Non tutto quel che luccica è oro. E i film di Julian Schnabel fanno parte di questa categoria. Per molti anni si è discusso tra critici, registi e produttori, più o meno illustri, se nel cinema valga più il contenuto o la forma. Ovviamente si è arrivati alla conclusione più ovvia: quando c’è equilibrio è la cosa migliore. E tutto questo per “giustificare” un certo tipo di cinema che racconta soprattutto storie. E quando le storie hanno anche un penchant sociale è ancora meglio. Ma Bergman o Hitchcock, Altman o Truffaut e Buñuel o Fellini non avevano tanto bisogno di storie ma soprattutto di personaggi da inquadrare con la loro macchina da presa. Le storie le inventavano dopo.
Julian Schnabel è un artista curioso perché la sua arte l’ha inventata davvero, facendo a pezzi vari utensili e andando a dipingere sopra con una foga un po’ espressionista e molto pop. Complice il clima fiammeggiante della New York di Andy Warhol negli impareggiabili anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Ma da questo, arrivare a fare cinema è qualcosa di diverso. Schnabel sceglie di raccontare personaggi forti come quello del pittore Basquiat, nel suo primo film, oppure dello scrittore cubano Reinaldo Arenas, nel secondo, cacciato dal suo paese dal governo.
Per la sua terza pellicola utilizza un fatto di cronaca che coinvolge un giornalista rimasto paralizzato dopo un incidente. Un personaggio come al solito “bigger than life” che cerca di uscire dal suo “scafandro” riacquistando la libertà come una farfalla. La ottiene scrivendo un romanzo (da cui è stato tratto il film) anche se riesce a muovere solo la palpebra del suo occhio sinistro. Un tema importante, non c’è dubbio, e una vicenda tragica che il regista newyorkese condisce con qualche riflessione filosofica a buon mercato e osservazioni sull’eutanasia e il libero arbitrio. Non mancano le considerazioni religiose, anche se lo stesso regista nega che abbia voluto lanciare proclami né in difesa strenua della vita né in favore dell’eutanasia.
Lo scafandro e la farfalla ha vinto il premio a Cannes per la migliore regia. Forse i film presentati alla croisette erano deboli, forse qualcuno è stato toccato e commosso dal tema del film, ma quello che è sicuro, è che nel lavoro di Julian Schnabel manca il vero cinema. E poi sono presenti molti preziosismi e intellettualismi che annoiano e fanno pensare ad un’opera costruita a tavolino. Rimangono un attento lavoro di flashback che si integra alla perfezione con la descrizione di un corpo, quello del protagonista, che da apertura verso il mondo si è trasformato in sepolcro. Ed anche il gioco, veramente grandioso, degli attori.
E mentre la metafora del film rimane tutta rinchiusa, e molto ermeticamente, nel titolo, interpreti come il prezioso Amalric Matthieu, Emmanuelle Seigner, Max Von Sydow fino a Niels Arestrup, Marie-Josè Croze e Jean-Pierre Cassel sono gemme incastonate su un gioiello tanto falso almeno quanto quelli delle vecchie pellicole hollywoodiane.
©CultFrame 02/2008
TRAMA
Nel dicembre ‘95, all’età di 43 anni, Jean-Dominique Bauby, dinamico e carismatico direttore di ELLE Francia, fu colpito da un ictus devastante che ne rese inattivo il sistema cerebrale e ne cambiò la vita per sempre. Superato un iniziale stato di coma, si svegliò per scoprire di essere vittima di una sindrome locked-in, mentalmente vigile ma prigioniero dentro il suo stesso corpo e in grado di comunicare col mondo esterno solo attraverso il battito della palpebra dell’occhio sinistro. Costretto a confrontarsi con questa unica prospettiva di vita, Bauby riuscì a costruire un ricco universo interiore per trovare dentro di sé le uniche due cose che non fossero paralizzate: l’immaginazione e la memoria.
CREDITI
Film: Lo scafandro e la farfalla / Titolo originale: Le scaphandre et le papillon / Regia: Julian Schnabel / Sceneggiatura: Ronald Harwood tratto dal libro di Jean-Dominique Bauby / Montaggio: Juliette Welfing / Scenografia: Michel Eric, Laurent Ott / Fotografia: Janusz Kaminski / Interpreti: Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Max Von Sydow, Anne Consigny / Produzione: Kathleen Kennedy e Jon Kilik / Distribuzione: BIM / Paese: Francia, 2007 / Durata: 112 minuti
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Sito ufficiale del film Lo scafandro e la farfalla
Filmografia di Julian Schnabel