Il percorso artistico di Phil Collins si è concretizzato in questi anni nella stretta interdipendenza di reportage fotografico e installazione video. Che siano falsi provini holliwoodiani nella Baghdad di Saddam (Baghdad Screen Tests, 2002)), una estenuante maratona di ballo a Ramallah (They Shoot Horses, 2004) o un karaoke turco sulle canzoni degli Smiths (The World Won’t Listen, 2005), la sua arte si propone di indagare la relazione ambivalente che sempre sussiste fra soggetto e obiettivo. La macchina fotografica o da presa, di volta in volta attrae e respinge, manipola e seduce, smascherando i segreti più intimi. Collins punta l’attenzione sul divario tra realtà e fenomeni di rappresentazione e per questo si serve di forme popolari come il documentario o il reportage televisivo a basso costo.
L’artista crea situazioni imprevedibili, sfrutta fino in fondo le possibilità di coinvolgimento tra il soggetto e l’occhio della telecamera, in un procedere che è tanto importante quanto la presentazione del prodotto finito negli spazi di una galleria.
Quando, l’anno scorso, fu nominato tra i finalisti del prestigioso Turner prize, Collins pensò di sfruttare l’ottenuta visibilità creando un ufficio di produzione TV negli spazi della Tate Britain, sotto il nome di Shady Lane Productions. L’improvvisata compagnia di produzione invitava tutti coloro che avessero partecipato a talk shows o programmi di reality TV, e che sentissero in qualche modo di essere stati manipolati o rovinati dall’esperienza, di farsi avanti e raccontare la propria odissea.
Niente di più azzeccato ed attuale. Basti pensare ai recenti scandali di cui si è resa protagonista la televisione britannica, non ultimo A Year with The Queen, programma della BBC in cui un falso video, montato ad arte, forniva un impietoso ritratto della monarca, rappresentata come irascibile maltrattatrice della fotografa Annie Leibovitz. Furono in molti a rispondere all’appello di Collins, che alla fine scelse nove testimoni ed organizzò una conferenza stampa ad hoc in un albergo londinese, in modo che le vittime potessero esporre liberamente, per una decina di minuti ciascuno, segreti e misfatti dei programmi televisivi di successo a cui avevano partecipato. L’evento fu opportunamente filmato e questo, assieme a vari materiali di ricerca, come video interviste condotte dall’avvocato Mark Stephens, ritratti fotografici nonché incredibili testimonianze anonime di impiegati degli studi televisivi incriminati, va ora a costituire The Return of the Real, un progetto in mostra alla Victoria Miro Gallery di Londra.
Il nuovo lavoro di Collins indaga quel senso di autenticità drammaticamente perseguito da produttori, partecipanti e pubblico, a discapito della fiducia e dell’accuratezza. L’obiettivo è uno strumento ambivalente, creatore di verità e inganno, redenzione e condanna.
Al piano terra della galleria si può assistere alla proiezione del film realizzato in presa diretta durante la conferenza stampa organizzata al Café Royal di Londra, nel novembre 2006, con i nove veterani dei reality show ed altri volti familiari della televisione inglese. Le testimonianze anonime di ricercatori ed impiegati delle produzioni televisive scorrono invece in formato testuale sullo schermo di quattro macchine da presa installate agli angoli della stanza. Queste fungono sia da oggetti pertinenti all’ambiente che si vuole rappresentare, sia come pseudo sculture.
Si sale poi al piano superiore, dove un’installazione audiovisiva su sei schermi riproduce un avvincente quanto straordinario faccia a faccia tra intervistato ed intervistatore. Al centro del colloquio video si va ad inserire la presenza fisica dello spettatore, posizionato in modo tale che l’elemento artificiale assuma valenza di realtà credibile.
Le installazioni ci raccontano storie inedite, completamente corrotte dall’uso improprio del montaggio, intimità rivelate o, peggio, inventate per sembrare credibili al pubblico a casa, assecondando la sete di profitto ed il successo del programma televisivo, fino agli estremi del cinismo e della censura.
©CultFrame 11/2007
IMMAGINE
Phil Collins. The return of the real, 2007. Installazione audiovideo a colori multicanale. approx. 60 min
INFORMAZIONI
Phil Collins – The Return of the Real
Dal 6 ottobre al 10 novembre 2007
Victoria Miro Gallery / 16 Wharf Road, Londra / Telefono: +44.2075490422
Martedì – sabato 10.00 – 18.00
Ingresso libero