Drugstore cowboy, Belli e dannati e poi Will Hunting, genio ribelle ed Elephant sono solo alcune delle pellicole di Gus Van Sant in cui il regista si occupa del mondo degli adolescenti. E crediamo che siano rimasti in pochi ormai quelli che scambiano il regista del Kentucky con un metteur en scène trasgressivo e voyeur; piuttosto è un autore che riesce ad entrare in profondità in quel mondo e descriverlo con inusitata capacità e con estrema onestà. A differenza, però, dei giovani killer del liceo Columbine o della rockstar suicida di Last Days, in Paranoid Park il malessere del giovane protagonista ha una causa ben precisa. Alex è un ragazzo come tanti; è timido, frequenta il liceo, ha una ragazza con cui non ha niente in comune se non l’attrazione fisica, un’amica che ha una cotta per lui, un gruppo di compagni con cui divertirsi giocando allo skateboard e dei genitori separati in procinto di divorziare ma senza grossi drammi che gli lasciano molta libertà di movimento; la sua vita e il suo umore cambiano drasticamente dopo una visita notturna allo skatepark malfamato del titolo, in cui accidentalmente uccide una guardia giurata.
In soli 85 minuti Gus Van Sant ci racconta questa discesa agli inferi, privati e personali, di Alex e il cambio radicale che subisce. E lo fa con uno stile straordinario: una narrazione ellittica con salti temporali che ci impediscono di appassionarci alla vicenda creando così un vero e proprio documentario dei sentimenti, sia nostri che di Alex, senza offrirci né soluzioni catartiche e né giustificazioni di alcun tipo. Una mappa di un’adolescenza astratta in cui gli adulti vengono inquadrati o messi fuori fuoco, oppure sullo sfondo, e che trova il suo punto di forza nello sguardo perso del giovane protagonista.
Paranoid Park è un racconto alla Mark Twain, angosciante e frammentato (Alex infatti sta scrivendo una lettera) interrotto e ripreso durante la giornata (o le giornate) in un gioco temporale estremo in cui il “prima” diventa “dopo” e il “durante” sembra non esistere e in cui il regista mette le sue immagini sgranate su un tappeto musicale fatto di suoni quotidiani, rumori che inquietano e musica assordante che sottolinea lo stato d’animo dei suoi protagonisti. A dimostrazione della assoluta onesta del regista, Gus Van Sant sceglie il suo giovane cast su Internet attraverso dei provini “virtuali” nel vero senso della parola, e fa centro con Alex, il bel Gabe Nevins, ancora un ragazzo attraente che si va ad unire alla schiera di protagonisti disagiati della filmografia del regista. E l’ultima immagine di Alex che si addormenta durante la lezione a scuola è di quelle che difficilmente si potrà dimenticare. Strepitosa la colonna sonora come succede d’altronde in tutte le pellicole del nostro.
© CultFrame 12/2007
TRAMA
”Paranoid Park” è il nome di un parco per appassionati di skateboard di Portland. Qui si ritrovano gli skater più folli, anime dannate della città, giovani senza tetto, senza futuro, che bruciano le proprie vite sulla pista. Alex, 16 anni, attratto da quello che per molti è un paradiso artificiale, si avventura nel parco, dove accade però l’irreparabile. Una sera, accidentalmente, causa la morte di un agente della sicurezza delle ferrovie. Decide però di non dire nulla…
CREDITI
Film: Paranoid Park / Regia: Gus Van Sant / Sceneggiatura: Gus Van Sant / Fotografia: Christopher Doyle / Montaggio: Gus Van Sant / Interpreti: Gabe Nevins, Dan Liu, Jake Miller, Taylor Momsen, Lauren Mc Kinney, Olivier Garnier, Scott Green / Produzione: David Allen Cress, Charles Gilibert, Neil Kopp / Distribuzione: Lucky Red / Paese: Francia, USA, 2007 / Durata: 85 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film Paranoid Park
Filmografia di Gus Van Sant
Lucky Red