Lussuria – Seduzione e tradimento ⋅ Un film di Ang Lee

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Dieci regie cinematografiche tra il 1992, Tui Shou, e il 2007, Lust, Caution, lungometraggio vincitore del Leone d’Oro alla 64° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Stiamo parlando di Ang Lee, cineasta taiwanese con forti radici americane che da diversi anni è divenuto uno degli autori cinematografici più premiati e amati a livello internazionale. Venezia è il “suo” festival, quello nell’ambito del quale ha ricevuto i massimi onori e che l’ha lanciato definitivamente nell’olimpo dei più importanti registi in attività.

Nonostante i suoi successi, i suoi premi, Ang Lee rimane però un autore il cui percorso risulta poco comprensibile. Chi scrive ama in particolar modo la prima fase della sua carriera, quello nell’ambito della quale presentò opere come Il Banchetto di nozze (1993) e Mangiare, bere, uomo, donna (1994). Ma anche il film che forse rappresenta il suo capolavoro, La tigre e il dragone (2000), è certamente da valutare come un lungometraggio più che significativo nel panorama internazionale contemporaneo.

Oltre ai titoli citati, scorrendo la sua filmografia troviamo anche improponibili trasposizioni di Jane Austen (Ragione e sentimento – 1995), un filmone tratto dai fumetti Marvel (Hulk – 2003) e un’opera su due cowboy gay premiata con il Leone d’oro a Venezia (I segreti di Brokeback Mountain, 2005).
Una carriera discontinua e confusa, dunque, che non evidenzia una poetica precisa (e forse nemmeno uno stile) e non fornisce un quadro esatto del suo universo filmico/creativo.

Prendiamo il caso di Lussuria – Seduzione e tradimento (Lust, Caution). La prima visione di questo lungometraggio colpisce fortemente lo spettatore. L’impianto formale/visuale è di rara perfezione ed eleganza, la regia misurata e efficace, la fotografia esteticamente ineccepibile, i protagonisti intensi e misurati. A prima vista sembra un film privo di difetti, inattaccabile. Il processo di metabolizzazione critica porta però inevitabilmente ad approfondire diverse questioni legate al senso di quest’opera e al modo in cui è stata portata a termine. Ciò che lascia perplessi è proprio quello che sembra il suo punto di forza: la perfezione assoluta sia della struttura visiva che di quella narrativa. Se consideriamo che Lussuria – Seduzione e tadimento è un film basato sulla rappresentazione della potenza incontrollabile di passioni fosche e inquietanti dell’animo umano, non possiamo che cogliere un elemento contraddittorio. L’attrazione fisica, e forse mentale, che i due protagonisti provano l’uno verso l’altro è raffigurata in modo rigido, quasi algido. Certo, sono presenti delle scene “bollenti”, scene in cui il sesso è mostrato con forza anche attraverso ardite posizioni da kamasutra, ma ciò non basta a sciogliere quel ghiaccio espressivo che caratterizza l’intera opera. Le scene di sesso, nonostante le acrobazie mostrate, sono del tutto prevedibili e non alimentano nell’immaginario dello spettatore la profonda passione che i due interpreti cercano di esprimere in modo puntuale. Una certa tendenza estetizzante, un po’ forzata, richiama inoltre alla mente il cinema di Wong Kar-wai, anche per la presenza del suo interprete feticcio: un bravo, seppur manierista, Tony Leung.

Se proprio dovessimo rintracciare in Lussuria – Seduzione e tradimento un tratto della poetica di Ang Lee non possiamo che concentrarci sulla presenza di un tema a lui molto caro: l’incontrollabilità, attraverso la razionalità, delle pulsioni amorose e sessuali. Se Lee si dedicasse con più attenzione a questo argomento, evitando quel tocco registico eccessivamente curato che l’ha sempre contraddistinto, probabilmente realizzerebbe film realmente coinvolgenti ed emozionanti. Per ora, a nostro avviso, nel suo cinema le emozioni non sono state poi così evidenti.

© CultFrame 01/2008

TRAMA
La vicenda è ambientata nella Cina degli anni quaranta e per la precisione nel periodo dell’occupazione giapponese. Un gruppo di giovani teatranti è in realtà una cellula della Resistenza cinese che deve organizzare l’assassinio di un cinese collaborazionista: Mr. Yee. Il gruppo organizza un sofisticato piano, il cui perno fondamentale è Wang Jiazhi. Quest’ultima è un’attraente ragazza che ha il compito di infiltrarsi nella rete delle amicizie del collaborazionista e di divenire la sua amante. Lo scopo è quello di facilitare la sua eliminazione. Tra Mr. Yee e Wang Jiazhi nascerà però una passione imprevedibile.

CREDIT
Film: Lussuria – Seduzione e tradimento / Titolo originale: Se, Jie (Lust, Caution) / Regia: Ang Lee / Sceneggiatura: Wang Hui Ling, James Schamus / Montaggio: Tim Squyres / Scenografia: Pan Lai / Fotografia: Rodrigo Prieto / Musiche: Alexandre Desplat / Interpreti: Tony Leung, Tang Wei, Joan Chen / Produzione: Bill Kong, Ang Lee, James Schamus / Distribuzione: BIM / Paese: Cina, 2007 / Durata: 156 minuti

SUL WEB
Sito italiano del film Lussuria – Seduzione e tradimento
Filmografia di Ang Lee
BIM

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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