota. I titoli nuovi sono decisamente rari, alcuni altri molto ben conosciuti. Consigliare un testo che si occupa di fotografia è dunque operazione fin troppo prevedibile, poiché si rischia di citare sempre gli stessi autori. E poi, consigliare non è una pratica critica, semmai una legittima (e a volte meritoria) predisposizione amatoriale. Per questa volta facciamo eccezione e vi indichiamo un libro, da leggere, che si intitola L’infinito istante. Lo consigliamo perché non si tratta di un lavoro di critica fotografica, né dell’elaborazione teorica di un fotografo, e neanche di un catalogo storico. È semplicemente la riflessione acuta e densa di uno scrittore che con la fotografia ha avuto sempre un legame molto forte.

L’autore è Geoff Dyer, uno scrittore inglese che molto candidamente confessa non solo di non essere un fotografo ma addirittura di non possedere neanche una macchina fotografica. Il suo sguardo su questa disciplina è dunque quello di un intellettuale, di un artista, che si è avvicinato alla fotografia per una questione di sensibilità creativa, di curiosità culturale/filosofica. Si tratta di uno sguardo limpido, in grado di incunearsi nella storia del linguaggio fotografico con quella libertà che fior di addetti ai lavori spesso non possiedono. Dyer compie così un percorso non propriamente cronologico, nel quale assoluta importanza ha non tanto l’analisi in sé dell’oggetto fotografia quanto piuttosto le sue implicazioni sociali, psicologiche, filosofiche.

L’infinito istante
ha l’immenso pregio di non essere scritto con un linguaggio specialistico. Non v’è traccia del critichese intollerabile nel quale spesso si rifugiano i “critici professionisti” (e in questo senso chi scrive fa autocritica). La guida dei suoi pensieri è affidata a un’interpretazione libera dell’immagine attraverso degli incontri: quelli che i suoi occhi hanno avuto con alcune delle opere più importanti di coloro i quali è possibile definire “maestri della fotografia”. Da Stieglitz a Strand, da Lange a Evans, da Weston a Winograd, fino a Diane Arbus e William Eggleston, Dyer compie una ricognizione tutta personale. La sua forza è quella di collocare la fotografia del XX secolo in un contesto artistico/culturale nel quale questa discilplina è parallela alla pittura e alla letteratura.

La lettura di questo libro è piacevolissima, scorrevole e appassionante. E’ come entrare in un universo pieno di impulsi, è come fare un viaggio nel Novecento alla fine del quale la passione nei confronti della fotografia non può che uscirne rafforzata.

© CultFrame 10/2007

CREDITI
L’infinito istante – saggio sulla fotografia / Autore: Geoff Dyer / Editore: Einaudi, 2007 / 263 pagine / 24,00 euro / ISBN: 978-88-06-18533-6

SUL WEB
Casa editrice Einaudi

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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